Le grandi sfide del salto in alto: Sara Simeoni (74-84) vs Ackermann (73-80) e Steers-Bill Stewart vs Wilson (1939-44)- di Giuseppe Baguzzi

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L’ultima grande “ventralista” contro una delle prime grandi interpreti del “flop”. Sono la tedesca-est Ackermann e l’italiana Sara Simeoni.

Rosemarie Witschas nasce a Lohsa il 4 aprile 1952. Alta 1.79 a 15 anni inizia a fare atletica e viene avviata al salto in alto. E’ il 1967, manca ancora un anno al fenomeno-Fosbury, e lei salta con lo stile perfezionato dal russo Djatchov, cioè lo scavalcamento ventrale, lo straddle. Non va oltre l’1.65 ma nel 1971, da junior e ormai in piena era-flop, sale a 1.81. L’anno successivo incrementa prima a 1.84 e poi a 1.85, misura con la quale si classifica settima ai giochi di Monaco. Nel 1973 comincia a fare sul serio, stabilendo il 28 gennaio a Berlino Est il WR indoor con 1.91, ma soprattutto nel 1974 eguagliando l’1.94 della Blagoeva a Berlino il 24 agosto e poi portando il record a 1.95 quindici giorni dopo, vincendo gli europei di Roma l’8 settembre. Da quel momento toccherà altre cinque volte il tetto del mondo: 2 volte con 1.96 a Dresda nel 1976 (anno in cui vince il titolo olimpico ai gichi di Montreal), poi ancora 1.96 sempre a Dresda, il 3 luglio 1977, poi 1.97 il 14 agosto dello stesso anno a Helsinki nella finale di Coppa Europa, per completare l’opera dodici giorni dopo, il 2 agosto a Berlino ovest, saltando 2 metri del nuovo WR, prima donna al mondo a riuscire nell’impresa. Salterà poi ancora 1.98 e due volte 1.99.

Sara Simeoni nasce il 19 aprile 1953 a Rivoli Veronese. E’ più giovane di un anno rispetto alla Ackermann e quindi a 15 anni, nel fatidico 1968 delle olimpiadi messicane di Fosbury, da allieva salta ancora con lo scissors solo 1.55. Ma impara alla svelta il salto “a gambero” e si porta a 1.65 l’anno dopo e a 1.75 nel 1970, ancora allieva. Nel 1971 porta il record nazionale prima a 1.78 e poi a 1.80. Ai giochi di Monaco ’72 si migliora in un colpo di 5 centimetri, saltando 1.85, classificandosi sesta ma rivelandosi soprattutto come grande agonista, capace delle più grandi imprese nelle circostanze più importanti. L’adrenalina nei muscoli le conferisce una carica in più. Ed è questa la caratteristica che la contraddistinguerà per tutta la sua splendida carriera. Il culmine sarà raggiunto nel 1978 con il WR di 2.01 a Brescia ed eguagliato a Praga e poi con il titolo olimpico ai giochi di Mosca 1980.

Ma veniamo ai loro scontri diretti dopo le categorie giovanili

1972-Giochi olimpici di Monaco 6° Simeoni 1.85 7° Ackermann 1.85

1974-Europei di Roma 1° Ackermann 1.95 WR 3° Simeoni 1.89

1975-Euroindoor di Katowice 1° Ackermann 1.92 4° Simeoni 1.80

1976-Giochi olimpici di Montreal 1° Ackermann 1.93 2° Simeoni 1.91

1977-Euroindoor di San Sebastian 1° Simeoni 1.92 9° Ackermann 1.80

World Cup a Dusseldorf 1° Ackermann 1.98 2° Simeoni 1.92

1978-Europei di Praga 1° Simeoni 2.01 WR 2° Ackermann 1.99

1979-Coppa Europa a Torino 1° Ackermann 1.99 2° Simeoni 1.94

World Cup a Montreal 2° Simeoni 1.94 4° Ackermann 1.87

1980-Giochi olimpici di Mosca 1° Simeoni 1.97 4° Ackermann 1.91

Salomonicamente i grandi eventi citati finiscono in assoluta parità: 5-5. Come si conviene a due grandissime saltatrici. Sono talmente brave che nessuna delle due può essere più brava dell’altra.

UOMINI

Nel periodo bellico si mettono in evidenza tre statunitensi: Les Steers, Bill Stewart e John Wilson, tutti votati allo stile western-roll di Horine.

Lester Steers, detto Les, nato nel 1917 a Eureka, quindi californiano purosangue, non poteva non essere un seguace di Horine. Esplode a 22 anni quando salta 2.038 indoor a San Francisco nel marzo del 1939 e poi 2.035 all’aperto in luglio ai campionati USA di Lincoln, miglior prestazione mondiale. Ma capisce di poter fare di più e quasi casualmente prova a scavalcare l’asticella prima con la gamba destra, anziché con la sinistra, e poi sorvolandola a pancia in giù, anziché con il fianco. I miglioramenti sono evidenti perché già nel 1940 sale a 2.067 a Los Angeles, sempre in vetta alle graduatorie stagionali. Il suo anno migliore è il 1941 quando migliora per ben tre volte il record del mondo. Prima con 2.102 a Seattle il 26 aprile nel più famoso… duello a distanza della storia, con Bill Stewart che lo stesso giorno, ma a Provo-Utah, salta 2.092 migliorando il precedente record (2.09) di Melvin Walker. Poi Steers salta 2.105 a Los Angeles il 24 maggio ed ancora 2.108 (arrotondato a 2.11) sempre a Los Angeles il 17 giugno. Una crescita di 7 centimetri con il semplice cambio di stile. Documenti dell’epoca riportano che in allenamento saltasse anche 12 volte consecutive l’asticella posta a 6 piedi e 6 pollici (1.98). Addirittura il 27 febbraio 1941 a Eugene in una esibizione indoor saltò 7 piedi e 0,5 pollici, corrispondenti a 2.146 m. Troviamo ancora traccia di lui ad alto livello nel 1947 quando salta 2.007 a Portland il 31 maggio.

Bill Stewart, nato nel 1921, fedele al western-roll, si mette in evidenza a 18 anni quando si piazza secondo con 2.007 ai campionati Usa di Lincoln alle spalle di Steers. Poi nel 1941 l’episodio del WR “meno duraturo” di 2.092 (scippatogli dopo poche ore o minuti da Steers) ed il successo con la misura di 2.07 nei campionati AAU il 29 giugno. Niente altro.

John Wilson, nato nel 1920, sale alla ribalta ancora junior quando salta 2.007 a Los Angeles il 18 febbraio del 1939 e poi vince il titolo Ncaa saltando 1.98 sempre a Los Angeles il 17 giugno, installandosi al 2° posto delle liste mondiali alle spalle di Steers. Nel 1940 ottiene il suo pb di 2.067 che gli vale la leadership mondiale alla pari con Steers e rivince il titolo Ncaa a Minneapolis con 1.99. Nel 1941 è terzo nelle liste con 2.054 e nel 1944 salta ancora 2.032 sempre nella sua L.A.

Poi nel Dopoguerra si registra una certa stagnazione nei risultati fino all’arrivo di Davis, Holding e Shelton…

Giuseppe Baguzzi

 

Le grandi sfide del salto in alto: Sara Simeoni (74-84) vs Ackermann (73-80) e Steers-Bill Stewart vs Wilson (1939-44)- di Giuseppe Baguzziultima modifica: 2017-11-18T08:48:37+01:00da atleticanotizie
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