Doping: 2 anni di squalifica per il keniano Elijah Manang’oi, ex campione del mondo dei 1500 metri

manacele-pix

 

Un altro atleta keniano è stato oggi sospeso per doping a causa del “whereabouts”. Si tratta del  mezzofondista Elijah Manang’oi,  squalificato per due anni per reato di doping.

L’Unità di Integrità dell’Atletica (AIU) il 23 luglio aveva segnalato il campione del mondo dei 1.500 metri del 2017 per errori di localizzazione.

Ma da allora l’AIU ha ritenuto Manang’oi colpevole e lo ha bandito per due anni a partire dal 22 dicembre 2019 – che è la data del terzo errore di localizzazione – fino al 21 dicembre 2021.

“Squalifica di tutti i risultati agonistici ottenuti dall’atleta dal 22 dicembre 2019 con tutte le conseguenze che ne derivano, inclusa la decadenza di eventuali titoli, premi, medaglie, premi in punti e denaro per la presenza”, recita la sentenza AIU.

Manang’oi ha perso tre test nel periodo di 12 mesi a partire dal 3 luglio 2019 seguito dal 12 novembre e dal 22 dicembre dello stesso anno.

Nel primo caso, Manang’oi ha affermato che, il 2 luglio 2019, il suo volo in coincidenza da Francoforte a Nairobi era stato ritardato e di conseguenza è arrivato a Nairobi solo intorno alle 23:00 del 2 luglio 2019.

Manang’oi ha affermato che il suo bagaglio non è arrivato con lui dalla sua destinazione di partenza originale (San Francisco) e che la sua chiave di casa era nel suo bagaglio.

Manang’oi ha dichiarato di aver provato a cambiare le sue informazioni sui luoghi di permanenza ma “non poteva farlo  perché era già mezzanotte passata”. Poiché non aveva le chiavi di casa, era rimasto nell’hotel dell’aeroporto più vicino, il che ha portato a sua volta al suo mancato test a Rongai la mattina seguente.

Tuttavia, l’AIU ha indicato che la spiegazione dell’atleta non è riuscita a dimostrare che nessuna negligenza da parte sua ha causato o contribuito alla sua mancata presenza e disponibilità per i test durante la sua fascia oraria designata il 3 luglio 2019 o per aggiornare le sue informazioni sui luoghi di permanenza.

Il 12 novembre, mancato test, Manang’oi ha dichiarato che, la mattina della suddetta data, stava tornando a casa da un turno notturno legato al suo ruolo con il servizio di polizia del Kenya, ma che a causa del traffico non era stato in grado di arrivare  al suo indirizzo designato prima della fine della sua fascia oraria specificata.

L’AIU ha concluso che l’atleta avrebbe dovuto aggiornare le informazioni sui luoghi di permanenza non appena si è imbattuto nell’ingorgo. Che l’atleta avrebbe dovuto rendersi conto che c’era il rischio che non sarebbe stato presente e disponibile per i test presso la sua località di luogo di permanenza registrata durante la sua fascia oraria di 60 minuti quel giorno.

Riguardo al suo terzo test mancato, Manangói ha dichiarato di essere infortunato dal 27 agosto 2019 e che, a dicembre 2019, si era recato in Austria per ricevere un’ulteriore diagnosi e trattamento in relazione a tale infortunio.

L’atleta ha spiegato di aver delegato la piena responsabilità delle informazioni e degli aggiornamenti sui luoghi di permanenza a una terza persona in Kenya, ma la parte ha commesso un errore durante l’inserimento dei dettagli del suo viaggio.

L’AIU ha notato che, come atleta incluso nel World Athletics Registered Testing Pool, è personalmente responsabile di assicurarsi di essere disponibile per i test di conseguenza e non dovrebbe utilizzare una terza persona come difesa per un’accusa di mancato test.

 

 

Doping: 2 anni di squalifica per il keniano Elijah Manang’oi, ex campione del mondo dei 1500 metriultima modifica: 2021-01-08T20:20:31+01:00da atleticanotizie
Reposta per primo quest’articolo