La Spartathlon, 246km: mi auguro di poterla fare per festeggiare i miei 50 anni- di Matteo SIMONE

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Il piacere che i corridori sperimentano nella corsa e immenso, incompreso, incommensurabile, 50 anni è un’età importante, da qualche parte del mondo dove l’aspettativa di vita è di 60-65 anni, a 50 anni sei considerato vecchio, ma per qualcuno 50 anni non pesano sul fisico e nemmeno nella mente, e quindi per festeggiare si cercano km e gare difficili per dimostrare a se stessi che si è ancora abilmente al mondo e si è disposti a continuare belle sensazioni anche con la corsa. Tanti festeggiano partecipando ad una maratona importante come New York, ho degli amici ultramaratoneti che hanno festeggiato i 50 anni facendo 50 giri da un km al parco di Villa De Santis in allenamento accompagnati da tanti altri amici e concludendo la mattinata con i festeggimaneti di rito.

Per Ernesto è una grande festa partecipare ad una gara tra le più ambite dagli ultramaratoneti e tra le più lunghe ed estreme, la 246km chiamata Spartathlon da Sparta ad Atene.

Ecco come racconta Ernesto la sua passione.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “La competizione è sempre avvenuta contro il tempo e me stesso. Indipendentemente dal piazzamento ho sempre pensato con tutta l’umiltà di essere un campione per i risultati ottenuti contestualizzati alla mia realtà di vita (famiglia e lavoro).”

Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e performance? “Lo sport ha rappresentato per me una pillola contro lo stress, una filosofia di vita, mangio bevo, respiro, corro.”

Interessante la filosofia di vita di Ernesto, lo sport aiuta, è come una medicina, lo sto riscontrando in tanti questo, inoltre diventa un bisogno fondamentale come altri che abbiamo quotidianamente, quindi la privazione diventa un danno per noi stessi ed il nostro organismo. Per Ernesto, come tanti altri è importante avere delle priorità in modo da essere sereni quando ci si allena e si gareggia, importante considerare e dare il giusto peso anche al lavoro ed alla famiglia.

Come hai scelto il tuo sport? “Per caso a 23 anni poco prima di sposarmi, per il colpo della strega ho deciso di iniziare a correre, dopo 3 mesi ho corso la mia prima maratona a 2h42’ e dopo 2 anni correvo la mezza in 1h08’ e vice campione Italiano della 100km.

Possiamo dire che per caso Ernesto si è fidanzato con la corsa e trovandosi bene con essa l’ha sposata partorendo subito una maratona da atleta da Elite con un tempo che gli atleti comuni non ci arrivano mai, io stesso ci sono arrivato dopo 10 anni di allenamenti. Ernesto si dimostra un talento al punto di competere quasi da professionista ed inoltrandosi nelle distanze più lunghe ed affascinanti per tanti al punto da arrivare ad essere Vice Campione Italiano 100km, con la conseguente convocazione a partecipare agli Europei in Olanda con la Nazionale Italiana.

Nella tua disciplina quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione? Cosa conta, quali qualità bisogna allenare? “Nella mia disciplina (corsa di lunghe distanze…es.100km e oltre) la testa e la motivazione sono la p rima cosa. Ovviamente la costanza e l’alimentazione sono essenziali, non ultimo un allenatore che ti possa trasmettere rigore e regole da rispettare in maniera rigida con totale fiducia.

Dice bene Ernesto, La 100km o comunque distanze lunghe sono una disciplina a parte e richiede di considerare bene tanti aspetti che ti aiutano a gestire bene la gara prima, e poi cercare di fare un’ottima performance, tra i tanti aspetti è fondamentale quello mentale, comprendere cosa ti scatta nella mente per voler provare tale disciplina che richiede allenamenti lunghi, impegnativi, faticosi, cura dell’alimentazione per non rischiare crolli, collassi, e diventa importante a fidarsi ed affidarsi a persone preparate e competenti.

Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? “Per tutta la preparazione l’alimentazione è ricca di carboidrati. Alcool, dolci con creme, fritti sono banditi. Carne bianca la sera e molta frutta e verdura soprattutto ai primi segnali di fame. Non ho mai utilizzato integratori di vario genere.

Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che più spesso ti hanno indotto a non concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale? “Le condizioni metereologiche avverse hanno influenzato le performance, ma le gare che non ho concluso sono state quelle dove non ho portato rispetto alla disciplina!! Poco allenamento e allimentazione sbagliata.

E’ vero, non si inventa niente per fare certe imprese bisogna rispettare quello che si va a fare, quindi importante documentarsi bene e preparare un piano di allenamento per poter raggiungere il proprio sogno.

Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Negli anni la motivazione è andata un po semando, alterno periodi di massimo impegno e periodi di riposo quasi assoluto (principalmente in inverno). Ancora riesco a partecipare ad alcune competizioni 9 mesi su 12. Il lavoro sicuramente non mi permette di coltivare questa passione, sono Direttore operativo di una multinazionale con circa 1000 risorse da gestire!

Bisogna rispettare l’importanza del momento presente, essere consapevolei di quello che si può e si vuol fare in una certa fase della vita, non si può essere sempre al massimo, importante ogni tanto, fermarsi, recuperare, respirare, riflettere, andare più piano, chiarirsi le idee e comprendere quello che si può e si vuol fare partendo da questo momento.

Cosa e quali persone hanno contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? “La famiglia fortunatamente non mi ha posto dei paletti sebbene non sono amanti dello sport. Gli amici sono stati un valido sostegno e incentivanti soprattutto nei periodi di difficoltà.”

Qual è stata la gara della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni più belle? “La marathon des sable e la 100km del passatore”.

Queste gare sono il sogno anche di molti runner, io ho sperimentato la 100km del passatore, un viaggio ricco di sensazioni ed emozioni.

C’è un’esperienza che ti possa dare la sicurezza, la convinzione, che ce la puoi fare nello sport o nella vita? “Una mia ambizione che ancora non sono riuscito a cogliere è la Spartathlon, mi auguro di poterla fare per festeggiare i miei 50 anni.”

Oramai è diventato un terno al lotto partecipare alla Spartathlon, è necessario aver superato altre gare con tempi importanti per avere la sicurezza di poter partecipare.

Quali i meccanismi psicologici ritieni ti abbiano aiutano nello sport? “Tenacia, testardaggine, rispetto della disciplina.”

Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività sportiva? “Ammirano la forza di volontà anche se avverto che sono convinti che non sono sano di mente.”

Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Una particolarità di questo sport è la possibilità di fare amicizia con estrema facilità, riesci in poco tempo a entrare in sintonia con l’avvocato, dottore, il giardiniere, il manovale, ecc. ci unisce la forza di volntà, il senso del sacrificio…aspetti che ci aiutano anche nella vita di tutti i giorni.

E’ vero ti capita di dare del tu a chiunque a parlare di corsa, di allenamenti, gare, sport e dopo qualche anno scopri che parlavi con un Magistrato, con un macellaio o altro. Lo sport accomuna nell’impegno, nel sacrificio, nella felicità delle sensazioni del gesto atletico.

Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica? “Non pensavo di poter andare oltre al limite fisico che pensavo di avere, ho scoperto che è la testa a decidere.”

In effetti fino alla maratona ci vuole tanto allenamento fatto con criterio ed un po di testa per prevenire la crisi, il muro del 35km, per le gare più lunghe si può dire che ci vuole quasi tutta testa a partire dagli allenamenti ma importantissimo il lavoro mentale per superare le eventuali e tante piccole crisi che sopravvengono durante percorsi di 100km ed oltre, piccole avvisaglie che potrebbero sviare dalla giuusta via, piccoli pensieri negativi che ti vogliono far fermare, ma se sei pronto e preparateo sai che le crisi come vengono così se ne vanno, basta guardarle in faccia, immaginare di dialogare con esse e raggiungere un accordo, per esempio ad un polpaccio che ti sta dando segnali di stanchezza, puoi chiedergli di pazientare un pochetto e poi avrà il giusto riposto, la giusta ricompensa, che può essere un massaggio, un nutrimento importante, un sano recupero.

Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Una sensazione meravigliosa, il piacere della gara è proprio questo.”

