Grandi sfide del salto in alto: Brumel vs Thomas (1960-64) e Costa (83-94) vs Astafei (88-97)- di Giuseppe Baguzzi

 

1989, St.-Denis, France --- Cuban high jumper Silvia Costa during the 1989 Saint-Denis Meeting. | Location: Saint-Denis, France. --- Image by © Pierre-Yves Muel/TempSport/Corbis
Image by © Pierre-Yves Muel/TempSport/Corbis

 

I due grandi protagonisti dell’epoca d’oro dello stile straddle o ventrale si sono incontrati faccia a faccia sulla medesima pedana soltanto in sei occasioni, tutte grandissime peraltro: 2 Giochi olimpici, due campionati indoor Usa (cui il sovietico partecipava come ospite) e due incontri diretti tra le due maggiori potenze mondiali di allora, appunto Usa e Urss. Ebbene il colored Thomas non ha mai vinto, rimediando sei sconfitte anche quando “giocava” in casa, con il favore del pubblico e della pedana…

Si comincia in… campo neutro, alle olimpiadi di Roma 1960, dove il georgiano Shavlakadze mette d’accordo entrambi, vincendo l’oro a pari misura con Brumel, che si aggiudica la medaglia d’argento lasciando il bronzo a Thomas. 1-0

L’anno successivo Brumel viene invitato a partecipare agli Usa indoor di New York: è in grandissima forma perché da poco, il 28 gennaio a Leningrado, ha portato il record mondiale al coperto a 2.25. Arriva a New York una decina di giorni prima dell’evento ed il 17 febbraio prova la pedana del Madison Square Garden saltando 2.21. Poi, in occasione dei campionati del 25 febbraio, quando Thomas sbaglia i tre tentativi a 2.16, si accontenta di vincere il titolo con 2.18. Rimane ancora una settimana nella Grande Mela, il 3 marzo si congeda con 2.22 e rientra a Mosca. 2-0

Rimaniamo nel 1961, perché il 28 giugno Brumel a Mosca porta a 2.23 il record del mondo all’aperto. Meno di un mese dopo è in programma l’attesissimo match Urss-Usa che, visto il periodo storico, ha una valenza politica bel al di là delle semplici prestazioni atletiche. E’ in atto la cosiddetta “guerra fredda”, c’è la rivalità per il predominio spaziale (Gagarin ne è un esempio) e per le due superpotenze si tratta di… mostrare i muscoli al mondo. Il 16 luglio a Mosca il russo salta 2.05, 2.10, 2.13, 2.16 e 2.19 TUTTI ALLA PRIMA PROVA !!! Ma Thomas è ancora lì, a pari misura anche se con qualche errore precedente. Ed allora Brumel fa il “coup de theatre” e chiede i 2.24 del nuovo World Record: riesce nell’impresa solo al terzo tentativo, sfiorando la gara perfetta. Thomas deve inchinarsi. 3-0

Arriviamo al 1962 quando è in programma la rivincita tra i due colossi, stavolta negli States. La sede prescelta è Palo Alto in California, famosa per lo stadio della Stanford university. La data è quella del 22 luglio. Thomas inopinatamente non va oltre 2.08 ed allora Brumel, dopo aver superato 2.05-2.08-2.13 e 2.16 alla prima prova, fa un errore a 2.18, si rifà subito a 2.21 e poi, ineffabile, chiede i 2.26 del nuovo record mondiale e…lo salta al primo tentativo !!! Gara quasi perfetta. Thomas umiliato in casa sua. 4-0

Passiamo al 1963 quando il sovietico viene nuovamente invitato agli Usa indoor championship. La sede è ancora New York, la data il 23 febbraio. Thomas, che quando affronta Brumel appare decisamente sfiduciato, si ferma ai fatidici 7 piedi (2.13) e così Brumel trionfa salendo sino a 2.22. Siamo 5-0 per Brumel.

