Tamberi ad Amsterdam ha fatto la gara perfetta (oro senza errori) – di Giuseppe Baguzzi

tamberi 3

 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO MOLTO VOLENTIERI:

La medaglia d’oro di Gimbo Tamberi agli europei di Amsterdam era certamente attesa ma non così scontata. Soprattutto nel modo in cui si è realizzata, cioè senza neppure un errore nei salti che gli sono valsi la conquista del titolo continentale. Praticamente ha sbaragliato gli avversari che hanno incontrato più di un problema alle varie misure.
L’azzurro è entrato in gara a 2.19 poi in successione ha sorvolato 2.24, 2.29 e 2.32 tutti alla prima prova. A questo punto aveva già vinto la gara, perché tutti gli altri concorrenti avevano sbagliato. Una gara perfetta, dunque, perché i successivi tentativi a 2.40 (sbagliati) contano solo agli effetti statistici e non del risultato. E’ la seconda volta che Gimbo riesce nell’impresa. Era già entrato nel ristretto novero degli specialisti di tutti i tempi che ci sono riusciti il 13 febbraio di quest’anno a Hustopece quando saltò 2.38, nuovo record italiano indoor. Nell’occasione ebbe la seguente progressione: 2.20-2.25-2.30-2.34-2.38  TUTTI ALLA PRIMA PROVA. Anche allora provò poi 2.40 senza fortuna. Con Amsterdam, dunque, sono già due le volte che ce la fa !!!
Ma vediamo quanti sono stati i saltatori e le saltatrici in alto che hanno vinto la medaglia d’oro in una competizione a livello internazionale senza commettere nemmeno un errore, cioè saltando tutte le misure, dalla prima all’ultima, quella valida per la vittoria, sempre al primo tentativo.
Non vogliamo anticiparvi il risultato numerico: tireremo le somme alla fine. Possiamo solo dirvi che sono più di quanti si possa pensare. Anche se si tratta di una prestazione che per moltissimi altri rimarrà irrealizzabile.
Cominciamo con i maschi outdoor in ordine cronologico. Ovviamente i risultati si riferiscono soltanto a manifestazioni a livello mondiale o continentale.
Il primo “en plein” di cui si abbia notizia è quello relativo al saltatore statunitense Cornelius Johnson ai giochi olimpici di Berlino 1936. Conquista la medaglia d’oro con la misura di 2.03, unico a superarla, al termine della seguente serie: 1.80-1.85-1.90-1.94-1.97-2.00-2.03 tutti saltati alla prima prova. Poi, rimasto senza più avversari, prova senza riuscirci i 2.08 che avrebbero costituito il nuovo record mondiale. Ma aveva già l’oro in tasca. E’ lui, alla premiazione, cui Hitler rifiutò di stringere la mano perché era nero, e non il velocista-saltatore in lungo Jesse Owens, come racconta la leggenda.
E’ necessario un salto di 24 anni ed arrivare al 1960 quando, in piena era-straddle, il nero statunitense John Thomas migliora ripetutamente il record mondiale e riesce nella “gara perfetta” addirittura in due occasioni. La prima il 30 aprile a Filadelfia quando salta sempre alla prima prova 1.93- 1.98- 2.03- 2.08- 2.13 e il 2.17 del nuovo WR. Meno di un mese dopo, il 21 maggio a Cambridge, entra in gara a 2.14, superato al primo tentativo come pure il 2.1783 (arrotondato a 2.18) del nuovo WR.
Poi bisogna fare un salto di altri 16 anni, fino al 1976 quando lo statunitense Dwight Stones migliora per l’ennesima volta il record mondiale. Lo fa il 4 agosto a Filadelfia con la seguente serie immacolata: 2.134-2.185-2.21-2.26 e appunto 2.32. TUTTE MISURE superate alla prima prova.
Poi occorre ancora un salto di altri 7 anni ed arrivare al 1983 quando a Pechino, in un meeting internazionale, l’11 giugno, il saltatore cinese Zhu Yanhua realizza il record mondiale con 2.37 e la seguente successione: 2.08-2.12-2.20-2.26-2.34-2.37 sempre tutti alla prima prova. Da rilevare, dopo le misure “basse” che sono servite evidentemente a mettere a punto la rincorsa, il brusco passaggio da 2.26 a 2.34, dalla collina all’alta montagna…
L’anno successivo tocca al tedesco Dieter Mogenburg vincere l’11 agosto i giochi olimpici di Los Angeles con l’ultimo salto a 2.35 dopo aver superato alla prima prova via via 2.21-2.27-2.31-2.33 e appunto 2.35. Anche lui, come Johnson ormai scarico nervosamente, cedette al desiderio di tentare di migliorare il World Record a 2.40. Senza successo.
