Sono riuscito a vestire la maglia della mia nazionale, forse il sogno più grande- di Matteo SIMONE

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Ho avuto modo di conoscere tra i tanti runner dei mezzofondisti e tra i tanti quasi a fine carriera, Fabio Lettieri forse molto severo con se stesso e modesto, ma davvero un forte atleta, un po tartassato da infortuni fino a perdere la motivazione a correre serenamente. Di seguito si racconta.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o sempre un comune sportivo? “Durante la mia carriera agonistica, non mi sono mai sentito campione, forse perché sono sempre stato molto critico nei confronti di quello che facevo, ma un atleta forte si.”

Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “Sicuramente lo sport mi ha insegnato uno stile di vita. Mi ha insegnato a relazionarmi con la gente, e a conoscere la parte più profonda di me stesso. Ho imparato ad ascoltarmi, a sentire quello che il mio corpo mi diceva, in modo da riuscire a migliorarlo. Alla base dei risultati che ho ottenuto, ci sono state sicuramente le dote naturali che madre natura mi ha donato, ma a queste ho dovuto applicare sacrificio e testardaggine, che mi hanno aiutato a superare i momenti difficili.”

I momenti difficile fanno parte della vita, quasi come la morte diventano una certezza nella vita della persona e soprattutto dello sportivo, momenti di non forma o infortuni pregiudicano la carriera sportiva di un atleta. In quei momenti l’atleta deve tirare fuori gli aspetti vincenti che hanno a che fare con la resilienza, l’attesa serena, rimodulare gli obiettivi, ripartire un passo alla volta con fiducia e grinta.

Come hai scelto il tuo sport? “Nella mia vita, grazie anche ai miei genitori, ho sempre fatto sport, nuoto, calcio, atletica leggera. A quest’ultimo ci sono arrivato grazie ai giochi della gioventù, e quindi grazie ai miei insegnanti di educazione fisica a scuola.”

Compito nello scoprire i talenti oltre ai genitori, famigliari ed amici sono gli insegnanti di educazione fisica durante ii classici giochi della gioventù, è in quelle occasione che si possono notare ragazzini che corrono instancabilmente fino ad arrivare al traguardo esausti ma vincenti ed allora il passo successivo è proporgli di allenarsi e continuare a divertirsi correndo e partecipare a gare conoscendo posti nuovi.

Nella tua disciplina quali difficoltà si incontrano? “Io correvo gli 800m ed i 1500m, e quindi la fatica era il pane quotidiano di ogni allenamento. Durante la mia carriera, mi è poi capitato di incappare in qualche infortunio, in quei momenti allora la fatica raddoppiava, perché c’era sempre la voglia di tornare in forma più forte di prima.”

Quando c’è talento e vinci facile e vai sempre più forte, allora ci rimani male se l’infortunio di blocca, ti frena mentre gli altri vanno avanti.

Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? “Non ho mai seguito una dieta particolare, però ho sempre cercato di mangiare bene, eliminando alimenti troppo complessi o troppo pesanti.”

Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che più spesso ti hanno indotto a non concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale? “Nella mia carriera mi sono ritirato poche volte, ma le prestazioni non soddisfacenti sono capitate, e la maggior parte delle volte sono state causate da una non buona condizione fisica, causata da infortuni.”

Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Lo sport come stile di vita non l’ho abbandonato, è una parte fondamentale della mia esistenza che mi fa stare bene. Ho abbandonato però lo sport professionistico ed agonistico. Questo perché ero arrivato ad un punto che il mio corpo non riusciva più a sopportare i carichi di lavoro idonei per riuscire ad ottenere risultati di rilievo.”

Chi ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? “I miei genitori, che hanno sostenuto sempre la mia attività, i miei allenatori, che oltre ad allenarmi, hanno contribuito a farmi diventare la persona che sono oggi, i miei compagni di allenamento, ed il Centro Sportivo dell’Aeronautica Militare, che mi hanno permesso di fare l’atletica leggera da professionista.”

Qual è stata la gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o dove hai sperimentato le emozioni più belle? “In tutte le gare che ho fatto, ho sempre cercato di dare il meglio di me. Sicuramente quelle in cui sono andato meglio sono quelle in cui ho raggiunto il mio personale, o vittorie importanti per me e la mia società. Quelle in cui ho sperimentato le emozioni più belle sono state, quella del mio primo titolo italiano, emozione grandissima, e la gara del mio debutto in nazionale assoluta.”

Sono esperienze indimenticabii, un titolo Italiano ed il debutto in Nazionale, lì hai la consapevolezza di essere un campione e rimane nel cuore a vita a ricordarti nei momenti bui che sei una persona in grado di eccellere, di primeggiare, quindi ogni altra condizione non può che esssere provvisioria.

Qual è una tua esperienza che ti possa dare la sicurezza, la convinzione, che ce la puoi fare nello sport o nella vita? “Nella mia carriera agonistica, mi è capitato molte volte di dover ricominciare da capo a causa degli infortuni, e grazie alla mia caparbietà, sono sempre riuscito a tornare forte come prima. Quindi grazie a queste esperienze credo di aver acquisito la forza per raggiungere tutti gli obbiettivi che mi sono prefissato.”

