Mi sono sentito un campione il giorno che vinsi una competizione di karate- di Matteo SIMONE

2013 febbraio Milano

 

Riccardo Pagliari ha trovato nello sport una sorta di terapia, in particolare nella pratica del Karate ha sperimentato talmente benessere da sentirsi campione e sperimentarsi più sicuro di se stesso e più capace di affrontare la vita quotidiana e di relazionarsi con gli altri, Ecco come si racconta.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Si mi sono sentito un campione il giorno che vinsi per la prima volta una competizione di karate.”

Come ha contribuito lo sport al tuo benessere? “Ha formato il mio carattere, mi ha dato la capacita di relazionarmi con estranei.”

Ci sono diverse modalità per relazionarsi, ed a volte lo sport aiuta ad incontrare persone e popoli, a faticare insieme, a lottare per la vittoria, a condividere gioie e dolori.

Come hai scelto il tuo sport? “Su consiglio di uno psicologo per migliorare le mie capacita di relazionarmi con gli altri sia familiari che estranei.”

Lo psicologo non fa solo diagnosi, non fa solo interventi di sostegno, non cura solamente, non risolve solo problemi, ma, in base alla sua espereienza e formazione e soprattutto se è anche psicoterapeuta, aiuta le persone ad aiutarsi, ad individuare risorse personali, capacità che a volte non si conoscono, aiuta a farti vedere dei percorsi percorribili, ed in base alle persone mette in atto deglli strumenti e metodi idonee ad aiutare la persona nel suo percorso.

Nella tua disciplina quali difficoltà si incontrano? “Nel karate l’allenamento è a 360° non puoi tralasciare niente, resistenza, massa muscolare e velocità sono le basi e devi allenarle in egual misura, il karate allena i riflessi e la capacita di ragionare in fretta, capire quando e dove colpire durante la gare è la prima cosa ad essere insegnata prima dei combattimenti, nel karate si rischiano due tipi di danni quelli fisici: fratture, stiramenti ed altri problemi muscolari sia quelli di tipo mentale: essere spavaldi, troppo sicuri di se, o non accettare sconfitte o verità. Mentre per i primi basta il riposo nei secondi il karate si pone l’obbiettivo di cambiare e plasmare un carattere in grado di essere in pace con se stessi nel senso di sapersi accettare per come sei cercando sempre di migliorarsi.”

Il karate diventa una via per l’autoconsapevolezza, per conoscersi meglio, per curare e migliorare aspetti carenti, diventa una sorta di alchimia di capacità da potenziare e da utilizzare negli allenamenti, negli incontri e nella vita quotidiana.

Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? “Ovviamente un alimentazione corretta bisogna seguirla sempre sia prima che durante le gare. Ma durante una competizione si cerca di mangiare leggero per non appesantirsi frutta e verdura e succhi di frutta erano la base del mia pasto pre-gara.”

Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che più spesso ti hanno indotto a non concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale? “Ambientali nessuna ma fisiche sono state un cattivo riscaldamento, un dolore inaspettato o una cattiva preparazione fisica (allenamento eseguito male).”

Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Ho dovuto mollare il karate per mancanza di tempo ed orari incompatibili con le lezioni universitarie.”

Nella vita si fanno scelte momento per momento, è importante comprendere e conoscere le proprie possibilità, i propri bisogni ed esigenze e fare decisioni importanti.

Chi ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? “I miei compagni di squadra e il mio maestro hanno reso questo sport speciale per me, anche un incoraggiamento da parte dei miei genitori ha aiutato a contribuire a rendere questo sport stupendo.”

Da soli non si va da nessuna parta, è preferibile fidarsi ed affidarsi a persone di riferimento che diventano una rete sociale di protezione e sostegno, che ti incoraggia, ti sostiene, ti supporta, fa il tifo per te nello sport e nella vita.

Qual è stata la gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o dove hai sperimentato le emozioni più belle? “La gara della mia vita non è stata nel karate ma nello sci quando ero in montagna in vacanza con i miei, ogni fine corso i maestri organizzavano una gara per vedere chi era il migliore di tutti gli studenti e io vinsi questa gara sconfiggendo persone più grandi di me io avevo solo dieci anni.”

Qual è una tua esperienza che ti possa dare la sicurezza, la convinzione, che ce la puoi fare nello sport o nella vita? “La gara di sci, se a dieci anni ho sconfitto ventenni allora posso fare molto di più in futuro sia nell’ambito sportivo sia non.”