Paradossalmente non è mai riuscito nell’impresa il più grande di tutti, il cubano Javier Sotomayor, attuale detentore del record mondiale con 2.45, dominatore degli anni dal 1985 al 2000. Ci è andato vicino un sacco di volte, ma è sempre mancato quel pizzico di fortuna che è necessario in ogni impresa umana.
Quindici anni dopo Mogenburg, esattamente nel 1999, ottiene la gara perfetta il russo Vjacheslav Voronin vincendo il 23 agosto la finale dei campionati mondiali di Siviglia. Nell’ordine sorvola al primo tentativo 2.20-2.29-2.32-2.35 e 2.37. Poi, rimasto solo, cerca di superare l’asticella a 2.40 senza riuscirci.
Nel 2002 ai campionati mondiali juniores di Kingston in Giamaica lo statunitense Andra Manson vince il titolo iridato. Il 18 luglio salta in successione 2.05-2.10-2.16-2.18-2.21-2.23-2.25-2.27-2.29 e 2.31 sempre alla prima prova. Non volle perdersi nessun salto, tanto che a gara finita aggiunse anche tre nulli a 2.33.
L’anno dopo, il 2003, ai campionati mondiali youth di Sherbrooke il tedesco Martin Gunther si impone saltando in successione 1.95-2.00-2.05-2.08 e 2.11 senza sbagliare mai. Poi fallisce i tre tentativi a 2.14 ma ormai aveva già vinto il titolo.
Bisogna attendere altri 3 anni ed arrivare ai campionati europei del 2006 a Goteborg. Autore della performance il russo Andrey Silnov che si aggiudica il titolo continentale saltando in progressione 2.20-2.24-2.27-2.30-2.32-2.34 e 2.36 senza commettere errori. Poi, vista l’occasione favorevole, effettua i tentativi di eguagliare il record russo di Paklin alla misura di 2.41, senza fortuna.
Sempre Silnov, due anni dopo, ai giochi olimpici di Pechino 2008, ripete l’impresa vincendo la medaglia d’oro olimpica con la seguente progressione immacolata: 2.20-2.25-2.29-2.32-2.34-2.36. A gara chiusa, anche qui provò invano la misura di 2.42 del nuovo record russo.
Ai campionati mondiali di Daegu 2011 lo statunitense Jesse Williams, a coronamento della migliore stagione della sua carriera, conquista il titolo superando in progressione 2.20-2.25-2.29-2.32 e 2.35 tutti al primo tentativo. Poi si arrende davanti a 2.37, ma aveva già vinto.
L’ultima impresa, la più recente, è proprio quella di Gimbo Tamberi agli europei di Amsterdam che abbiamo ricordato all’inizio.
Finora abbiamo registrato quattordici “gare perfette” con undici saltatori: Johnson, Stones, Janhua, Mogenburg, Voronin, Manson, Gunther, Tamberi e due volte Thomas, Silnov e Williams.
Passiamo alle ragazze, sempre relativamente a gare outdoor.
La prima a riuscire nell’impresa è la romena Iolanda Balas che ai giochi olimpici di Tokyo vince l’oro realizzando la seguente progressione: 1.76-1.78-1.80-1.82-1.86 e 1.90. Alla misura di 1.76 avevano saltato in tre, poi a 1.82 era già rimasta sola, con le avversarie tutte eliminate. Tentò poi inutilmente di migliorare il record mondiale in suo possesso, provando 1.92.
Ventiquattro anni dopo, alle olimpiadi di Seoul del 1988, si verifica un evento unico, forse mai più ripetibile: DUE ATLETE azzeccano la gara perfetta. Parliamo della statunitense Louise Ritter e della primatista mondiale la bulgara Stefka Kostadinova. Entrambe inanellano la seguente serie: 1.85-1.90-1.93-1.96-1.99 e 2.01, tutte misure superate al primo tentativo. Poi entrambe sbagliano tre volte alla quota di 2.03. Si rende necessario un jump-off e la Ritter riesce a valicare l’asticella al quarto tentativo, aggiudicandosi la medaglia d’oro.
