Lisa Borzani e la squadra Italia sul podio Mondiale Ultratrail

di matteo

di Matteo SIMONE

 

Nel panorama dello sport nazionale ed Internazionale il trail ed a maggior ragione l’ultratrail sono discipline sportive poche conosciute per diversi motivi. Trattasi di uno sport di corsa a piedi ma non in piste di atletiche e nemmeno su strade, bensì per sentieri di montagna e con dislivelli di altimetria.

In particolare l’ultratrail prevede distanze lunghissime e quindi un tempo di gara che può superare anche le dieci ore e quindi si compete anche in orari notturni e quindi le condizioni di gara sono impegnative non solo dal punto di vista del chilometraggio, del percorso fatto di sassi, fiumi, montagne, radici ed altro ma anche in condizioni atmosferiche avverse che vanno dal freddo o gelo che si può sperimentare in altitudini di montagna o anche tanto caldo dovuto alla temperatura elevata e dal dispendio di energia durante la prestazione sportiva.

Ora è giunto il momento di parlarvi di una ragazza semplice ma determinata nelle cose che porta avanti, nei suoi progetti di vita ma soprattutto nel suo sport che pratica, riuscendo ad ottenere successi personali e di squadra notevoli ed a livello internazionale.

Voglio presentarvi Lisa Borzani, forse è sconosciuta ai tanti non appossianati del Trail, io persoonalmente l’ho conosciuta al raduno Nazionale premondiale presso Badia Prataglia in aprile 2015, in quell’occasione la Nazionale Italiana maschile e femminile si è radunata per conoscersi prima di tutto, per far squadra, per capire cosa volevano e potevano fare in occasione dei Mondiali Ultratrail. In particolare è stata anche un occasione per presentarsi agli Italiani e soprattutto ai ragazzi del posto, infatti si è organizzato un’attività rivolta per tutti i ragazzi per avvicinarli al mondo trail spiegando il significato di questo sport dove ci sii sporca, si sente il freddo, la fame, la stanchezza.

Lisa Borzani in quell’occasione, in particolare, si è mostrata molto sensibile al mondo dei ragazzi trasmettendo le minime nozioni del trail ai ragazzi che erano molto interessati e facevano molte domande, loro stessi non vedevano l’ora di provare un percorso nature, infatti in quell’occasione si era deciso di orgnizzare un minitrail per i ragazzi ed un trail per i più adulti con gli atleti della Nazionale Italiana.

Insomma ho conosciuto Lisa, una ragazza detrminata, con passone, sensibile e che ci metteva il cuore nelle cose che faceva per se stessa e per gli altri.

Domenica 31 maggio si sono svolti i Mondiali Ultratrail e Lisa è riuscita, grazie alle sue capacità fisiche e mentali ma anche grazie alla squadra Italia ed alla squadra Famiglia, a portare l’Italia Femminile sul podio, forse inaspettato, arrivando 11^ donna al mondo e seguita da altre due atlete che portavano punteggio alla squadra femminile, Gloria Galery e Virginia Oliveri, ma anche tutte le altre atlete anno contribuito al bronzo della nazionale femminile, soprattutto simona Morbidelli che nonostante un piede dolorante ha provato fino al 60km a contribuire al podio ma poi assicuratasi che le altre due atlete riuscivano ad avanzare ed a restare al seguito di Lisa, ha deciso di mollare ma solo per salvaguardare la propria salute.

Ho pensato di fare alcune domande a Lisa per far in modo che quello che ha fatto fosse enfatizzato per lei stessa in modo da incrementare l’autoefficacia personale, infatti una fonte dell’autoefficacia fa leva su precedenti esperienze di successo, ma le domande servono anche per sviluppare l’autoconsapevolezza, per riflettere su quello che si è fatto, inoltre il mio intento è far conoscere il suo vissuto, il suo messaggio, ecco di seguito una breve intervista.

Lisa mi piacerebbe farti alcune domande, hai fatto una bella esperienza Internazionale, classificandoti 11^ donna in un campionato Mondiale, 1^ delle Italiane e riuscendo con la squadra femminile Italia ad ottenere un bronzo.

  1. Quale può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi a questo sport fatto di fatica, impegno, sudore, sofferenze?

Sono davvero contentissima di questa esperienza e anche del bel risultato raggiunto con la squadra soprattutto perché abbiamo dato tutto ciò che potevamo!

Un messaggio che secondo me è bene passare ai ragazzi è che in questo sport, come nella vita, è importante mettere passione, dedizione, voglia ed impegno in ciò che si fa perché la cosa importante non è vincere (anche se ciò può far piacere ovviamente!) ma sentire di “aver dato tutto” quando si taglia il traguardo. Credo che sia importante passare questo messaggio perché, appunto, la società di oggi è quella che esalta solo chi APPARE VINCENTE a scapito di chi invece mette impegno, fatica e cuore in quello che fa.

