Anche Mo Farah tra le «vittime» degli hacker per il TUE
|Mo Farah è tra le «vittime» della battaglia tra gli hacker russi di Fancy Bear e l’Agenzia Mondiale Antidoping (Wada) dai cui server lo scorso agosto i pirati informatici hanno sottratto migliaia di TUE – autorizzazioni all’uso terapeutico di sostanze altrimenti dopanti – che sarebbero dovute restare essere totalmente riservate.
Tra i documenti relativi a Farah resi noti lunedì, il re della corsa di lunga distanza che ai Giochi di Rio ha doppiato le vittorie nei 5 mila e 10 mila metri già ottenute a Londra 2012, il documento più importante è una tripla autorizzazione del luglio 2014 che legittima l’uso di flebo soluzione fisiologica a base di morfina e Vicodin (altro narcotico) in dosi elevate e con frequenza oraria per due giorni consecutivi in seguito a ospedalizzazione per collasso in allenamento. Un episodio mai reso noto e preoccupante perché aveva avuto un precedente simile quattro mesi prima quando il somalo naturalizzato britannico crollò a terra subito dopo il traguardo della mezza maratona di New York. Anche in quel caso ricovero e terapia intensiva, con ragioni della crisi mai rese note. Farah è da tempo sotto accusa dei media inglesi per i sospetti che gravitano attorno al suo coach, l’americano Alberto Salazar.
Tra gli atleti citati in questo rapporto c’è anche Francine Niyonsaba, la burundese seconda dietro a Caster Semenya negli 800 metri olimpici di Rio. Nel suo caso il TUE autorizza un uso quotidiano per due anni di Tibolone, principio attivo dei farmaci che contrastano gli effetti della menopausa. La Niyonsaba, come del resto la Semenya, è portatrice di un mutamento delle caratteristiche sessuali che giustifica l’assunzione di alcune tipologie di farmaci, la cui esatta natura la Federazione internazionale di atletica non ha però mai voluto indicare.
Anche Mo Farah tra le «vittime» degli hacker per il TUEultima modifica: 2016-09-19T19:51:30+02:00da
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