Situazione quasi analoga ai campionati mondiali di Atene del 1997: qui sono addirittura TRE le atlete che pareggiano, sia pure su misure più modeste. La svedese Haugland, l’ucraina Babakova e la russa Kaliturina saltano tutte alla prima prova 1.85 poi 1.90, poi 1.93 ed ancora 1.96. Infine tutte sbagliano 1.99, si rende necessario lo jump-off e la svedese si aggiudica il titolo iridato.
Due anni dopo, ai mondiali di Siviglia del 1999, l’ucraina Inga Babakova azzecca la gara perfetta. Salta 1.85-1.90-1.93-1.96 e 1.99 alla prima prova, poi sbaglia 2.01 come la russa Yelesina che però aveva saltato 1.99 al secondo tentativo e si classifica seconda.
Ai mondiali di Parigi del 2003 tocca alla sudafricana Hestrie Cloete riuscire nell’impresa. Salta 1.85-1.90-1.95-1.98-2.00-2.02 e 2.06 senza errori. Poi, gasatissima, prova i 2.10 del WR. Ma deve arrendersi.
Arriviamo ai giochi olimpici di Atene del 2004. La russa Yelena Slesarenko è in gran forma e il 28 agosto infila la seguente successione: 1.85-1.89-1.93-1.96-1.99-2.02- 2.04 e 2.06 senza errori. Poi, ormai appagata e quindi scarica nervosamente, prova inutilmente i 2.10 del nuovo WR.
Ai campionati mondiali di Daegu 2011, analogamente al vincitore maschile Williams, la russa Anna Chicherova si aggiudica il successo superando 1.89-1.93-1.97-2.00 e 2.03 sempre alla prima prova. Poi anche lei si arrende a 2.05, ma aveva già vinto l’oro.
In totale le ragazze hanno ottenuto nove volte la gara perfetta con otto atlete: Balas, Ritter, Kostadinova, Haugland, Kaliturina, due volte Babakova, Cloete, Slesarenko e Chicherova.
Cinque meno dei maschi.
 Veniamo alle gare indoor maschili.
Il primo a riuscire nell’impresa è lo svedese Stefan Holm che ai mondiali indoor di Budapest nel 2004 salta in successione 2.20-2.25-2.29-2.32 e 2.35 aggiudicandosi il titolo iridato e provando poi senza successo la quota di 2.41.
Il secondo a riuscirci è il qatariano Mutaz Essa Barshim ai recenti mondiali indoor di Sopot 2014. Salta sempre al primo tentativo 2.20-2.25-2.29-2.32-2.34-2.36 e 2.38. Questa la misura vincente. Poi inutili tentativi per superare la barra a 2.40.
Da ricordare dello stesso atleta la fantastica successione della tappa di Diamond Race di Eugene il 30-5-15: salta 2.24 e 2.28 alla prima prova, passa 2.32, salta alla prima 2.35, passa (sic !!!) 2.38, misura superata dal cinese Zhang Guowei, e salta 2.41 SEMPRE AL PRIMO TENTATIVO; poi rinuncia a proseguire…
Il terzo a riuscirci è stato proprio Gimbo Tamberi nella gara del 2.38 indoor di Hustopece già ricordata in precedenza.
Ricordiamo la progressione altrettanto fantastica di Sotomayor quando realizzò il WR di 2.45 a Salamanca il 27 luglio 1993, più di 22 anni fa:   2.23-2.32-2.38 alla prima prova e 2.45 alla seconda !!!                                   E quella di quattro anni prima quando Sotomayor realizzò il WR di 2.44 ai CAC di San Juan di Portorico il 29 luglio 1989: in quella occasione saltò 2.20-2.30-2.35 e 2.40 alla prima prova e 2.44 SOLO alla seconda.
Per quanto riguarda le gare indoor femminili ci sono riuscite in tre.
Nel 1997 ai mondiali di Parigi-Bercy la bulgara Kostadinova salta 1.85-1.90-1.95-1.98-2.00 e 2.02 tutti alla prima prova e trionfa senza trovare ostacoli. Poi tenta addirittura il WR a 2.08.
Nel 2003 la svedese Kajsa Bergqvist vince il titolo iridato a Birmingham saltando 1.88-1.92-1.96-1.99 e 2.01 senza errori.
Infine nel 2010 ai mondiali di Doha alla croata Blanka Vlasic basta superare 1.87-1.91-1.96-1.98 e 2.00 al primo tentativo per vincere l’oro.
Quindi nelle gare al coperto aggiungiamo altri tre maschi e tre femmine.
