LA SAGGIA IDEA DI ALESSIA TROST: FARSI ALLENARE DA PAPA’ TAMBERI-di Giuseppe Baguzzi

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Saggia Alessia. Saggia idea quella di cercare nuovi stimoli. E saggia scelta quella di lasciare Pordenone e trasferirsi per gli allenamenti in quel di Ancona da Marco Tamberi, papà e allenatore di Gianmarco. L’atletica italiana non può permettersi di disperdere un patrimonio come quello che “madre natura” ha fornito in dotazione alla ragazzona friulana, reduce da una stagione nettamente inferiore alle attese. Vediamo come la Trost è arrivata a prendere questa importante decisione.

Sembra un lontano ricordo quel 2013 che la vide issarsi in vetta alle graduatorie stagionali mondiali indoor con quel bellissimo 2 metri sorvolato a Trinec il 29 gennaio al termine di una ”gara perfetta” che la vide superare sempre alla prima prova 1.76-1,81-1.85-1.88-1.91-1.94 e 2 metri. Ed ancora il successivo 1.98 saltato all’aperto a Tampere il 13 luglio per il titolo europeo della categoria under 23. Poi seguì un tribolatissimo 2014. Nonostante la buona premessa dell’1.96 indoor saltato a Padova l’11 gennaio, in primavera cominciarono ad insorgere problemi alla caviglia del piede di stacco. Il 20 giugno a Conegliano non andò oltre 1.82 e il 28 giugno si fermò a 1.84 con soli cinque appoggi di rincorsa. Poi tutti risultati tra 1.89 e 1.90 fino ad un massimo, a settembre, di 1.91 a Rovereto e Rieti. La successiva annata 2015 era iniziata alla grande nelle gare al coperto: 1.96 a Hustopece il 24 gennaio davanti alla spagnola Beitia poi ancora 1.96 a Banska Bystrica il 4 febbraio battendo nientemeno che la Beitia e le due russe Shkolina e Kuchina. Per concludere le indoor con la medaglia d’argento agli euroindoor di Praga il 7 marzo sorvolando 1.97 a pari misura con la vincitrice Kuchina. Nella stagione all’aperto qualcosa cominciò ad incrinarsi già al Golden Gala di Roma il 4 giugno quando non andò oltre 1.85. Tre giorni dopo però arrivò l’1.91 di Birmingham, poi l’1.94 di Cheboksary in Eurocup e il successo con 1.90 agli europei under 23 di Tallinn. Cinque giorni dopo nella tappa Diamond di Montecarlo (singolare analogìa con l’infortunio di Gianmarco Tamberi…) Alessia è solo settima con 1.91 e iniziano a manifestarsi problemi al tendine d’Achille della gamba destra. Problemi che consigliano di non insistere oltre. Stagione finita e cure appropriate per non rischiare di perdere la stagione successiva, quella dei giochi di Rio. Arriva così il 2016. Subito 1.90 a Gent al rientro alle gare, poi 1.93 a Glasgow e 1.95 a Madrid nel mese di febbraio. Vince con 1.94 gli assoluti di Ancona e poi è settima con 1.93 ai mondiali indoor di Portland in marzo. Poi qualcosa si blocca. Per dirla con una espressione tanto cara al tecnico federale Ponchio sembra che Alessia abbia perso il “TA-TAN” , che non sarebbe altro che il ritmo degli ultimi due passi della rincorsa, ravvicinati, quando si deve trasformare la velocità orizzontale (acquisita appunto nella rincorsa) in forza ascensionale per il salto. Dopo un indecifrabile 1.89 agli europei di Amsterdam il 7 luglio, Alessia fa appello alla sua classe per sparare 1.94 in qualificazione ai giochi di Rio e 1.93 per il quinto posto in finale il 20 agosto. Ma l’obiettivo era un poco più su, a 1.97 che poteva valere una medaglia olimpica. Un misto di delusione e di soddisfazione. In parti uguali? Tocca a Marco Tamberi ricostruire il teorema. Certo che per Alessia sarà un grandissimo stimolo quello di allenarsi con Gianmarco. Nel 2017 li vogliamo rivedere lassù. Entrambi.

di Giuseppe Baguzzi

LA SAGGIA IDEA DI ALESSIA TROST: FARSI ALLENARE DA PAPA’ TAMBERI-di Giuseppe Baguzziultima modifica: 2016-09-04T09:13:12+02:00da atleticanotizie
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