Le grandi sfide salto in alto: Horine vs Beeson (1910-1914) e Fanny Blankers-Koen (37-50) vs Coachman (39-48)- di Giuseppe Baguzzi

1911: George Horine.
1911: George Horine.

 

George Horine e Edward Beeson, entrambi statunitensi, caratterizzano le classifiche del salto in alto nel periodo che va dal 1910 all’inizio della Prima guerra mondiale.

Dei due Horine è stato certamente il più famoso per due motivi: il primo è dovuto al fatto che, dopo anni di stile scissors e della sua variante eastern-roll sbocciata sulla sponda atlantica degli States, fu l’inventore dello stile western-roll (nato invece sulla sponda pacifica) che prevedeva il valicamento dell’asticella con lo stesso fianco della gamba di battuta. Il secondo, più eclatante e quindi radicato nella memoria, perché George fu il primo uomo nella storia del salto in alto a saltare 2 metri.

La performance avviene a Palo Alto il 28 maggio 1912 ai trials statunitensi in vista dei giochi olimpici di Stoccolma. Le selezioni sono inutili perché allora non esistevano gli attuali limiti numerici: ogni nazione poteva iscrivere alle singole gare quanti atleti voleva. Alla quota di 1.89 restano in tre: Erikson, Beeson e Horine. A 1.94 restano Beeson e Horine che affrontano poi, per la PRIMA VOLTA nella storia umana, la barra posta a 2 metri: ci riesce solo Horine e l’altezza esatta, rimisurata, è 6 piedi e 7 pollici, cioè 2.007. Comunque gli Stati Uniti mandano ai giochi ben sette saltatori: i primi tre sopra citati, poi il quarto Alma Richards (che a Stoccolma vincerà l’oro con 1.93) ed anche Thorpe, Grumpelt e Johnstone. Prima di partire Beeson rinuncia per il riacutizzarsi di un infortunio. Horine ai giochi finirà soltanto terzo con 1.89. Uno smacco per lui.

Beeson, nato il 2 giugno 1890 quindi coetaneo di Horine (nato esattamente 4 mesi prima, il 2 febbraio) entra nella hit-parade mondiale nel 1911 a 21 anni saltando 1.905 poi balza in testa alla graduatoria stagionale nel 1913 con 1.965 sempre a Berkeley dove, il 2 maggio 1914 i due più grandi saltatori del momento si affrontano. Entrano in gara a 1.84 ed entrambi superano agevolmente. Poi Beeson opera la…. guerra dei nervi: Horine sbaglia e lui passa, Horine esce di scena e lui… chiede di saltare 6 piedi, 7 pollici e 5/8 equivalenti a 2.0146. Alla seconda prova il nuovo WR è cosa fatta e la misura sarà arrotondata a 2.015. Tanto basta per superare il precedente record di 8 millimetri.

Poi scoppia la Prima guerra mondiale ed entrambi escono di scena.

DONNE:

Il decennio che va dall’inizio della Seconda guerra mondiale alla fine degli anni Quaranta è caratterizzato da due saltatrici figlie dello stile scissors: l’olandese Francina (detta Fanny) Blankers-Koen e la statunitense Alice Coachman.

Fanny Koen nasce il 26 aprile 1918 a Baarn-Nederland e da ragazzina si mette subito in luce come velocista. Si diverte anche sugli ostacoli e nel salto in alto, dimostrando tutta la sua versatilità. A diciotto anni partecipa ai giochi olimpici di Berlino del 1936 nel salto in alto e si classifica quinta a pari merito con la misura di 1.55. Poi comincia a mietere successi nelle prove di sprint, in particolare nei 100 e nei 200 ma anche sugli 80 ostacoli. Nel 1941 sposa il suo allenatore Jan Blankers ed ha il primo figlio, ovviamente non gareggia ma ritorna sulle piste e sulle pedane più forte di prima.Nel 1943, con un pb di 1.63 nell’alto ottenuto l’anno prima, stupisce il mondo il 30 maggio ad Amsterdam. Il WR in vigore è l’1.66 della svizzera Pfenning, stabilito il 27 luglio 1941 a Lugano, ma Fanny è in forma e realizza una progressione fantastica per quei tempi. Entra in gara a 1.40 e salta al primo tentativo 1.44-1.49-1.54 e 1.64. Poi chiede di alzare la barra all’ 1.67 del nuovo primato e la sorvola, poi a 1.69 e la sorvola di nuovo, a 1.71 ed anche stavolta vola di là: nuovo WR migliorato per tre volte nella stessa gara e di ben 5 centimetri !!! Una enormità. Ha 25 anni ed è nel pieno della maturità atletica: chissà dove potrà arrivare. Invece lei è innamorata, prima di suo marito (e nel 1945 farà il secondo figlio) e poi dell’atletica in genere. Nel 1946 torna a gareggiare e vince due ori agli europei di Oslo (80 hs e 4×100, ma è solo quarta con 1.57 nell’alto) meritandosi sulla stampa mondiale l’appellativo di “flyng housewife” (casalinga volante) storpiato in Italia con “mammina volante”. Ai giochi olimpici di Londra del 1948, a trent’anni, conquista ben quattro ori nella gare di sprint (100-200-80hs e 4×100). Nel 1950 vince tre ori agli europei di Bruxelles (100-200 e 80hs). Ma non dimentica mai i suoi trascorsi sulle pedane del salto in alto e a 34 anni, prima di concludere la carriera sportiva, riesce ancora a superare 1.60.

Frattanto negli States sorge l’astro di Alice Coachman, nera, nata a Albany in Georgia il 23 novembre 1923. Vince il suo primo titolo Usa nel 1939 a soli 16 anni….. Poi non si ferma più: ne vince ben dieci consecutivi all’aperto (dal 39 al 48) più tre indoor (41-45 e 46). L’unica volta che incontra la Blankers si verifica all’olimpiade di Londra del 1948, ma non sulla pedana del salto in alto perché l’olandese spopola nello sprint, come detto sopra. Trova però un’avversaria di valore nell’inglese Dorothy Odam-Tyler, protagonista con la Csak ai giochi di Berlino di dodici anni prima… La Coachman, che si presenta in gara con un pb di 1.65 datato 1942, vince l’oro olimpico superando 1.68 al primo tentativo (nuovo record Usa), stessa misura della Odam che però la ottiene alla seconda prova. Per la Coachman anche la grande soddisfazione di essere stata la prima donna di colore a vincere il titolo olimpico del salto in alto e l’unica ragazza americana ad aggiudicarsi una medaglia d’oro nell’atletica dell’edizione londinese. Dopo Londra si ritira e fa la maestra elementare. Altri tempi.

Giuseppe Baguzzi

Le grandi sfide salto in alto: Horine vs Beeson (1910-1914) e Fanny Blankers-Koen (37-50) vs Coachman (39-48)- di Giuseppe Baguzziultima modifica: 2017-10-30T10:36:16+01:00da atleticanotizie
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