In tutto dunque 27 “gare perfette” tra uomini e donne, all’aperto e al coperto: 15 volte i maschi, 12 volte le femmine.
Potrebbero non sembrare molte, ma non bisogna dimenticare l’eccezionalità dell’evento.
A questo punto non possiamo non ricordare tutti quelli che sono arrivati “ad un passo” alla gara perfetta, vicinissimi all’impresa.
Iniziamo con i maschi in gare outdoor.
Ai giochi olimpici di Roma 1960 vince il georgiano Robert Shavlakadze (battendo tra l’altro Brumel e Thomas) che compie un banale errore alla misura di ingresso di 2m. vanificando quindi la successiva progressione immacolata di 2.03-2.06-2,09-2.12-2.14 e 2.16 sempre alla prima prova, con cui si aggiudica la vittoria.
Ai giochi olimpici di Montreal 1976 vince il polacco Jacek Wszola che, dopo aver superato 2.14-2.18-2.21 e 2.23 al primo tentativo, deve ricorrere al secondo tentativo per sorvolare il 2.25 che gli dà il titolo.
Il 4 settembre 1985 alle Universiadi di Kobe-JPN il sovietico Paklin migliora il WR portandolo a 2.41 con la seguente successione: 2.20-2.26 alla prima-2.29 alla seconda-2.31-2.33-2.35 e 2.41 alla prima. Peccato per il piccolo infortunio a 2.29, altrimenti….
Due anni dopo, esattamente il 30 giugno 1987, lo svedese Patrik Sjoberg ottiene il nuovo WR con 2.42, però ottenuto solo al terzo tentativo dopo aver sorvolato tranquillamente 2.24-2.32 e 2.35.
Analogamente, ai giochi olimpici di Seoul 1988 è l’ucraino Adveyenko che, dopo aver superato 2.20-2.25-2.31-2.34 e 2.36 tutti alla prima prova, ha bisogno della seconda per saltare i 2.38 che gli valgono l’oro.
Il 29 luglio 1989 a San Juan di Portorico il giovane Sotomayor porta il WR dell’alto a 2.44. La progressione è favolosa: 2.20-2.30-2.35-2.40 tutti alla prima prova, ma fa un errore a 2.44, superato solo alla seconda.
Ai giochi olimpici di Barcellona 1992 sempre lui, il Re della specialità, il cubano Javier Sotomayor, fa solo quattro salti per vincere: due alla misura di ingresso a 2.24 (sempre per mettere a punto la rincorsa) e poi 2.31 e 2.34 alla prima prova. A questo punto ha già la medaglia d’oro appesa al collo. Insoddisfatto della sua gara fino a quel momento, salta poi 2.37 al secondo tentativo e addirittura 2.39 al primo….
Non contento di sé, l’anno successivo, il 1993, Sotomayor migliora ancora una volta il proprio record mondiale, il 27 luglio a Salamanca, centellinando al massimo lo sforzo. Entra in gara a 2.23 per non correre rischi e per verificare la rincorsa, poi supera 2.32 e 2.38 alla prima prova, ma ha bisogno di due tentativi per sorvolare i 2.45 dell’attuale WR che resiste ormai da 21 anni.
Ai campionati mondiali di Osaka del 2007 va vicinissimo all’impresa della “gara perfetta” il russo Yaroslav Rybakov anche se poi, paradossalmente, si classifica soltanto al secondo posto. Vince infatti il titolo iridato il bahamense Donald Thomas che ha bisogno di due prove per saltare sia 2,21 che 2.26, poi salta 2.30 alla prima, 2.33 alla terza ed infine azzecca i 2.35 della vittoria alla prima.                                                                          Rimane di sale quindi Rybakov che ha la seguente progressione: 2.22-2.26-2.30-2.33 sempre al primo tentativo e poi fa 2.35 solo al secondo. Da mangiarsi le mani…..
Agli ultimi giochi olimpici di Londra 2012 il russo Ivan Ukhov conquista l’oro con la misura di 2.38 al termine della seguente serie: 2.20-2.25 alla prima-2.29 alla seconda prova-2.33-2.36 e 2.38 alla prima. Senza quell’inopinato errore a 2.29 avrebbe realizzato la gara perfetta perché vinse con 2.38. Non conta quindi il successivo tentativo fallito a 2.40.
Infine ai campionati mondiali di Mosca 2013 l’ucraino Bogdan Bondarenko vince l’oro iridato con quattro salti e la seguente progressione: 2.29 alla prima-2.35 alla prima e 2.41 alla seconda. Un errore, dunque, cui si aggiungono poi i tre del tentativo di nuovo WR a 2.46.
