Rio 2016: UNA SCELLERATA PROGRESSIONE ROVINA L’ALTO DONNE OLIMPICO

23rd European Athletics Championships - Day One

Una scellerata progressione dei salti ha rovinato la gara olimpica del salto in alto femminile. Non si capisce come la commissione tecnica delegata abbia potuto combinare una simile castroneria. Soprattutto in una stagione in cui la media delle partecipanti si era attestata attorno a misure dell’ordine di 1.94-1.95… Non si può affrontare la misura di 1.97 solo dopo due step intermedi a 1.88 e 1.93.             

Anche perché nella precedente gara maschile le cose erano andate ben diversamente. Innanzitutto non è stata rispettata la proporzione tra le differenti altezze. Per i maschi era richiesto 2.29 per accedere alla finale che poi è iniziata con l’asticella a 2.20. Per le ragazze era richiesto 1.94 per la finale e, con un semplice calcolo, si sarebbe dovuto iniziare la gara a 1.86. Poi la progressione più logica poteva essere 1.89-1.92-1.95 e successivamente 1.97-1.99, 2.01 e così via. In tal caso una saltatrice che sin trovava ad affrontare 1.97 aveva già al suo attivo almeno quattro quote intermedie, anche considerando che quelle più basse servono soprattutto per delineare la rincorsa e definire i “segnalini” prima dello stacco.

  Non si spiega diversamente l’ecatombe di atlete ben più accreditate. Vi sembra normale che due giorni prima in qualificazione ben diciassette saltatrici abbiano superato 1.94 e che poi nella gara vera, quella che assegna le medaglie, nella quale ognuna dà il meglio di sé, soltanto quattro siano andate oltre? Vi sembra normale che saltatrici come Jungfleisch (fresca di 2 metri), Licwincko (1,99 quest’anno), Palsyte, Radzivil ecc. non siano andate più in là di 1.93? Meno della misura di qualificazione….

Così nessuna saltatrice è riuscita a valicare 2 metri, nella peggiore edizione olimpica della specialità degli ultimi 36 anni. Per un successo ad una quota inferiore ai 2 metri bisogna risalire all’1.97 di Sara Simeoni per l’oro di Mosca 1980. ..  

A tutto vantaggio della spagnola Beitia cui è bastato superare 1.97 alla prima prova per aggiudicarsi la medaglia d’oro alla veneranda età di 37 anni. Con lei, oltre all’argento della bulgara Demireva (dieci anni di meno rispetto alla vincitrice),  sono riuscite nell’impresa altre due “datate”: la croata Vlasic (33 anni, bronzo) e la tri-mammina volante Howard Lowe (32 anni, quarta). Per l’azzurra Trost, quinta ma terza dopo l’1.93, l’impressione che abbia perso una grandissima occasione di salire sul podio. Sarebbe bastato superare 1.97 alla seconda prova per finire davanti alla Vlasic…Sarà difficile che si verifichi una occasione analoga.  A meno di portarsi stabilmente oltre i 2 metri. Non sempre le russe saranno escluse come stavolta. Con Chicherova e Kuchina in gara il podio sarebbe certamente cambiato. Ma anche stavolta, con una progressione dei salti più…. intelligente. O no?

di Giuseppe Baguzzi

Rio 2016: UNA SCELLERATA PROGRESSIONE ROVINA L’ALTO DONNE OLIMPICOultima modifica: 2016-08-22T06:00:56+02:00da atleticanotizie
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