Sonia Lutterotti: L’ultramaratona mi fa sentire libera-di Matteo SIMONE

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Colgo l’occasione per presentarvi Sonia Lutterotti ex Nazionale Italiana Ultramaratone che ha fatto di questo sport una passione di vita ed ha scoperto una sorta di elisir che fa restare sempre giovani in compagni di belle persone che partecipano e frequentano questo mondo fantastico delle lunghe distanze.

Sonia si dedica alle ultra come se fosse un suo giardino da curare per ottenere il meglio, i fiori più belli profumati, e così si dedica a questo sport nelle varie fasi, dalla preparazione alla gara, al post gara, per avere benefici più ottimali e performanti.

Cosa significa per te essere ultramaratoneta?Essere ultramaratoneta per me significa dedicare la vita, il tempo libero dal lavoro alla corsa, ma non alla corsa con il cronometro al polso ed un tempo ristretto per allenarsi. Significa libertà di allenarsi anche a lungo, assaporare l’aspetto della corsa lunga in ambienti naturali, direi che mi fa sentire libera.”

Sonia è riuscita a trovare la sua dimensione, la sua libertà, ad assaporare il meglio che la vita quotidiana può offrire con il sentire le proprie sensazioni corporee ed osservare quello che ti circonda mentre corri, persone, natura, animali, albe e tramonti.

Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta?Oltre ai risultati in gara mi piace la lunga fase di preparazione alla gara, gli step per tentare di raggiungere l’obiettivo ed anche il post gara quando, con il mio compagno e con altri atleti/amici si chiacchera per una settimana ed oltre valutando tutti gli aspetti della competizione a cui si è preso parte.”

Per Sonia non è importante solo la gara, solo il tempo trascorso in gara, ma è importante la fase di preparazione, il tempo vissuto precedentemente la gara, importante è anche la gara pura, quello che si sperimenta, le sensazioni vissute, ed altrettanto importante è il post gara, una sorta di rilassamento e non solo, i racconti e le condivisioni con gli amici, con il partner che ha la stessa passione, un certo Roldano che allo stesso modo di Sonia ha scoperto questa sorta di elisir di benessere.

Che significa per te partecipare ad una gara estrema?Correre una gara di ultramaratona è dare un senso alla corsa: la preparazione della gara (preparare il fisico, la mente, i materiali, la logistica), raggiungere l’obiettivo e goderne, oppure non raggiungere l’obiettivo e valutare le motivazioni dell’insuccesso. Partecipare ad un ultramaratona è anche grande condivisione e amicizia con altri atleti ed assistenti, specialmente nelle gare su circuito tipo 24h o 6 giorni.”

Sonia non butta niente, se c’è un successo ne gode, se c’è un insuccesso diventa un’occasione per apprendere.

Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta?Non so quanto potrò continuare questa intensa attività sportiva, non penso di smettere, cercherò di pormi obiettivi raggiungibili.”

Sonia è consapevole della sua età anagrafica e del rispetto dei suoi limiti, ma non molla, tutt’al più si tratta di riconsiderare e rimodulare gli obiettivi che diventano meno ambiziosi di una volta ma comunque allettanti.

C’è una gara estremi che non faresti mai?Ci sono gare dove, per le condizioni estreme, i partecipanti corrono rischi che non mi sentirei di correre. Condizioni atmosferiche di caldo o viceversa di freddo, gare in autonomia o in orientamento dove serve un’esperienza che non è nel mio bagaglio d’atleta.”

Sonia si conosce bene grazie alla sua pluriennale esperienza di allenamenti e competizioni e sa cosa temere e dove potrebbe farsi veramente male e quindi non ama osare al punto di correre rischi seri per la sua salute.

Hai mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere ultramaratoneta?Come tanti atleti anch’io ho avuto periodi di gran forma e periodi meno brillanti, infortuni ecc.…ma proprio praticando questa disciplina sportiva ho imparato che nello sport, come nella vita, tutto passa.

In questo sport di lunga durata, lunghe distanze, bisogna essere pazienti, avere un approccio meditativo e considerare come sostiene Sonia che le crisi, come gli infortuni, come arrivano così se ne vanno, quindi bisogna essere cauti e sereni.

Cosa ti spinge a continuare a essere ultramaratoneta?Cosa mi spinge a continuare: come ho già detto l’attività sportiva riveste un ruolo rilevante nel mio quotidiano, le soddisfazioni, l’appagamento, le amicizie, tanto arriva dall’ultramaratona.”

Nell’ultramaratona avviene una sorta di scambio, si fatica, si soffre, ma l’ultramaratona in cambio ti dà tanto in termini di soddisfazioni, appagamento personale, condivisioni.

Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare?In qualche occasione ho sperimentato il limite fisico, nonostante volessi continuare nel perseguire l’obiettivo il mio corpo non me l’ha permesso.

Bisogna porre tanta attenzione negli sport di endurance, è importante trovare un giusto e sano equilibrio tra cuore, mente e corpo, rispettare tutte e tre le componenti senza strafare e senza farsi ingannare da alcune delle tre.

Quali meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme?Partecipare ad una gara di ultramaratona quando sto bene e non ho problemi per me non è difficile, sono molto motivata. Quando invece non sono preparata non ho molte armi a disposizione. Naturalmente anche quando tutto va bene arriva la crisi, il momento di grande stanchezza, per resistere alla fatica cerco di ‘ingannare’ la mente; ad esempio invece di pensare al lontano obiettivo finale mi pongo degli obiettivi intermedi, oppure cerco di estraniarmi pensando a qualcosa di completamente diverso da quel che sto facendo.”