In tutto undici gare “quasi perfette” confezionate da nove saltatori: Shavlakadze, Wszola, Paklin, Sjoberg, Avdeyenko, Sotomayor (3), Rybakov, Ukhov e Bondarenko.
Passiamo alle femmine, sempre outdoor.
La prima a sfiorare la gara perfetta è la tedesca Ulrike Meyfarth ai giochi olimpici di Monaco 1972 a soli 16 anni. Questa la sua successione: 1.76-1.79-1.82-1.85-1.88-190 alla seconda-1.92. Avrebbe potuto essere la gara super-perfetta se non fosse stato per quel primo tentativo sbagliato a 1.90. Perché poi salta 1.92 che costituiva il nuovo WR (migliorando il precedente 1.91 della Balas).
Tocca poi all’azzurra Sara Simeoni che ai giochi olimpici di Mosca 1980 infila la seguente progressione: 1.80-1.85-1.88-1.91-1.94 e 1.97 finale, ma alla seconda prova.
Ritroviamo la Meyfarth ai giochi olimpici di Los Angeles 1984 dove salta 1.88-1.91 e 1.94 alla prima, poi ha una indecisione a 1.97 (saltato alla seconda) per salire poi ancora senza errori a 2.00 e al 2.02 che vale oro. Poi tenta di eguagliare a 2.05 il WR di allora stabilito dalla russa Bykova. Ma senza riuscirci.
Nel 1987 ai campionati mondiali di Roma si rischia di arrivare ad ottenere un risultato ancora più sensazionale di quello che effettivamente si compie. Infatti la bulgara Stefka Kostadinova e la russa Tamara Bykova si affrontano ben decise a non cedere all’avversaria il titolo iridato. Entrambe saltano 1.90-1.93-1.96-1.99 e 2.01 alla prima prova e sono in perfetta parità. Tutte le altre sono ormai eliminate. A 2.04 la russa salta al primo tentativo e mette un’ipoteca sul titolo perché la bulgara ci riesce solo al terzo. Ma a 2.06 la situazione si inverte: la Bykova sbaglia due volte mentre la Kostadinova ce la fa alla seconda prova. Allora la russa rinuncia al terzo salto e si tiene la prova per i successivi 2.08 che costituiscono il WR in possesso della bulgara. Ma nell’eccitazione della finale dei 100 maschili vinti da Ben Johnson la russa sbaglia. La Kostadinova è medaglia d’oro con 2.06 ed allora chiede i 2.09 del nuovo WR. Alla seconda prova riesce ed esulta. Niente gara perfetta, dunque, ma mai si era verificato che nella stessa gara due diverse atlete tentassero di migliorare il record mondiale e che una di esse ci riuscisse!!!
Passano sei anni e ai mondiali di Goteborg del 1993 ritroviamo la bulgara Kostadinova. Salta 1.90-1.93-1.96 e 1.99 alla prima prova, ma poi le serve la seconda per superare 2.01 e vincere il titolo…
Facciamo un salto in avanti di altri 3 anni per arrivare ai giochi olimpici di Atlanta 1996. Protagonista ancora la bulgara Stefka Kostadinova. Domina la gara saltando senza errori 1.90-1.93-1.96-1.99-2.01 e 2.03. Ma a quella quota con lei c’è ancora la greca Bakogianni che si è super-esaltata migliorando per tre volte il proprio record nazionale a 1.99, poi a 2.01 ed infine a 2.03. Con il senno di poi la Kostadinova, in testa alla gara avendo superato 2.03 al primo tentativo, avrebbe anche potuto rinunciare ai salti successivi perché la greca era già oltre i propri limiti: ed infatti sbaglierà tutte le tre prove alla misura successiva di 2.05. Ma questo la Kostadinova non poteva saperlo e per non mettere a rischio l’alloro olimpico scende in pedana per saltare 2.05 ma….sbaglia la prima prova e riesce solo alla seconda. Sfiorando quindi la gara perfetta. Poi, tanto per gradire, prova anche ma inutilmente i 2.10 del nuovo WR.
Quattro anni dopo, ai giochi olimpici di Sydney 2000, la russa Yelena Yelesina vince la medaglia d’oro saltando alla prima prova 1.85-1.90-1.93-1.96- e 1.99. Ma a 2.01 le occorre la seconda prova per sorvolare la barra.