Tante volte Fabio ha toccato il fondo ed altrettante volte ha toccato il cielo con un dito, si è mostrato una persona ed atleta resiliente,, sempre avanti nonostante gli infortuni.

Quali sono le tue capacità, risorse, caratteristiche, qualità che hai dimostrato di possedere? “Testardaggine, caparbietà, forza d’animo e di sacrificio.”

Quali i meccanismi psicologici ritieni ti abbiano aiutano nello sport al tuo benessere o alla tua performance? “Il fatto di credere in me stesso, e nelle mie capacità.”

Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività sportiva tesa al benessere o alla performance? “I miei famigliari ed i miei amici, mi hanno sempre sostenuto e supportato nei momenti difficili.”

E’ importante non rimanere da soli soprattutto nei momenti difficili, insieme è meglio per superare momenti di difficoltà.

Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Non ricordo un avvenimento in particolare, ma tutti, sia quelli belli che quelli brutti, mi hanno aiutato a crescere come persona e come atleta.”

E’ vero lo sport diventa scuola di vita, si impara ad eccellere ma anche a superare i momenti difficili nello sport e poi nella vita.

Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica? “Ho scoperto di avere un carattere forte e deciso.”

Come è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa nell’aver intrapreso un’attività sportiva costante ed impegnativa? “Non è cambiata molto, anche se molto spesso ero via da casa per stage di allenamento fuori dalla mia regione.”

Quali sono o sono state le tue sensazioni pregara, in gara, post gara? “Nel pregara, ero sempre molto concentrato e con la giusta dose di tensione, che nella maggior parte dei casi, sono riuscito a trasformare in energia positiva in gara. Una volta partita la competizione, la tensione passava e rimanevo concentrato sugli sviluppi della stessa, in modo da non rimanere sorpreso in caso di eventuali attacchi degli avversari. Nel post gara, dipendeva molto dal risultato ottenuto, felice se il risultato era stato positivo, o triste e molto critico su me stesso, se la gara era andata male.”

Hai dovuto scegliere nella tua vita di prendere o lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “No. Ho scelto di lasciare lo sport agonistico nel momento in cui mi sono accorto di non riuscire più ad essere competitivo.”

A seguito delle tue esperienze che consiglio ti andrebbe di dare a coloro che si trovano a dover fare scelte importanti nello sport? “Di credere sempre nelle proprie capacità e nei sogni.”

C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? “Mai. Ho avuto la fortuna di avere vicino a me delle persone che mi hanno insegnato i valori dello sport, e che mi hanno sempre consigliato per il meglio.”

Qual è un messaggio che vorresti dare per sconsigliare l’uso del doping e per fare uno sport teso al benessere o alla performance? “Lo sport dev’essere principalmente un’attività per stare bene con se stessi, e per esplorare i propri limiti. Se per fare ciò si assumono dei medicinali, a lungo andare, si creano delle alterazioni che ci possono cambiare e confondere, fino al punto da non riconoscerci più. Lo sport è bello quando è fatto di fatica e sudore, allora si che dopo un allenamento, o una gara, torni a casa soddisfatto!!!”

E’ vero il doping ti trasforma fisicamente e mentalmente, non ti riconosci più ed anche la gente non ti riconosce più, si perde il senso della ragione.

Riesci ad immaginare una vita senza lo sport? “No. Credo che lo sport, con le giuste dosi e precauzioni, faccia bene e tutte le età.”

Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Credendo sempre nei mie mezzi, e grazie alla vicinanza dei mie famigliari, amici, allenatori e compagni di allenamento.”

Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport, se si per quali aspetti ed in quali fasi dell’attività sportiva? “Io credo che sia utile soprattutto nella fase di avvicinamento alle gare più importanti. Ti può aiutare a visionare la gara, a viverla ed analizzarla ancora prima di farla, in modo da sapere già in anticipo come comportarsi. Ti può aiutare a convogliare le energia nella direzione giusta, e ad analizzare in maniera propositiva gli errori che possono aver provocato un insuccesso.”

Concordo, la gara va studiata bene nei minimi particolari da solo, con l’allenatore, mentalmente, conoscendo te stesso, il campo di gara, gli avversari, conoscendo bene le tue sensazioni corporee, le tue energie che ti vanno in circolo, bisogna essere oltre che preparati fisicamente anche molta preparazione scientifica e mentale è importante per non trascurare il minimo particolare, la minima aspettativa, credenza.

Quale può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi a questo sport fatto di fatica, impegno, sudore, sofferenze? “Correre ti permette di conoscere la parte più nascosta di te stesso, di esplorare i tuoi limiti.”

E’ sempre una grande scommessa, una grande sfida con te stesso e con gli altri, è una messa alla prova e sei felice di metterti in gioco, in discussione, di sperimentare, osare.

Quali sono i sogni che hai realizzato e quali quelli da realizzare? “Lo sport mi ha permesso di conoscere persone e luoghi fantastici. Sono riuscito a vestire la maglia della mia nazionale, forse il sogno più grande. Ora nella vita di tutti i giorni spero di riuscire sempre a dare il meglio di me stesso, e di essere un esempio positivo per i ragazzi che alleno e per mio figlio.”

Matteo SIMONE

Sono riuscito a vestire la maglia della mia nazionale, forse il sogno più grande- di Matteo SIMONEultima modifica: 2016-05-03T06:00:16+02:00da atleticanotizie
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