Scarpe intelligenti, ecco tutte le stranezze del futuro

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Le scarpe del futuro si scioglieranno nel lavandino, si accenderanno al ritmo di musica e si allacceranno con i pulsanti. I trend dell’industria, guidata dai giganti Nike e Adidas è piena di iniziative e novità molte delle quali non arriveranno mai negli scaffali ma testimoniano la vitalità di un’industria tra le più importanti dello sport.  Qualche mese fa, l’azienda dell’Oregon ha lanciato le scarpe che hanno sostituito i lacci con i pulsanti (+/-), HyperAdapt, non per tutte le tasche per la verità (costano $ 720), più o meno come quelle fatte indossare da Robert Zemeckis a Michael J. Fox in “Ritorno al Futuro 2” 27 anni fa.  Diversamente da quelle di Marty McFly c’è sempre bisogno della mano per stringere o allargare tramite i due pulsanti ma certo l’inserimento di illuminazione e batteria in paia di scarpe fa una certa impressione. Il CEO di Nike, Mark Parker, è votato all’innovazione. Nel 2016 i brevetti registrati sono stati 639, numero che rivaleggia con quello di aziende che operano in tecnologia come mercato primario. Ha un sistema proprio di misurazione dell’attività (NikeFuel) ed è sul campo dell’analisi dei dati tramite le scarpe già da una decina d’anni. Come le grandi major tecnologiche riunisce startup intorno alla propria piattaforma digitale Nike+. Tra le “invenzioni” recenti della marca dello swoosh sneakers che integrano un sistema di misurazione dell’attività aerobica, aggiustano la musica a seconda del livello della performance o catturano l’energia prodotta dalle suole. Dall’altra parte dell’Oceano, in Europa, Adidas guarda all’ambiente con le scarpe che biodegradano se immerse in lavandino per 36 ore. Il materiale è tedesco, assomiglia al semplice filo con il quale sono fatti i nostri abiti e si chiama Biosteel, per darne l’idea della resistenza. In realtà, con l’aggiunta di un pacchetto di un particolare enzima in un giorno e mezzo si disfano evitando ulteriori forme di inquinamento ambientale. Le suole che si illuminano al ritmo di musica sono un’idea dell’ex NBA Stephon Marbury, ora giocatore del campionato di basket cinese. Un’app accende le scarpe e lampeggia a seconda della musica suonata. Under Armour ha creato scarpe per golfisti, che non possono indossare braccialetti che misurino le performances. Il software, anche qui integrato alle suole, fornisce informazioni sui passi, le calorie consumate, le ore trascorse con le Speedform Gemini 2, il nome delle scarpe intelligenti che hanno accompagnato Jordan Spieth agli US Open 2016. Non solo le aziende più famose, comunque, integrano sistemi in scarpe che “fanno altro” oltre a proteggere i piedi. In Canada, Autonomous ID (originariamente un’impresa che opera in ambito tecnologico) ha sviluppato la suola biometrica: è in grado cioè di identificare le caratteristiche personali di chi le indossa. All’inizio un’applicazione militare si è adattata ad altri usi quali, ad esempio, la possibilità di prevenire cadute di persone anziane o malate “avvertite in anticipo” da una camminata non più corretta. 
(ITALPRESS).

Scarpe intelligenti, ecco tutte le stranezze del futuroultima modifica: 2017-02-23T13:47:22+01:00da atleticanotizie
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