Ci prova la sudafricana Hestrie Cloete ai mondiali di Edmonton 2001. La quota della vittoria è accessibile e potrebbe scapparci la gara perfetta. La Cloete salta alla prima 1.85-1.90-1.94 e 1.97 ma ha bisogno della seconda prova per valicare i 2 metri che le bastano per l’oro.
Nel 2003 l’ucraina Inga Babakova a Siviglia riesce nell’impresa: salta alla prima prova tutte le misure (80-86-89-92-95-97) e vince la gara saltando anche 2 metri al primo tentativo.
Ai campionati mondiali di Helsinki 2005 tenta l’exploit la svedese Kajsa Bergqvist: supera al primo tentativo 1.85-1.89-1.93-1.96 e 1.98 ma a 2 metri commette un errore, subito rimediato. Poi fa subito anche 2.02 Sfoga la rabbia tentando inutilmente i 2.10 del nuovo WR.
L’anno dopo ai campionati europei di Goteborg 2006 la belga Tia Hellebaut salta in progressione 1.84-1.88-1.92-1.95-1.97 e 1.99 alla prima prova, poi fa un errore a 2.01 e chiude la serie con 2.03 alla prima. Sicura del titolo prova anche 2.05.
In tutto undici “gare perfette” sfiorate da 9 atlete: Meyfarth (2 volte), Simeoni, Kostadinova (3 volte), Bykova, Yelesina, Cloete, Bergqvist e Hellebaut. Esattamente come i maschi.
Vediamo le gare perfette “sfiorate” indoor.
Tra i maschi troviamo due russi: Rybakov e Ukhov, veri specialisti della gare in sala, al coperto.
L’11 marzo 2006, ai campionati mondiali di Mosca, Rybakov entra in gara a 2.22 e salta alla prima prova 2.26-2.30-2.33 e 2.35 ma alla misura finale di 2.37 ha bisogno di una prova in più. Poi tenta 2.41.
Il 14 marzo 2010, ai campionati mondiali di Doha, Ukhov salta 2.20 e 2.24 poi sbaglia la rincorsa a 2.28 e abbatte l’asticella. Passa la misura, disdegnandola, si riprende e arriva immacolato alla fine saltando 2.31-2.33 e 2.36 tutti alla prima. Ma quell’indecisione a una quota bassa gli è fatale.
Quindi solo due volte i maschi indoor hanno sfiorato la gara perfetta.
Tre invece le ragazze.
Ai campionati mondiali indoor di Lisbona 2001 la svedesina Bergqvist vince il titolo con 2 metri saltando 1.80-1.85-1.90 alla prima, poi un errore a 1.93 ed ancora 1.96-1.98 e 2 metri alla prima.
Ai campionati mondiali indoor di Budapest 2004 la russa Yelena Slesarenko si fa tutte le misure possibili. Entra in gara a 1.82 e fa alla prima 1.87-1.91-1.94 e 1.97. A 2 metri commette un errore e poi rifà alla prima 2.02 e 2.04 con cui vince il titolo. Poi tenta 2.08 per eguagliare il WRI della Bergqvist.
Infine la croata Blanka Vlasic ai mondiali indoor di Valencia 2008 salta 1.84-1.91-1.95-1.99 e 2.01 alla prima prova. Ma ne occorre una seconda per superare 2.03 e battere Slesarenko e Palamar ferme a 2.01. Poi tenta 2.09 del nuovo WR sfiorando la barra al secondo salto.
In totale le gare perfette “sfiorate” sono 27: cioè 13 maschili (11 outdoor e 2 indoor) e 14 femminili (11 outdoor e 3 indoor).
Tirando le somme: 27 gare perfette realizzate e ancora 27 quelle solo sfiorate. Una singolare analogia di risultati. Aspettiamo la prossima.
Non mancano certo i “casi” di Gare Perfette realizzate in manifestazioni di secondo piano, non internazionali, nelle quali la… tranquillità della vittoria ha permesso di ottenere risultati difficilmente riscontrabili in competizioni serrate o di stabilire il proprio PB. Ma sarebbero troppe da ricordare. Anche se resteranno scolpite nella memoria di chi le ha realizzate.
                             di Giuseppe Baguzzi
Tamberi ad Amsterdam ha fatto la gara perfetta (oro senza errori) – di Giuseppe Baguzziultima modifica: 2016-07-12T06:00:04+02:00da atleticanotizie
Reposta per primo quest’articolo