Presentazione del libro “Lo sport delle donne” edito da Prospettiva Editrice- di Matteo Simone

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L’idea nasce da un suggerimento a scrivere un libro sullo sport delle donne da parte di Vincenzo Prunelli, ideatore della rubrica “La donna e lo sport” sul suo sito Nuovo Sport Giovani, al quale proponevo degli articoli da pubblicare sul suo sito.

Ho avuto modo di contattare, incontrare, confrontarmi con atlete di diverse discipline sportive, dalla corsa al nuoto, le arti marziali (karate, kung fu e tai chi) ma anche sport di squadra come la pallavolo, sport di coppia in mountain bike tandem. Da ognuna ho preso delle informazioni importantissime, curiosità aneddoti e, pertanto, un grande ringraziamento va a tutte loro.

Di seguito riporto alcune brevi testimonianze di alcune atlete.

Francesca Boldrini attraverso lo sport ha ritrovato il benessere che cercava: Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e alla tua performance? “Intanto ha migliorato la fiducia in me stessa, donandomi sicurezza anche nella vita in generale e nel sociale. Per correre ho smesso di fumare ed oggi mi sembra uno dei regali più belli mai ricevuti.” Come hai scelto il tuo sport? “Sono una persona fondamentalmente introversa e non amo palestre e luoghi troppo affollati. Desideravo inoltre muovermi senza essere schiava di orari, e poi ho sempre pensato che non ci fosse nulla meglio della corsa per scaricarsi e ritrovare forma e benessere in poco tempo.

Sport come metafora della vita per Alessia Urbinati: In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? “Lo sport ha contribuito non solo al mio benessere fisico ma anche psicologico. Lo sport allena soprattutto la mente ad affrontare i problemi che la vita pone davanti a noi e dà la giusta forza d’animo e la grinta per superarli. Per esempio nel mio sport capita spesso che la giocatrice trovi davanti a se il muro. Esso non è altro che la trasfigurazione di un ostacolo della nostra vita. Ci si trova così dinanzi ad un bivio: lasciarsi dominare dalla paura e affrontare passivamente il muro (scelta che ha insita la sconfitta) oppure trovare la giusta strategia per far passare la palla oltre il muro. In conclusione lo sport mi ha fatto capire che la seconda soluzione è sempre la migliore.”

Quando tutto va storto, quando sei insoddisfatto della tua vita, di quello che fai, di quello che sei, di come sei, si può provare a camminare o correre, insomma a sentire il corpo e sviluppare maggior autoconsapevolezza e ti accorgi che qualcosa stai elaborando nella tua testa anche attraverso il tuo corpo, lo sport diventa benefico, una sorta di autoterapia, fermi i pensieri e passi all’azione per sperimentare e vedere che effetto ti fa.

Tante mogli iniziano a correre per seguire ed imitare i mariti e poi vengono catturate dalla corsa, sempre più gare e più lunghe, la mezza maratona, la maratona, come ciliegie, una tira l’altra.

Manuela Capomaggi si racconta attraverso la sua passione per la corsa trasmessa da suo marito: Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita? “Mi sono sentita una campionessa il 22 novembre 2015, la mia prima maratona. Desideravo tanto farmi questo regalo per i miei 50 anni e dedicarla a mio fratello che era un grande sportivo. Ci ho lavorato intensamente mettendoci tutto il cuore e al traguardo mi sono sentita veramente una campionessa.” Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e performance? “Come prima cosa ha fatto crescere la stima in me stessa e mi ha donato più consapevolezza, ho capito che se si è disposti a faticare e a lottare si possono abbracciare i sogni.”

Matilde Staffa ama la vita, ama lo sport, la corsa, il ballo; ogni occasione è buona per star bene, per gioire, senza lo stress del tempo che passa, senza l’ansia della competizione: Come ha contribuito lo sport al tuo benessere? “Prima di iniziare a correre pesavo 90 kg ora ne peso 65 direi che questo può bastare!” Quale può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi ad uno sport che può essere fatto di fatica, impegno, sudore, sofferenze? “Lo sport aiuta a crescere, ad essere forti, ad accettare le sconfitte e le vittorie, ad aprire la mente, a viaggiare, a conoscere gente, a socializzare e a vivere un mondo sicuramente migliore di quello di internet, video giochi, tv e quant’altro.”

