Doping: Salwa Eid Naser sarebbe già stata sotto inchiesta quando vinse i mondiali nei 400 metri a Doha

MONACO (AP) – Salwa Eid Naser era già sotto inchiesta per aver fallito i test antidoping quando ha dominato i 400 metri ai campionati mondiali di atletica leggera.

L’Unità di integrità dell’atletica leggera ha confermato domenica che Naser era già sotto controllo per tre “fallimenti sui luoghi di allenamento” i cosiddetti Whereabouts, prima della sua vittoria nel campionato del mondo di Doha in ottobre.

Ciò significa che Naser potrebbe essere spogliata della sua medaglia d’oro se fosse ritenuta colpevole.

La velocista nata in Nigeria, che rappresenta il Bahrain, a Doha ha superato la campionessa olimpica Shaunae Miller-Uibo vincendo l’oro in 48″14, il tempo più veloce dal 1985.

L’agenzia che sovrintende ai test antidoping e ai casi disciplinari in pista, ha dichiarato domenica che Naser era già stata sotto inchiesta in quel momento e che ha raccolto un quarto fallimento a gennaio.

I registri AIU mostrano che non è stata accusata e temporaneamente sospesa fino a questa settimana. La dichiarazione AIU non ha spiegato il motivo del ritardo.

Venerdì Naser ha dichiarato in un video su Instagram Live che mancare tre test antidoping prima del campionato del mondo “è  normale” e che “può accadere a chiunque”.

Gli atleti sono tenuti a fornire aggiornamenti regolari sulla loro posizione per consentire alle autorità antidoping di effettuare test a sorpresa al di fuori delle competizioni. Una violazione significa che un atleta  non ha compilato i moduli per dire alle autorità dove poter essere trovato, impedendo di fatto i controlli.

Tre violazioni nei 12 mesi possono portare a una sospensione se gli atleti non possono giustificare il motivo per cui non erano disponibili per i test.

La sospensione provvisoria di Naser è l’ultima di una serie di casi contro la squadra d’élite  femminile del Bahrain composta da atlete  originarie dei paesi africani. La campionessa Olimpica delle siepi Ruth Jebet è stata squalificata per quattro anni a marzo per EPO e la seconda classificata della maratona olimpica Eunice Kirwa ha beccato un divieto di quattro anni l’anno scorso.