Sonia ha tanta esperienza ed ha imparato ad addomesticare la fatica, a trattare la crisi, a rimodulare gli obiettivi in caso di difficoltà, a trovare comunque le sue motivazioni nel portare a termine le gare, nell’andare avanti con fiducia e determinazione.

Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile?La gara di ultramaratona più difficile è stata sicuramente la Spartathlon 2015. Non ero preparata né fisicamente ma soprattutto mentalmente alla fatica e sofferenza che il percorso richiedeva.”

Sonia ha sperimentato le gare più impensabili per l’umano, la Spartathlon una gara ambita da tanti ultramaratoneti, lunghissima e durissima.

Una gara estrema che ritieni non poter mai riuscire a portare a termine?Non credo esista una gara impossibile. Se ci credi lo puoi fare. Devi volerlo e prepararti.”

Come tanti altri ultramaratoneti, anche Sonia è fedele al detto “se vuoi puoi” e quindi sa che se c’è passione per qualcosa, non la ferma nessuno, fa ti tutto per ottenerla.

Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici?Spostare i propri limiti penso sia quasi fisiologico per un’atleta di ultramaratona, raggiunto un obiettivo si crea un bisogno di fare ancora meglio, di superare se stessi. In questo tipo di gara l’avversario non è un altro atleta ma la gara stessa.”

In questa modalità di fare sport, l’avversario a volte non è l’altro atleta ma la gara stessa, a volte non si affronta un altro avversario ma la gara stessa per portarla a termine, per non farsi intimidire.

Cosa pensano familiari e amici della tua partecipazione a gare estreme?Quando tutto va bene credo pensino che sono una persona determinata e sono orgogliosi dei risultati, quando ho dei problemi qualcuno pensa che chiedo troppo a me stessa.

Ai familiari, una volta capito che Sonia è una vincente e che sperimenta estremo benessere, sono orgogliosi delle sue prestazioni, ma sempre un po’ preoccupati per la sua salute.

Ti va di raccontare un aneddoto?Ho partecipato alla 6 giorni sul lago Balaton in Ungheria. Quando mi trovavo in terza posizione femminile sono stata raggiunta da un atleta, ero in un momento di difficoltà non mi sentivo di aumentare l’andatura e cercare di staccarla, così mi sono attaccata a lei per diverso tempo, se lei aumentava l’andatura io dietro, se lei riduceva io dietro, lei cercava di staccarmi in tutti i modi ma io non la mollavo, la faccenda è andata avanti per ore finché la poveretta non ne poteva più (eravamo al 4° giorno di gara) e si è innervosita nei miei confronti, per questo è stata richiamata dal giudice di gara. Mi è spiaciuto molto, ma c’era di mezzo il podio e non ero disposta a mollare. E’ stato uno dei pochi episodi spiacevoli della mia vita di atleta, soprattutto perché non si è risolto con una stretta di mano a fine gara.”

Sonia sembra essere molto corretta ma a volte in gara bisogna essere scaltri e determinati e questo può dar fastidio agli avversari.

Ai fini del certificato per attività agonistica, fai indagini più accurate? Quali?Ogni anno mi sottopongo ai normali test per il conseguimento del certificato medico sportivo con test da sforzo, spirometria e test sulle urine. Sono seguita dal team medico della squadra nazionale di ultramaratona.”

In questo sport Sonia non è sola, oltre al compagno Roldano che si occupa di lei, vie è tutto il Team, lo staff della Nazionale disposta a seguirla dal punto di vista medico e non solo.

Hai un sogno nel cassetto?Sogni nel cassetto sempre tanti! Spero di avere ancora qualche anno di buona salute per realizzarli e continuare a sognare…finire una gara mai finita…finire una gara non ancora inventata…magari organizzare una gara con e per amici.”

Ancora sogni per Sonia ma molto umili, ma non si sa mai è capace ancora di sorprendere se stessa e non solo.

Un’intervista a Sonia è riportata nel mio libro “Lo sport delle donne, sempre più determinate, competitive e resilienti, Prospettiva editrice, Civitavecchia, 2018.

http://www.prospettivaeditrice.it/index.php?id_product=425&controller=product

Nello sport non è importante solo la forza, la resistenza e i muscoli, ma è importante sviluppare anche la forza e la resistenza mentale che permettono di andare oltre, di consolidare lo stato di forma. Sempre più le donne stanno dimostrando di essere fortissime atlete e nelle gare di endurance competono anche con gli uomini con tanta grinta e forza, infatti è già successo che in gare considerate più dure d’Europa la vincitrice assoluta è stata una donna Americana. Raggiungere traguardi importanti diventa il coronamento di un sogno, il raggiungimento di un obiettivo ambito, la ricompensa di tanti sforzi e tanta fatica per ottenere qualcosa che si desidera con determinazione, tenacia, passione e con l’aiuto di qualcuno che sostiene.

Sonia è menzionata nei miei libri

“Ultramaratoneti e gare estreme edito” edito da Prospettiva Editrice

http://www.prospettivaeditrice.it/index.php?id_product=357&controller=product

Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline.

https://www.edizioni-psiconline.it/catalogo/punti-di-vista/maratoneti-e-ultrarunner-aspetti-psicologici-di-una-sfida.html

Matteo SIMONE
21163@tiscali.it

http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html

Sonia Lutterotti: L’ultramaratona mi fa sentire libera-di Matteo SIMONEultima modifica: 2021-03-24T11:15:50+01:00da atleticanotizie
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