Lo sport diventa una sorta di autoterapia, si contatta se stessi, si riesce a conoscersi meglio, il proprio corpo, le proprie sensazioni, lo sport aiuta a gestire lo stress, a elaborare i traumi. Mentre per la performance non bisogna sottovalutare nulla, l’alimentazione diventa importante, l’affidarsi ad un bravo allenatore, competente e formato ma anche sensibile che ti segua, che ti veda, che parli con te.

A volte lo sport diventa un toccasana e un modo per andare avanti, per risollevarsi dalle ceneri, per elaborare situazioni. Di seguito l’esperienza dell’atleta Sonia Fratini: Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e performance? “Lo sport mi ha sempre aiutato a superare i momenti brutti della mia vita, mi ha dato sempre la carica per andare avanti.” Come hai scelto il tuo sport? “Sono stata sempre appassionata di sport e quindi gli sport da praticare che ho scelto sono quelli più simili al mio carattere. La corsa l’ho scelta perché per me è lo sport ‘di liberazione del fisico e della mente’ per eccellenza, quando corro sono libera da pensieri di ogni genere.”

Il Tour Divide è la gara di mountain bike più lunga al mondo, 4500 km non-stop e in autosufficienza sulle Montagne Rocciose. La gara va dal Canada al Messico.

Vito Rubino e Palas Policroniades ce l’hanno fatta usando una mountain bike in versione tandem: “I nostri giorni erano da 18-20 ore. In genere ci svegliavamo tra le 6 e le 8 del mattino, pedalavamo fino alle 2-4 di notte, poi accampavamo, mangiavamo qualcosa, e dormivamo da un minimo di 2 ore a un massimo di 5 ore (con l’eccezione di un paio di notti che abbiamo dormito di più e le ultime due notti che non abbiamo dormito). Il giorno dopo, facevamo colazione, disfacevamo la tenda e poi in marcia. Mangiavamo in parte in sella e in parte durante delle piccole soste. Ci rifornivamo in paesini di passaggio. Altre volte invece, per far fronte a delle condizioni metereologiche, ci siamo dovuti fermare al tramonto e siamo ripartiti prima dell’alba. La manutenzione basica della bicicletta la facevamo circa ogni due giorni, oppure quando si rompeva qualcosa.”

Cecilia Polci e Maria Chiara Parigi, amiche e Ultratrailer, Ad entrambe in tempi di diversi ho chiesto di rispondere al mio questionario volto ad approfondire il mondo degli ultrarunner: Quali meccanismi psicologici ritieni ti aiutino a partecipare a gare estreme? Maria Chiara: “I meccanismi psicologici sono le incertezze che abbiamo e quando andiamo in gara significa superarle! È un modo per sapere che sono capace di superare anche ciò che mi fa paura!” Cecilia: “Sicuramente ciò che ci spinge in queste gare è la voglia di conoscersi fino in fondo, di capire come saremmo in grado di reagire in situazioni di difficoltà, perché ciò che conta nei trail è sapersi gestire, saper capire di cosa il tuo corpo ha bisogno, ancor prima che te lo chieda.”

Angela Gargano, Guinness World Record, 100 maratone in 1 anno. Una donna straordinaria, la si incontra a tante maratone, a tante ultramaratone: Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita o sempre un comune sportivo? “Ho vinto qualche maratona ed ultra, nel 2002 ho corso 100 maratone in un anno solare ed iscritta nel Guinness World Record. Ad Antibes ho stabilito la migliore prestazione femminile italiana della 6 giorni (564,220 km) e ad Atene la migliore prestazione femminile italiana della 10 giorni (826,00 km), ma non mi sono mai sentita una campionessa. Però, una sola volta mi sono sentita tale, e non per aver vinto, semplicemente per aver tagliato il traguardo della Nove Colli (202 km).”

In occasione della 100km del Gargano, ho avuto modo di incontrare Maria Moramarco facendo dei tratti di corsa assieme: Cosa ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta? “Quel senso di libertà, di protagonismo, anche se è solo a livello personale, non esternato. Mi fa molto piacere soprattutto dimostrare a tante donne che restano dietro la finestra per paura di essere viste e giudicate che cambiare si può. Vorrei far capire loro che le mie non sono imprese, ma semplice passione di correre, che mi fa stare bene sia sola che con gli altri.”

