Nicola Leonelli: potevamo batterci fino all’ ultimo minuto per il podio- di Matteo SIMONE

14657320_10207826829496377_7538613185933222129_n

 

Si è svolto il Campionato Europeo in Francia di 24 h ad Albi su un circuito di 1120 metri. Sono saliti sul podio maschile Dan Lawson (GBR) 261.843 km, Ondrej Velicka 258.661 km (CZE) e Stephane Ruel (FRA) 257.296 km.

Sul podio a squadre salgono Francia 763,291 km, Gran Bretagna 743,269 km, Germania 720,006 km. L’Italia si classifica sesta.

Tra gli atleti Italiani, Nicola Leonelli arriva 19° con 236.27 km, è andato fortissimo la prima parte della gara, era terzo dalla settima alla nona ora; Rovera Paolo 23° con 229.458 km, Paoletti Nerino 29° con 216.434 km, Zambon Andrea 53° con 197.384 km, Ciattaglia Diego 64° con 188.536 km.

Ho fatto alcune domande a Nico e riporto di seguito le sue risposte.

Ciao Nico sei andato fortissimo verso la sesta ora, volevi salire sul podio? Fare il record Italiano? “Sono partito per cercare di migliorare un po’ il mio personale e quindi collaborare per vincere la medaglia di bronzo a squadra, (le prime due posizioni erano scontate sin dall’ inizio). Mi ero programmato per tenere un’andatura di circa 11,2 km/h e cercare di tenerla il più a lungo possibile. Ho dovuto invece aumentarla un po’, in quanto iniziavo a sentire dei dolori al ginocchio, che generalmente si accusano negli allenamenti con passo lento. Sapevo che c’erano circa 25 atleti con Personal Best ben superiori a quello mio, di cui dieci avevano prestazioni superiori ai 250 o 260 km. Per cui quando mi avevano detto che ero terzo assoluto, sapevo benissimo che non potevo certo mantenere quella posizione ancora per molto. Forse l’unica piccola illusione che mi stavo facendo era arrivare tra i primi 10.”

24 ore di corsa a piedi su strada di giorno, di sera, di notte, su un circuito di 1120 metri, si corre con le gambe, ma ci vuole tanta testa per continuare, andare avanti e non mollare, bisogna sapere quanto si vale per non bruciarsi le prime ore, bisogna saper stare da soli, ascoltarsi, osservarsi.

Com’è stata la gara, hai avuto crisi? “Ho mantenuto una velocità abbastanza buona fino alla decima ora e mezza, poi il cambio di abito, a causa della riduzione delle temperature, mi ha creato l’inizio del calo dell’andatura. Cosa che probabilmente sarebbe accaduta ugualmente, anche senza lo stop.”

Cosa puoi fare per far meglio? “C’è il rammarico che come squadra, con un po’ meno sfortuna potevamo batterci fino all’ ultimo minuto per il podio.”

Cosa cambia ora per te? “Ora ho gli immancabili tanti dolori che seguono dopo aver corso per 24 ore e con essi, riemergono i soliti dubbi, se veramente ha un senso portare il corpo a questo eccessivo stremo.”

Cosa hai scoperto? “Ora il mio pensiero è di non partecipare più ad una 24 ore, ma so di averlo detto altre volte e di non averlo mantenuto. Una cosa però è sicura, che il rispetto o meglio la paura verso questo tipo di gara, mi è cresciuta man mano che le facevo.”

Contentissimo Vito Intini, coordinatore settore maschile 24 ore di corsa su strada, ecco le sue parole nel mentre della lunga gara: “L’emozione è immensa. Tutto sta funzionando alla perfezione. Tutti bravi! Squadra compatta e meritevole della maglia azzurra sia come atteggiamento sportivo che umano. Viva l’Italia!”

La Svedese Maria Jansson ha rispettato il pronostico arrivando prima delle donne e stabilendo il nuovo record svedese ed europeo con circa 250.647 km, bella condotta di gara, molto paziente, passa in testa solo a metà gara per rimanerci fino alla fine. La segue Patrycja Bereznowska (POL) che con 241.633 km stabilisce il nuovo record Polacco con un’eccezionale condotta di gara in progressione. Mentre sale sul gradino più basso del podio la connazionale Agata Matejczuk (POL) con 232.285 km, anche lei come la connazionale con una condotta di gara paziente ed in progressione.

Il titolo a squadra femminile va alle Polacche, l’argento alle Svedesi, il terzo posto alla Francia. La squadra Italiana si piazza all’8^ posto.

Eccezionale la gara dell’Italiana Brusamento Lorena che riesce a correre in 24 ore per 221.719 km, classificandosi 13^, Luisa Zecchino 23^ con 206.632 km, Addari Paola 31^ con 200.88 km, Milanesi Chiara 33^ con 198.681 km, Barchetti Monica 193.36 km, Fossati Maria Ilaria 46° con 181.915 km.

La gara open è stata vinta dai Francesi Puaud Fabrice del 1968, con 229.553 km e da Zanconato Christine di 54 anni che ha totalizzato 220.613 km classificandosi quarta nella classifica generale. L’Italiana Alica Najova con 190.917 km si classifica terza delle donne e 11^ nella classifica generale. Degna di nota la prestazione di Roland Vuillemenot di 70 anni che riesce a percorrere 201.087 classificandosi 8° assoluto.

Una gara ti testa, la mente guida il corpo, sono stati selezionati atleti capaci Atleticamente e mentalmente, atleti con elevata consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti, capaci di focalizzarsi per l’impegno fisico e mentale prolungato nel tempo, atleti con elevata esperienza in gare che possono essere considerate anche alienanti, che hanno sviluppato elevata autoefficacia e resilienza attraverso lunghi viaggi anche interiori che l’ultracorsa ti porta a fare, atleti che sanno gestire il momento presente ed il tempo che passa in modo performante, atleti che sanno accogliere, affrontare, gestire e prevenire crisi o difficoltà, atleti che sanno prendersi cura di se stessi anche dal punto di vista nutrizionale che diventa fondamentale in questo tipo di gara, atleti che sanno accogliere parole e suggerimenti di partner e tecnici per andare avanti senza mollare.

Ultramaratoneti e gare estreme (cosa motiva questi atleti? Quali i meccanismi psicologici? Cosa li spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici?), questo è il titolo del mio prossimo libro che racconta le storie, passioni, motivazioni, aneddoti di più di un centinaio di atleti che si dilettano a percorrere tantissimi chilometri in tante modalità, su strada, su sentieri, su tapis roulant.

Matteo Simone

Foto Galleria:

Nicola Leonelli: potevamo batterci fino all’ ultimo minuto per il podio- di Matteo SIMONEultima modifica: 2016-10-28T07:00:26+02:00da atleticanotizie
Reposta per primo quest’articolo