Rio 2016: L’atletica italiana sotto processo, niente medaglie, non accadeva da Melbourne 1956.

 

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(AGI) –L’atletica leggera italiana ha conosciuto a Rio de Janeiro il momento piu’ basso degli ultimi 60 anni di Olimpiadi. L’Italia dell’atletica senza medaglia era un fatto che non accadeva dall’edizione di Melbourne ’56. Successivamente, fino a Londra 2012, un azzurro era sempre salito sul podio. Quella piu’ redditizia quella di Losa Angeles 1984 con sette medaglie complessive, tra esse tre d’oro. Poi un lento declino. Un debacle profonda che ha bisogno di una profonda analisi, dove serve rivedere diversi aspetti della programmazione e soprattutto serve prima formare tecnici per poi avere buoni atleti. L’Italia dell’atletica torna dal Brasile con tante ferite da sanare e con un quarto posto, di per se’ ottimo, della marciatrice Antonella Palmisano in una gara mostruosa dal finale impossibile per l’atleta di Mottola.

 Gli altri piazzamenti equiparati all’essere “finalista” (primi otto), il quinto posto di Alessia Trost nell’alto, ed i sesti di Libania Grenot sui 400 piani e della staffetta 4×400 femminile, ed il quinto di Matteo Giupponi nella 20 km maschile. Per il resto solo amare e precoci eliminazioni frutto di controprestazioni, di atleti arrivati stanchi anziche’ pronti per il grande evento.

Sui blocchi, seppur nei preliminari, c’erano rappresentanti di Paesi che si fa difficolta’ a trovare sul mappamondo (da Kiribati a Palau, da Tuvalu agli Stati Federati della Micronesia). In autunno ci saranno le elezioni che dovranno eleggere il nuovo consiglio federale ma prima potrebbero arrivare le dimissioni del direttore tecnico Massimo Magnani. Il presidente attuale Alfio Giomi ha deciso che si ricandidera’, ma ci sono altri nomi che vorrebbero provare a dare linfa all’atletica leggera italiana, da Massimo Di Giorgio a Stefano Mei e Carlo Grippo. 

Rio 2016: L’atletica italiana sotto processo, niente medaglie, non accadeva da Melbourne 1956.ultima modifica: 2016-08-21T19:36:04+02:00da atleticanotizie
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