Anche le donne italiane sono tanto forti e resistenti come Diana Marongiu che ci racconta come ha iniziato da piccoli passi che lei usa chiamare “baby step” è arrivata a battere un record di corsa sulle scale detenuto da un uomo: Qual è stata la gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Ce ne sono state varie. Sicuramente la prima maratona nel 1993. Poi la mia prima ultra-maratona. Ma la soddisfazione maggiore e avvenuta nel dicembre del 2009 quando sono riuscita a rompere il record maschile di scalinata di un edificio. Una gara di endurance durissima ma molto emozionante dal punto di vista di soddisfazione come donna che riesce a conquistare una meta maschile.”

Aurelia Rocchi, vincitrice della 24h di corsa a piedi a Lavello: Quale è una gara estrema che ritieni di non poter riuscire a portare a termine? “Vorrei provare tutte le gare. Se ci sarà una dura che non potrò finirla per qualche motivo, riproverò riproverò fino a che ci riuscirò perché non c’è niente più forte del mio cervello, avrò tanta pazienza per riprovare.”

Interessante la testimonianza di Sara Valdo, ultrarunner, 3 mondiali in maglia azzurra: Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile? Quale è una gara che ritieni di non poter mai riuscire a portare a termine? “Le più estreme sinora sono state la 24h e la Nove Colli. Non voglio peccare di presunzione ma preferisco non pensare mai di non poter riuscire a fare qualcosa, bisogna comunque provarci.” Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport, se sì per quali aspetti ed in quali fasi dell’attività sportiva? “Come Nazionale di Ultramaratona, abbiamo la grande fortuna di essere seguiti da Pietro Trabucchi, con i suoi consigli e insegnamenti ci aiuta negli allenamenti e nella gara, soprattutto per quanto riguarda la gestione della fatica e delle crisi.”

Elisa Cusma è un’ex atleta, specialista negli 800 e 1500 metri, ha vinto 8 medaglie a livello internazionale e 23 titoli italiani assoluti (indoor ed outdoor), tra individuali e staffette. Detiene due record assoluti seniores: 800 metri piani indoor e staffetta 4×800 metri: Ti sei sentita campionessa nello sport? “Diciamo che ogni atleta ha il suo carattere! Per me essere un campione non è solo ottenere delle grandi performance ma anche avere una grande determinazione e soprattutto crederci fino in fondo!” In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? “Lo sport è stato un elemento molto importante nella mia vita! Mi ha aiutato a crescere, a diventare un’adulta e soprattutto ad essere più sicura di me e di conseguenza facendo una vita sana non posso che essere in buona salute!

L’amica Eleonora Bazzoni da diversi anni ben figura e si distingue nelle gare romane, nel Lazio, ma anche in giro per l’Italia, ora è anche una brava allenatrice, di seguito si racconta. Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita? “Sì un giorno mi son sentita, nel mio piccolo, una campionessa, quando ho vinto il titolo italiano di mezza maratona categoria promessa nel 2009.” In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? “Credo che lo sport abbia contribuito al mio benessere sia fisico che psichico, fisico perché dopo la fatica si ha sempre una sensazione di benessere e psichico perché mi aiuta a sfogarmi, un ottimo antistress, la corsa se in solitudine mi permette di riflettere sulle varie problematiche da affrontare. Penso che l’arma vincente delle performance sia tanta buona volontà, costanza e amore per ciò che si pratica.

Valeria Straneo detiene il record nazionale di Maratona 2h23’44” ottenuto a Rotterdam il 15 aprile 2012: Quali sono le capacità, risorse, caratteristiche, qualità che hai dimostrato di possedere? “Sopporto bene la fatica, sono precisa e costante negli allenamenti, in gara riesco a dare il 100%, non mi angoscio prima di una gara.” Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica? “Ho scoperto di essere più paziente di quanto non pensassi. Quando per esempio si ha a che fare con un infortunio o durante la preparazione di una gara lunga come la maratona, non bisogna avere fretta ed è fondamentale aspettare ed avere pazienza.” Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Con la pazienza. Affidandomi a persone fidate che mi hanno saputo consigliare ed indirizzare sulla strada giusta. Lavorando sul problema giorno dopo giorno, a piccoli passi.”