Quali i meccanismi psicologici ritieni ti abbiano aiutano nello sport al tuo benessere o alla tua performance? “Amicizia e solidarietà tra chi pratica lo stesso sport e un aiuto esterno dai genitori che mi hanno incoraggiato a continuarlo.”

Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività sportiva tesa al benessere o alla performance? “Ora non ne ho una, purtroppo, e questo gli fa dispiacere in passato ne erano fieri.”

Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Stavo facendo una gara di sci, era uno slalom e ci misi pochissimo tempo a completarlo, arrivato a valle me ne vantai con tutti, gli altri ridevano e io non capivo perchè, quando arrivò il maestro scoprii che ne avevo saltato metà avevo trascinato a valle due porte (le porte sono le aste che si piantano nella neve per creare i percorsi) dopo un primo momento di vergogna risi con loro per tutta la giornata.”

Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica? “Che non potevo rimanere sempre cosi timido e chiuso in me stesso, ho dovuto modificare me stesso fino a quello che sono oggi, sì è stato strano, ero soddisfatto per aver dato tutto me stesso, amareggiato perchè non è servito a vincere e poi mi sentivo prosciugato di tutte le mie forze.”

Quali sono o sono state le tue sensazioni pregara, in gara, post gara? “Nel pre-gare ansia e nervosismo, durante la gara non penso a niente se non all’obbiettivo e a cosa devo fare, nel post-gara dipende se ho vinto o perso, nel primo caso soddisfazione nel secondo insoddisfazione ma anche voglia di migliorarsi.”

Quali sono i tuoi pensieri? Pensare al traguardo, pensare a tutto quello che si è investito per la gara, in termini di allenamenti, di preparazione atletica, mentale? “Saper guardare lontano serve ma i pensieri principali sono tutti rivolta al migliorarsi e a fare quello per cui ti sei allenato tutto questo tempo.”

Ti è capitato di avere la sensazione che ti cascasse il modo addosso, se si come sei riuscito a toglierti la polvere di dosso e continuare dritto? “Una gara di karate in cui non vi erano restrizioni di peso ma solo range di età ne rimasi molto spiazzato e all’iniziono non sapevo come affrontare gli avversari.”

Hai dovuto scegliere nella tua vita di prendere o lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Si quello che mi è successo iniziando l’università.”

C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? Qual è un messaggio che vorresti dare per sconsigliare l’uso del doping “Avendo avuto un insegnamento sano da parte di maestri e compagni non sono mai incorso in questo problema. Il messaggio è: il doping è inutile rovina lo sport e la competitività e poi ti sottrae il desiderio di migliorarti.”

Riesci ad immaginare una vita senza lo sport? “No ma in questo momento la sto vivendo perchè non riesco a far convivere studi con sport.”

Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Sempre con raziocinio, cercavo di capire dove e come ho sbagliato e come potevo evitare di incorrere di nuovo in un infortunio o sconfitta.”

Hai mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere atleta, è successo che ti abbiano consigliato di ridurre la tua attività sportiva, hai mai pensato di smettere di essere atleta? “Si ho rischiato infortuni ma questo non mi ha mai fermato e mai ho desiderato di smettere anche se sapevo che non sarei mai diventato un campione.”

Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport, se si per quali aspetti ed in quali fasi dell’attività sportiva? “Non ho mai sentito parlare dello psicologo dello sport ma so per esperienza che lo sport è un ottima terapia per formare e aiutare i ragazzi.”

Quale può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi a questo sport fatto di fatica, impegno, sudore, sofferenze? “Questo è uno sport con una storia millenaria ha tradizioni e un suo galateo, richiede rispetto e reverenza verso i maestri che hanno perfezionato e creato quest’arte marziale, ma se voi riuscirete a chinare il capo di fronte a questi principi vi si aprirà una realtà di onore e rispetto, e voi apprenderete il modo di affrontare non solo gli avversari che avrete davanti ma anche la realtà che vi circonda, verrete formati caratterialmente e fisicamente vi renderà uniti in gruppo e forti in solitario, vi farà pensare velocemente a come affrontare difficoltà di ogni giorno, ricordate se volete solo menare le mani non fa per voi ma se volete imparare nessuno è rifiutato.”

Quali sono i sogni che hai realizzato e quali quelli da realizzare? “In ambito sportivo non lo so ma so che in futuro anche se lontano voglio riprendere a fare sport anche se non potrò riprendere il karate ma almeno andare in palestra. Un sogno è che un mio futuro figlio possa voler fare anche lui karate.”

Matteo SIMONE

Mi sono sentito un campione il giorno che vinsi una competizione di karate- di Matteo SIMONEultima modifica: 2016-05-20T07:00:28+02:00da atleticanotizie
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