Valeria Straneo ad Alessandria ospite di una serata dedicata alla “Forza delle Donne”

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Vivere da atleta, “è il migliore mestiere in assoluto – dice Valeria Straneo, vice campionessa mondiale di maratona – perché rende felici”. Tutti, o almeno chi, come lei, è proprio cieco di passione. Anche se, questa volta, il cuore pieno non basta per essere campioni e per vincere. Ci vuole di più, per essere un’eccellenza. E Katia Figini, al fianco dell’atleta olimpica, lo conferma. Perché anche lei, la regina dei deserti, l’ha vissuta bene la fatica sulla pelle. Reduce di corse estreme, runner di escursioni in tutto il mondo, ha attraversato un paio di volte l’Oman e il Sahara, il Colorado e il Cile, gareggiando anche in Canada nel deserto ghiacciato (a -48 gradi) e in Giordania, senza dimenticare tutti i trail in Italia. E lo ha fatto portando anche una bandiera di solidarietà importante: ha attraversato cinque continenti, cinque deserti, in meno di un anno, per portare un messaggio contro la violenza sulle donne. “Perché essere donna – spiega Katia Figini – può essere davvero molto difficile: violenza, conflitti, malattie, persecuzioni, sottomissione e oppressione, caratterizzano la condizione femminile in ogni parte del mondo“. E lei prova a portare un messaggio di forza. Anzi, ci riesce.

Le abbiamo incontrate entrambe le atlete, ospiti di una serata, organizzata dal Soroptimist Club di Alessandria, nell’ambito del ciclo, ‘Declinazioni al femminile’, voluto per porre l’accento sull’eccellenza dell’altra metà del cielo. “E sulla forza – come sottolinea la presidente del Club, Giulia Boccassi – che le donne dimostrano sempre, confrontandosi con imprese straordinarie e raggiungendo livelli altissimi. Raggiungendo il tetto del mondo. Qualche volta di corsa, come in questo caso“.

E sedute una affianco all’altra, le due eccellenze femminili, si raccontano. E si confrontano, perché l’atletica le accomuna, l’audacia, la costanza, lo spirito di sacrificio caratterizzano entrambe. Perché vincere, gareggiare a livello mondiale (o olimpionico) non è cosa da poco.

Anzi: “è una questione di fatica quotidiana – racconta Valeria Straneo – anche quando d’inverno, ci sono cinque gradi sotto zero. E tu devi allenarti (anche se, come me, soffri il freddo) – precisa sorridendo – e devi importi. Al sacrificio, per risultati che si voglio ottenere“. E mentre parla, è chiaro, la Valeria che veste i colori Azzurri, madre anche di due figli, è capace di resistere, testarda molto nell’allenamento. Un pregio? Assolutamente sì, e anche l’esperienza lo conferma.

Il segreto per andare forte è proprio la costanza, il fare un passo alla volta, uno dietro l’altro“, svela l’alessandrina. Perché non si nasce campioni e infatti: “io ho sempre corso, a livelli amatoriali. Non mi sarei mai sognata di crescere così tanto, di diventare professionista. Poi è successo tutto molto velocemente, così rapido, che quasi sembra ancora incredibile – racconta – “in più,  è accaduto tutto da una sventura, un’operazione. Un intervento alla milza, perché avevo problemi di sferocitosi. Ero anche stata ricoverata, insomma stavo davvero poco bene. Poi dopo l’operazione, una nuova rinascita, incredibile, imprevista. Ma meravigliosa, perché da lì, il grande esordio”.

E nel 2011, La Straneo,  entra in nazionale. Nel 2012 debutta alla Olimpiadi di Londra, per  “quell’esperienza grande, la prima – commenta – quella che non si dimentica”. Ma che se paragonata agli ultimi giochi olimpionici, quelli di Rio 2016, ha amato meno. Non per il risultato raggiunto, quanto piuttosto per la gara in sé, “per come ho vissuto la competizione. E soprattutto perché, a Londra, gli ultimi 10 km li ho sofferti, moltissimo. A Rio no – precisa ancora – sono stata bene e tornata entusiasta, perché ho raggiunto tutti i miei obiettivi, nessuno escluso“.

Il primo? Stare bene con sé stessa, quello è necessario. E indispensabile. Perché tra sogni che si avverano, esercizi costanti e due allenamenti al giorno, le donne che corrono, che vincono sono anche mamme. Mogli e fidanzate, perché la vita è anche questa.  Anche se poi se sei un’atleta gira tutto attorno a quel pensiero. Che è un pensiero fisso. Di crescere e migliorare, aumentare i ritmi e raddoppiare i risultati, tempi compresi.

E per questo Valeria Straneo, a 40 anni, non ha ancora finito di correre. Anzi, nemmeno intende farlo: “perché voglio mantenere le mie prestazioni – dice determinata –  certo ora migliorare ancora non è più possibile, è un’altra età e si fa sentire “.  Ma sicuramente non c’è in programma di gettare la spugna.

Anche se la domanda, sorge spontanea e insistente. L’alessandrina comparirà ancora a Tokyo 2020? A rispondere ci pensa lei stessa: “Avrò 44 anni, sembra un azzardo eccessivo pensare a un’ipotetica partecipazione, per questo ora come ora mi sembra impossibile. Poi ho già fatto le mie esperienze, due olimpiadi e competizioni mondiali di ogni genere, sono già entusiasta, molto soddisfatta così. La mia è una bella carriera“. E si capisce che è vero perché in fondo, oltre alla tenacia, la sua caratteristica è la semplicità. La donna che mentre corre ascolta musica e pensa agli impegni di tutti i giorni, di tutte le donne: “dall’organizzazione della giornata al menù della sera“, dice. Perché anche la sua vita è di corsa. Letteralmente. Forse perché imposta dalle lancette dell’orologio, come quella di tutti. O forse freneticamente impegnata, per colpa di un’era proprio sbagliata. Che non sa procedere, se non di corsa. Perché quest’epoca ha proprio tanti effetti collaterali.

Oggi si vogliono ottenere solo obiettivi con assurda velocità, senza la lentezza della costruzione. E’ un concetto sbagliato, non mi piace – dichiara l’atleta – si diventa grandi giorno dopo giorno, mettendo un mattoncino alla volta. Perché non è vero che ci vuole poco, per diventare bravi, ci vuole tanto. Però certo, bisogna muoversi e correre, perché la strada non è facile. Ma chi davvero vuole, puòE ci riesce“.

Articolo di Sonia D’Agostino apparso su noisiamofuturo.it

Valeria Straneo ad Alessandria ospite di una serata dedicata alla “Forza delle Donne”ultima modifica: 2017-01-25T05:00:18+01:00da atleticanotizie
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