Quali sono o sono state le sensazioni che sperimenti facendo sport: pregara, in gara, post gara? “La preparazione per gara, la gara e il risultato finale fanno parte di un programma prestabilito che seguo in maniera ferrea, il rispetto dello stesso e di conseguenza i risultati mi danno l’energia per gestire le situazione più difficili.”

Quali sono i tuoi pensieri? Pensare al traguardo, a quello che si è investito in termini di allenamenti, di preparazione atletica, mentale? “Durante la competizione mi concentro sulle sensazioni, sul ritmo, continuo a ripetermi che sto bene e che sto racccogliendo i frutti dei sacrifici che ho fatto in termini di allenamenti e perseveranza.”

Se hai lavorato, si hai seminato bene otterrai i tuoi frutti, questa sembra essere la filosofia di Ernesto, inoltre utilizza un’ottima autosuggestione attraverso i pensieri positivi di benessere e di seentire ottime sensazioni di forma fisica. Ernesto diventa il coach di se stesso.

Quale è stata la tua gara più difficile? “100Km del passatore oltrepasssato il 65° km, pensavo che la gara fosse finita lì, tanta stanchezza, uno sforzo mentale incredibile.

Hai dovuto scegliere di prendere o lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Ho dovuto necessariamente trovare il giusto compromesso tra lavoro, famiglia e sport. Allenamenti svolti alle 5 della mattina oppure alle 23 della notte. Uscire la mattina in tenuta sportiva con il cambio per il lavoro (completo, giacca e cravatta), in macchina con fazzolettini alla guida per essere alle 09.00 al lavoro! Per anni questo ha rappresentato l’unico modo per poter coltivare questa passione.”

Se c’è passione, se vuoi, puoi fare tutto, il tempo lo trovi, tutto diventa fattibile, Ernesto si è dimostrato essere un supereore riusciva a cambiarsi glia biti per diventare un uomo lavoratore comune dopo aver fatto ore impegnative di allenamenti.

C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? C’è un messaggio che vorresti dare per sconsigliarne l’uso? “In alcuni piazzamenti avuti in alcune gare sono stato controllato. Odio gli atleti che fanno uso di sostanze, rappresenta una forma di disonestà che andrebbe punita in maniera molto più rigida rispetto all’attuale.

Riesci ad immaginare una vita senza lo sport? “Impossibile …lo sport è vita…”.

Come hai gestito eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Con estrema difficoltà, a livello morale ho dovuto gestire alcuni periodi di fermo, periodi di 3/6 mesi sono stati fatale a causa dello stress familiare e lavorativo…mi sono trovato più volte in ospedale per forme di stress: gastrite emorragica, diplopia, ascesso peritonzillare!!

Hai mai rischiato per infortuni o altro di smettere di essere atleta, hai mai pensato di smettere? “Mai pensato…se dovessi subire un grave infortunio sono certo che troverei qualche altra forma di sport alternativo.”

Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali fasi? “Nnon l’ho mai preso in analisi. Penso che sia un altro strumento importante che può dare in alcuni soggetti un valido contributo.”

Quale può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi a questo sport? “Rivolgo poca speranza verso la generazione attuale, che sia interessata a svolgere attività sportiva in maniera seria, qualsiasi disciplina sportiva se svolta a livello agonistica richiede sacrifici!!!

Prossimi obiettivi lungo, medio, breve termine? Quali sono i sogni realizzati e da realizzare? “Continuare a correre nella speranza che il fisico sia in grado di seguire ancora la mente. La Spartathlon potrebbe rappresentare un buon incentivo per conseguire con la passione che mi accompagna da anni.”

Riporto anche il ringraziamento di Ernesto, in effetti è importante sedersi a tavolino e scrivere su di se, diventa un lavoro di autoconsapevolezza, di raccontare a se stessi, di elaborare quello che c’è stato, quello che c’è ora quello che si può e si vuol fare: “Grazie per avermi dato la possibilità di esprimere qualcosa che difficilmente esterno…siamo mosche bianche e spesso considerati un po fuori dalle righe.”

 

Matteo SIMONE
www.psicologiadellosport.net

La Spartathlon, 246km: mi auguro di poterla fare per festeggiare i miei 50 anni- di Matteo SIMONEultima modifica: 2016-03-30T11:00:47+02:00da atleticanotizie
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