Protesi nel salto in lungo, la Iaaf dovrà decidere se ammettere gli atleti amputati alle Olimpiadi di Rio

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atleticanotizie: La IAAF ha istituito un gruppo di lavoro per determinare se Markus Rehm, il saltatore in lungo paralimpico mutilato all’arto inferiore destro, potrà partecipare alle Olimpiadi di Rio con gli atleti  normodotati.
Il tedesco saltò 8,40 ai campionati mondiali paralimpici di atletica a Doha lo scorso ottobre, misura che gli valse il titolo e che fu addirittura  superiore a quella che Greg Rutherford, campione Olimpico di Londra 2012 nella stessa specialità raggiunse per aggiudicarsi  l’oro,  m.8.35.
Questo è uno dei motivi per cui la Iaaf, senza peraltro menzionare mai il saltatore Rehm, ha deciso di istituire un gruppo di lavoro che si riunirà per la prima volta a Monaco il 20 aprile per studiare se “l’uso generico di protesi in competizione per atleti con disabilità, in particolare il salto in lungo può dare un vantaggio all’atleta che le utilizza.”
Il segretario generale Jean Gracia, che presiederà il gruppo in un’intervista sull’argomento, ha dichiarato: “Il nostro obiettivo è fare chiarezza su una complessa vicenda di idoneità tecnica al più presto possibile.”
C’è già stato in passato il caso del doppio amputato Oscar Pistorius che nel 2008 facendo appello alla Corte di arbitrato per lo sport ha avuto successo riuscendo a dimostrare di poter partecipare alle olimpiadi di quell’anno, anche se,  alla fine  non conseguì il minimo di partecipazione per qualificarsi nei 400 metri piani e rimase a casa.

Protesi nel salto in lungo, la Iaaf dovrà decidere se ammettere gli atleti amputati alle Olimpiadi di Rioultima modifica: 2016-04-08T12:00:12+02:00da atleticanotizie
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