La primatista mondiale di maratona Mary Keitany incontra Papa Francesco a Roma

La detentrice del record mondiale di maratona femminile Mary Keitany e la sua famiglia hanno avuto una rara opportunità,  ricevere la benedizioni da Papa Francesco in Vaticano.

Insieme al marito Charles Koech, che è anche coach e ai loro due figli, Assumpta Samantha Cherop e Jared Kipchumba, si sono diretti in Italia dove hanno partecipato a una messa presieduta dal Papa.

Keitany è quattro volte campionessa della maratona di New York.

Papa Francesco è stato in Kenya nel 2015 dove ha celebrato una messa presso la sede dell’Università di Nairobi alla quale hanno partecipato migliaia di fedeli cattolici.

Come ti sei sentita ad incontrare il Papa per la prima volta?

È stata una sorpresa essere in Vaticano, qualcosa che non riesco nemmeno a spiegare. Pensavo di vederlo da lontano, ma essere in grado di incontrarlo di persona e stringergli la mano era qualcosa che non lo dimenticherò mai nella mia vita.

L’ultima volta che papa Francesco è venuto in Kenya, la gente ha viaggiato da tutto il paese a Nairobi per partecipare alla sua messa e si poteva vederlo sooo a distanza, ma è stato un grande onore scambiare un saluti con lui.

Qualche messaggio di papa Francesco alla vostra famiglia?

Quando abbiamo incontrato papa Francesco, è accaduta una cosa interessante perché mia figlia, Assumpta Samantha Cherop, aveva con sé una foto che aveva portato da casa, in Kenya. L’abbiamo presa quando abbiamo visitato una scuola e sullo sfondo della  foto c’era  papa Francesco sul muro.

Mia figlia voleva fare una foto con lui da circa tre anni. Così, quando stavo andando a Londra, il mio manager Gianni Demadonna mi ha informato della possibilità di andare a Roma per incontrare il Papa, ma sapevamo quanto sarebbe stato difficile.

Quando mia figlia ha sentito questo, mi ha ricordato la foto che ha scattato e mi ha detto che avrebbe voluto regalarla a papa Francesco

Il Papa è stato felice di ricevere il regalo. Ha anche chiesto a mio figlio quale fosse il suo nome e cosa facciamo, gli abbiamo detto e  spiegato che sono un atleta. Ci ha detto di lavorare sodo e di usare bene il talento dato da Dio.