Le grandi sfide salto in alto: Osborn vs Brown (1922-25) e Balas (54-66) vs Mason-Brown (56-66)- di Giuseppe Baguzzi

 

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Ancora due interpreti del western-roll comandano le graduatorie mondiali del periodo, entrambi provenienti dalla eastern-coast: l’occhialuto Harold Osborn, nato a Butler-Illinois il 13 aprile 1899, e Leroy Brown, nativo di New York, più giovane di tre anni.

Osborn, dopo alcune scaramucce con Murphy a livello dei College, accede alle graduatorie mondiali nel 1922 quando salta 1.981 a Des Moines e si piazza secondo ai campionati nazionali. Nel 1923 guida le liste con 1.994 ma la stagione che lo consacra tra i grandi della specialità è quella successiva. Nelle gare indoor salta due volte 1.981 poi si presenta all’avvio della stagione outdoor stabilendo il nuovo WR con 2.038 (arrotondato a 2.04) a Champaign il 27 maggio. Come biglietto da visita non c’è male. Così si accontenta del primo posto con 1.92, a pari merito con Poor, ai trials di Cambridge, validi come selezione per i giochi di Parigi. Ed è qui che incontra Leroy Brown, piuttosto in sordina, cui basta qualificarsi. L’anno prima Brown si era messo in evidenza vincendo i campionati AAU con un salto a 1.972 a Chicago il 1° settembre e poi, nel 1924, era salito sino al pb di 1.994 a New York una settimana prima dei trials. Tutto rimandato, dunque, per quanto riguarda il vero scontro diretto, alla gara olimpica del 7 luglio.

Nella Ville Lumière restano in tre a superare 1.92: Osborn (che salta tutte le misure al primo tentativo), Brown e il francese Pierre Lewden, che salta ancora con lo stile eastern-roll ma si esalta dinanzi al suo pubblico. A 1.95 Lewden sbaglia e i due americani restano soli. Osborn salta ancora 1.95 alla prima prova, come Brown, e riesce pure a 1.98 dove invece Brown deve arrendersi. L’oro è suo. Inutili i successivi tentativi a 2.02.

Poi Osborn si rende protagonista di un’altra impresa: negli stessi Giochi vince anche l’oro nel decathlon con 7.711 punti, primo ed unico atleta della storia a vincere alto e decathlon all’olimpiade. Nella gara di alto delle prove multiple non si smentisce e salta 1.97…. Mentre Leroy Brown si avvia a fine carriera (salta ancora 1.97 agli Inter Collegiate IC4A di Cambridge nel 1926), Osborn dopo la favolosa stagione 1925 (nel corso della quale salta ben sette volte oltre i 2 metri) si prende un po’ di respiro nel 1927 per ripresentarsi all’appuntamento dei giochi di Amsterdam del 1928. Va bene essere longevi ma, per quei tempi, 29 anni dopo dieci di battaglie sono tanti anche per lui. Nella gara olimpica vince Bob King con 1.94 (ai trials aveva primeggiato in 1.96) e Osborn finisce quinto con 1.91, la medesima misura del secondo classificato, l’altro statunitense Ben Hedges. Osborn salterà ancora 1.981 indoor nel 1935 alla…. veneranda età di 36 anni !!!

Donne

Abbiamo accennato più addietro, parlando dei giochi di Melbourne ’56, ad una sconosciuta romena quasi ventenne, giunta al WR di 1.75 ma solo quinta nell’olimpiade australiana. Vi dobbiamo qualche spiegazione. Iolanda Balas è stata in realtà una delle più grandi saltatrici in alto nella storia dell’atletica. Nata a Timisoara il 12 dicembre 1936 ha cominciato a farsi conoscere con il secondo posto agli europei di Berna ’54. Alta 1.85, con gambe lunghissime da fenicottero, saltava con lo stile eastern-roll, una forbice che, dopo lo stacco, prevede un brusco piegamento laterale del busto per innalzare il baricentro sopra la sbarra. Per spiegarci meglio e farvi capire di quale atleta si trattasse lasciamo parlare le cifre. In più di un decennio di attività ha conquistato due ori olimpici (Roma 1960 e Tokyo 1964), tra il 1957 ed il 1967 ha vinto 140 gare consecutive, sì avete letto bene, proprio 140 senza mai trovare una avversaria in grado di batterla. Non solo: ha migliorato per 14 volte il record del mondo portandolo da 1.74 a 1.91. Tale misura ha resistito oggettivamente poco, fino al 1971, con Gusenbauer prima e Blagoeva poi, finché l’era del Fosbury-flop ha consentito ad altre atlete di migliorarla, grazie alla nuova tecnica di salto all’indietro. Senza contare gli innumerevoli successi ottenuti, indoor e outdoor, nei campionati europei, alle Universiadi e nei Giochi dei Balcani. E’ stata anche la prima saltatrice della storia a valicare i fatidici 6 piedi (1.834).

Una delle sue più acerrime avversarie, ma sempre soccombente, è stata l’australiana Micheline Mason-Brown, nata il 3 luglio 1939. Solo sesta ai giochi olimpici di Melbourne ’56 interprete dello stile scissors, vince i Giochi del Commonwealth del 1958 a Cardiff. Il suo anno migliore è il 1964 quando vince la medaglia d’argento alle olimpiadi di Tokyo saltando 1.80 alle spalle, indovinate un po’ di chi…, della Balas. Nello stesso anno ha pure la soddisfazione di saltare a Sydney, diciassette giorni dopo Tokyo, la misura di 1.835, seconda donna al mondo a valicare i fatidici 6 piedi: dopo la Balas. Nel 1966 rivince i Giochi del Commonwealth a Kingston, poi si ritira a 28 anni. Grande talento naturale, si dice abbia saltato 1.88 in allenamento….

Giuseppe Baguzzi

Le grandi sfide salto in alto: Osborn vs Brown (1922-25) e Balas (54-66) vs Mason-Brown (56-66)- di Giuseppe Baguzziultima modifica: 2017-11-05T08:59:23+01:00da atleticanotizie
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