2. Cosa vuoi dire al tuo compagno Paolo, tua madre, tuo padre, alle donne del mondo?

Al mio compagno Paolo posso solo dire “Grazie” racchiudendo in quella parola tutto quello che qualsiasi frase non sarebbe capace di esprimere in maniera sufficiente ed adeguata come, invece, può fare solo il mio cuore.

A Omer&Mansu (i miei genitori) dovrei fare un monumento per l’assistenza in loco e da casa fatta di spostamenti in auto lungo il percorso di gare, di sonno patito (dato che la gara partiva alle 3 e 30 di notte!), di energie fisiche e mentali spese e fatta anche di accurate preparazioni di riso in bianco, torte light, panini con l’uva, caffè di moka, bottigliette di mezza acqua e mezza coca cola…insomma: una vera “banda” di assistenza professionale!! ;))

Alle donne del mondo bhe..mi verrebbe da invogliarle a correre in libertà magari per sentieri ma immagino che magari a molte di loro possa non piacere questo sport…però , in generale, potrei dire loro di coltivare le loro passioni siano esse legate allo sport o ad altro in modo da poter esprimere il loro modo di essere ed il loro sentire senza dover per forza passare per gli stereotipi della società di oggi che vuole donne “standard” assolutamente vincenti, attraenti ed efficienti.”

3. Quali sono state le tue sensazioni pregara, in gara, post gara ed ora cosa senti?

Le mie sensazioni pre gara non erano buone…anzi oserei dire che fino al mercoledì erano pessime! Ma questo l’avevo confidato solo a Paolo! Poi, quando sono salita sul pullman che ha portato noi italiani ad Annecy la tensione ha cominciato a sciogliersi complice anche il fatto che ero assieme ai miei compagni di squadra che sono proprio simpatici!

In gara fortunatamente sono stata sempre bene e questo mi ha sicuramente avvantaggiato moltissimo perché se il fisico reagisce bene anche la testa ne trae giovamento. Poi c’erano Paolo e mio papà a farmi il tifo ad goni ristoro perciò anche l’umore era dei migliori…diciamo che è stata proprio una giornata fortunata perché avevo delle belle sensazioni.

Ora sono contentissima perché le mie compagne di squadra ed io abbiamo ottenuto una medaglia ASSIEME, con il contributo di tutte.”

4. cosa cambia ora nella tuia vita, nei tuoi obiettivi?

Nella mia vita non cambia sostanzialmente niente. Certo che questa esperienza positiva è carburante puro che regala ancor più motivazione.

I miei obiettivi per quest’anno rimangono quelli che avevo già fissato ad inizio anno cercando di divertirmi sempre e di avere sempre passione per la mia corsa, proprio come è successo ad Annecy!”

Quindi un atleta mette in gioco non solo le capacità fisiche ed atletiche ma soprattutto capacità mentali di gestione di momenti preparatori alla gara, contestuali alla gara, infatti ora per ora bisogna monitorarsi e capire come ci si sente, come si sta andando, se l’andatura è quella giusta o è il caso di rallentare un pochetto per riservarsi energie importanti per concludere la gara con buone sensazioni. Inoltre c’è da considerare l’importanza dell’aspetto alimentare, come nutrirsi prima durante e dopo la gara, cosa portarsi a seguito bevande, gel, integratori, se sono previsti eventuali ristori durante il percorso.

Insomma è uno sport non semplice ma lo ritengo interessante per mettersi alla prova come esperienza di vita e come metafora di affrontare la vita giorno per giorno come si affronta chilometro per chilometro con la convinzione di avere la passione e la gioia così come si può avere la passione e la gioia di correre tra la natura superando qualsiasi avversità ed apprezzando il bello dell’esperienza e quello che si apprende ogni volta se si è aperti al nuovo.

Per concludere non posso che augurare a tutti gli atleti e gli organizzatori di continuare a promuovere un sano esercizio fisico per tutte le età e con qualsiasi modalità e sviluppare sempre nuovi percorsi naturali e consultare libri sulla psicologia dello sport e del benessere che sono anche reperibili presso Frizzi e Lazzi, negozio di “Scarpe running e non solo” sito in Manfredonia Corso Manfredi 303, oppure a Roma presso “Planet Sport Running”, viale Spartaco 60/66.

Matteo SIMONE

Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR

CONTATTI: 380.4337230 – 21163@tiscali.it

http://www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone

http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+simone+matteo.html

 

Lisa Borzani e la squadra Italia sul podio Mondiale Ultratrailultima modifica: 2015-06-09T10:40:33+02:00da atleticanotizie
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