Simona Morbelli vincitrice assoluta del Tor des Chateaux, ultratrail di 100k- di Matteo Simone

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Simona Morbelli è la vincitrice assoluta del Tor des Chateaux, una gara ultratrail di 100km, arrivando prima di chiunque, uomini e donne, come è successo in altre gare di lunga distanza dove a prevalere è stata una donna. Tutto ciò nel giorno della festa della mamma, il 14 maggio 2017, mamma fortissima e tantissimo resiliente.

Il suo prossimo importante obiettivo del 2017 è la 100 miles Leadville Race Series e il suo percorso di avvicinamento raccoglie due vittorie preziose, la Tuscany Crossing e il Tor des Chateaux.

Sempre socievole e sorridente, alimentata da una forte passione e sostenuta da famiglia e amici, Simona sta riempiendo i serbatoi emozionali di gioia e soddisfazione molto utili per il suo percorso verso prossimi obiettivi importanti e sfidanti come la 100 miles Leadville Race Series.

Di seguito approfondiamo la sua conoscenza attraverso risposte a un questionario di alcuni anni fa. Per approfondimenti è possibile consultare, a pag. 141-148, il libro “Ultramaratoneti e gare estreme“, Prospettiva Editrice. Collana: Sport & Benessere, 2016. EAN: 9788874189441.

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Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? “Ognuno di noi, in modi differenti dovrebbe cercare di migliorarsi. Sono sempre stata attratta da ogni cosa che potesse portarmi a superare i miei limiti. Ho iniziato correndo un circuito di 3.3 km nella riserva di caccia di casa mia in campagna, adesso reputo corta una gara da 50 km ed ho imparato a gestirmi in maniera tale da migliorarmi nella prestazione dopo il 50 km.”

Simona apprende a far bene gradualmente con esperienza di superamento graduale delle difficoltà ed ostacoli, aumenta gradualmente l’asticella ed allunga i percorsi di gara un po’ per volta accorgendosi sempre di più di essere portata per questo tipo di competizione.

Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta? “Nasco alpinista (parolone) e scalatrice, ho iniziato a correre casualmente per aumentare la capacità polmonare.”

Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta? “La corsa per me è un gesto naturale, lo amo, e se un giorno dovessi mettermi a fare delle regate oppure motocross la corsa in natura farà sempre parte della mia quotidianità.”

Come tanti altri scopre la corsa per caso e se ne innamora. E’ un amante del nuovo, si adatta alle circostanze ed ai cambiamenti ma la corsa è un amore che non abbandonerà mai.

Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Supero il limite ogni volta che decido di prepararmi per un tipo di gara completamente differente nel percorso dal mio conosciuto. Il lavoro mentale è fondamentale.”

Sempre alla ricerca di nuove e sfidanti competizioni, scopre che è importante la preparazione fisica e l’approccio mentale per questo tipo di gare di endurance con forte difficoltà di sentieri e dislivelli.

Quali i meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme? “La motivazione credo sia la componente principale. Fare qualcosa che ti piace e farlo con degli obiettivi porta ognuno di noi a migliorarsi e non mollare. Forza, determinazione, costanza, resilienza, nel momento stesso in cui sei realmente motivato il tuo corpo aiutato dalla tua mente ti può portare ovunque.”

E’ consapevole che il motore del suo successo è la motivazione, finchè è motivata c’è voglia di migliorarsi e di far bene, con la motivazione si è più resilienti, si è più disposti ad affrontare fatica e sofferenza, se manca la motivazione tutto diventa più difficile e si è più disposti a mollare.

Che significa per te partecipare ad una gara estrema? “L’estremo è soggettivo e dipende anche dalla preparazione personale. Potrei veder scalare un 9A+ con elasticità e grazia stupendomi, senza rendermi conto che per l’atleta che sta compiendo quel gesto si tratta di un qualcosa di conosciuto e di fattibile dal momento che lo sta facendo. Il mio estremo potrebbe dunque essere quello di portare a termine con una buona prestazione una gara per nulla affine alle mie caratteristiche atletiche senza per questo cercare il pericolo, parola amata molto da chi ci vorrebbe tutti insani di mente per giustificare la propria inadeguatezza.”

Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile? “Annecy 2015. Partecipare ai campionati del mondo con la maglia azzurra ha avuto per me un valore enorme, oserei dire inaspettato per quanto forte. Mi sono preparata al meglio, sono partita volendo onorare me stessa, la maglia e la gara per poi scoprire dopo pochi km che non avrei potuto farlo a causa di un ernia (diagnosticata quattro giorni dopo), che mi ha bloccato il gesto. Ho continuato la gara finché ho potuto nonostante fossi l’ombra di me stessa.”

Quando ce la metti tutta per far bene, per onorare una maglia indossata della nazionale italiana ma scopri che il fisico si arrende e ti si rivolge contro allora c’è un momento di disperazione, di fallimento, di sconfitta, di riflessione, ti mette davanti al limite, alla difficoltà, alla resa, in quel momento bisogna farsene una ragione e saper pazientare in attesa di un recupero per poter lavorare meglio con costanza e ritornare a far bene.

E’ successo che ti abbiano consigliato di ridurre la tua attività sportiva? “A questa domanda sorrido. Sono davvero gestita al meglio. Ho una programmazione accurata che tiene conto delle mie gare e del mio benessere psicofisico. Faccio una gara al mese, questo sia perché non trovo logico e proficuo né per la forma fisica tantomeno per la performance fare gare ogni fine settimana, inoltre oltre a ritenerlo poco professionale ho per fortuna altri interessi che mi impegnano i week end senza per forza evitare gli allenamenti. Quelli non si evitano mai, ma si possono fare ovunque.”

Usi farmaci, integratori? Per quale motivo? “Ho la fortuna di essere seguita da Fulvio Massa, mio preparatore, fisioterapista e massaggiatore sportivo. Sono seguita anche da uno staff di professionisti che mi aiutano nell’integrazione e cure mediche. Mi sottopongo a sforzi enormi durante il periodo di carico e la conseguente gara, mi sembra logico prendermi cura di me stessa. Faccio esami di controllo ogni sei mesi ed in base ad eventuali carenze gestisco il recupero. Vitamine, ferro, potassio, antiossidanti, omega3.”

Per essere a certi livelli e per competere in competizioni che richiedono ore e ore di duro lavoro è importante affidarsi ad esperti e non trascurare nessun aspetto.

Matteo SIMONE

http://www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone

http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo

https://www.ibs.it/ultramaratoneta-analisi-interminabile-libro-vari/e/9788898615872

Simona Morbelli vincitrice assoluta del Tor des Chateaux, ultratrail di 100k- di Matteo Simoneultima modifica: 2017-05-17T16:00:25+02:00da atleticanotizie
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