Sonia Lutterotti, ex Nazionale Italiana Ultramaratone: “Partecipare ad una gara di ultramaratona quando sto bene e non ho problemi per me non è difficile, sono molto motivata. Quando invece non sono preparata non ho molte armi a disposizione. Naturalmente anche quando tutto va bene arriva la crisi, il momento di grande stanchezza, per resistere alla fatica cerco di ‘ingannare’ la mente; ad esempio invece di pensare al lontano obiettivo finale mi pongo degli obiettivi intermedi, oppure cerco di estraniarmi pensando a qualcosa di completamente diverso da quel che sto facendo.”

Monica Casiraghi, Campionessa mondiale 100 km anno 2003 (Taiwan), Record Italiano 24 ore 231 km: Ti va di raccontare un aneddoto? “La corsa mi ha insegnato che con impegno e sacrifici si possono realizzare i sogni; diverse volte mi è capitato di pensare che tutto era finito, con la mia forza di volontà sono riuscita a proseguire la gara e vincere; questa è la mia forza! La mia testa ha sempre fatto la differenza, ho imparato a resistere e a tener duro, e così ho realizzato i miei sogni.”

Antonella Confortola, nazionale di Corsa in Montagna: Quale messaggio vuoi rivolgere ai ragazzi per farli avvicinare a questo sport? “Lo sport ti emoziona sempre, ti aiuta a scoprire i tuoi limiti, ti fa capire che cadere è normale e che puoi rialzarti, che più dura è la strada, più’ grande è la soddisfazione.

Valeria Roffino ha vinto due titoli italiani assoluti sui 3000 siepi (2014, 2015). Medaglia di bronzo nella classifica a squadre in occasione della Coppa Europa 10000 mt nel 2015: Chi ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? “La mia allenatrice innanzitutto, il mio Gruppo Sportivo, le Fiamme Azzurre e poi tutti coloro che mi stanno vicino e mi seguono.” Qual è stata la gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Non saprei indicarne una in particolare. Forse quando ho vinto il mio primo italiano, da cadetta, sui 2000 mt. Direi quello perché il più inaspettato. E poi a Rovereto, quando ho vinto il campionato italiano assoluto sui 3000 siepi. Lì ho capito quanto la testa sia importante in uno sport come questo e quanto possa fare per correre forte.” Qual è una tua esperienza che ti può dare la sicurezza e la convinzione che ce la puoi fare nello sport o nella vita? “Forse quest’ultima è l’esperienza che mi dice che ce la posso fare. È una frase fatta ma credo che davvero che se ci credi fermamente in qualcosa, tutto è possibile!”

Lisa Borzani corona il sogno di arrivare prima donna al Tor des Geants della Valle d’Aosta dopo essere arrivata sempre seconda nei due precedenti anni: Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Sì credo di sì. Al Tor des Geants nel 2014 sono arrivata al ‘limite’ non tanto dal punto di vista della gestione della fatica bensì da quello della gestione del sonno. Le prime tre notti di gara ho gestito la carenza di sonno con dei micro sonni ma l’ultima notte (la quarta) è stata dura e credo di essere arrivata proprio al limite delle mie possibilità in tal senso.”

Lorena Brusamento riesce a correre 221.719 km, classificandosi 13^ al Campionato Europeo in Francia di 24 h di corsa su strada: Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Sì, la sensazione di non avere più nulla e di avere raschiato il fondo del barile.” Quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione nel tuo sport? “Devo fare attenzione a non dissociarmi per troppo tempo, rischierei di non avere il completo controllo di ciò che succede al mio corpo.

Matteo SIMONE 21163@tiscali.it

+393804337230 Psicologo, Psicoterapeuta

https://ilsentieroalternativo.blogspot.it/

http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html

Presentazione del libro “Lo sport delle donne” edito da Prospettiva Editrice- di Matteo Simoneultima modifica: 2021-03-11T20:12:28+01:00da atleticanotizie
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