Ultimo atto della loro sfida personale sono i Giochi olimpici di Tokyo 64. Le medaglie si assegnano a 2.16 quando Brumel salta alla prima prova, Thomas alla seconda e Rambo alla terza. Sarà proprio questa la classifica finale, perché poi Brumel e Thomas sorvolano anche l’asticella a 2.18 al primo tentativo ma non cambiano le posizioni. Per Thomas la soddisfazione (magra) di aver pareggiato la misura di Brumel, dopo le scoppole rimediate precedentemente. Ma per lui il sovietico è imbattibile. Il loro duello ad alto livello finisce 6-0.

                                                   BRUMEL  6         THOMAS 0

Giochi di Roma 60             2° con 2.16            3° con 2.14

Usa ch. indoor 61                1° con 2.18i          2° con 2.13i

Urss-Usa 61                           1° con 2.24 WR   2° con 2.19

Usa-Urss 62                          1° con 2.26 WR   4° con 2.08

Usa ch. indoor 63               1° con 2.22i          2° con 2.13i

Giochi di Tokyo 64             1° con 2.18           2° con 2.18

DONNE

Fino agli anni Ottanta i Caraibi non ottenevano grossi risultati nel salto in alto in ambito femminile. A sfatare la tradizione ci pensa una ragazza cubana, Silvia Costa, nata il 4 maggio 1964 a La Palma-Pinar del Rio. Gli inizi sono più che promettenti: a quindici anni salta 1.80, a sedici 1.90, a diciotto 1.95 e a diciannove si classifica seconda alle Universiadi di Edmonton con 1.98, battuta a pari misura solo dalla Bykova. Nell’84 sale a 1.99 e nel 1985 ha la soddisfazione di superare 2 metri, prima donna caraibica a riuscire nell’impresa, vincendo le Universiadi di Kobe con 2.01. Deve aspettare il 1988 per incrementare di un altro centimetro (2.02) al Nikaia di Nizza. Nel 1989 la grandissima soddisfazione di vincere la World Cup di Barcellona con il pb di 2.04. Riuscirà ancora a saltare 2 metri nel 1994 a L’Avana vincendo per l’ennesima volta un titolo nazionale.

Sul fronte europeo fari puntati su una giovane romena, Alina Astafei, che ai mondiali junior di Atene si classifica seconda con 1.90. Ha solo 17 anni e due anni dopo vince il titolo iridato della categoria a Sudbury in Canada saltando 2 metri. Nel 1989 vince gli euroindoor di Den Haag in Olanda e le Universiadi di Duisburg, oltre a saltare 2 metri a Gateshead. Nel 1992 si cinge al collo la medaglia d’argento (salta 2 metri) ai giochi olimpici di Barcellona, battuta dalla tedesca Heinkel con 2.02 ma battendo la superfavorita Kostadinova, presentatasi con 2.05 in stagione ma ferma a 1.94 nella finale. Nel 1995 prende la nazionalità tedesca e proprio a Berlino il 3 marzo ottiene la miglior prestazione mondiale stagionale indoor saltando 2.04. Otto giorni dopo vince i mondiali indoor di Barcellona con 2.01: in agosto è seconda con 1.99 ai mondiali di Goteborg. L’anno dopo vince gli euroindoor di Stoccolma con 1.98 ma è solo quinta con 1.96 ai giochi olimpici di Atlanta. Non si dà per vinta. Sfiora il podio ai mondiali indoor di Parigi 97 e nel 1998 conquista l’argento agli euroindoor di Valencia e il bronzo agli europei di Budapest. Una carriera decisamente invidiabile

Giuseppe Baguzzi

Grandi sfide del salto in alto: Brumel vs Thomas (1960-64) e Costa (83-94) vs Astafei (88-97)- di Giuseppe Baguzziultima modifica: 2017-11-27T10:27:15+01:00da atleticanotizie
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