Chiude la scuola d’atletica nel paese di Marcell Jacobs, scambio di accuse tra comune e società

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Sul sito brescia.corriere.it,  appare oggi un articolo che a prima vista sembra descrivere  una situazione  irreale, frutto della fantasia, dopo i trionfi dell’atletica a Tokyo.  Peraltro proprio nell’impianto della cittadina di Marcell Jacobs, che di quegli ori è stato il maggior artefice. E che invece, in un certo senso,  da il polso di come sia realmente ridotta l’atletica italiana anche dopo tutte quelle vittorie olimpiche. Uno sport che forse mai troverà la sua vera collocazione all’interno degli stadi, sempre in balia di tutti. Scacciato, in genere con modi perentori, ed invitato a trovarsi altre sistemazioni.

Senza entrare nel merito di una vicenda che non conosciamo a fondo, di seguito pubblichiamo  l’intero articolo che descrive quello che sarebbe accaduto:

–Una conferenza stampa fiume che ha ripercorso oltre vent’anni di atletica a Desenzano, portando a galla i motivi profondi di una scelta forte. Nel parco del laghetto adiacente all’impianto comunale Tre Stelle-Ghizzi, Adriano Bertazzi e Flavio Ghizzi hanno motivato sabato 3 ottobre la fresca decisione di chiudere la scuola di atletica della Pro Desenzano.
Il tecnico Bertazzi ha guidato un lungo discorso di ricostruzione, partendo dalle parole pronunciate la sera precedente dal sindaco locale, Guido Malinverno: «Mi accusa di voler fare campagna elettorale, mette in dubbio il mio valore di educatore. Che si tolga il cattivo pensiero, non ho alcun legame politico da sponsorizzare. Sappia invece che chi lavora con le persone lavora sul vivo, per cui è possibile che vengano commessi errori, ma la nostra scelta, dolorosissima, ha radici molto profonde».

Nodo centrale la gestione dell’impianto sportivo: «Il problema è quello che hanno tutte le società di atletica d’Italia: l’erba deve rimanere bella per le partite di calcio. Un discorso assurdo che può arrivare solo da un ambiente viziato come quello del pallone. Cura del manto può e deve averla chi lo usa, imporre divieti è la strada peggiore. Io non posso insegnare atletica senza l’erba. L’erba del campo Tre Stelle, a Desenzano, dev’essere di tutti». Alla sbarra viene chiamato il Desenzano Calvina (Serie D): «Ho avuto da subito grande stima dei dirigenti della Calvina, un po’ meno ne ho per quelli del Desenzano entrati nel sodalizio. Hanno voluto prendere in mano tutto loro, facendo disastri coi loro bambini e limitando i nostri. In estate sono arrivati a chiedere 800 euro a settimana per lasciarci svolgere i camp due ore al giorno. Quest’ultima spallata ha dato il colpo di grazia. Mi faccio portavoce dell’atletica italiana: sull’onda emotiva delle vittorie olimpiche chiediamo al mondo del calcio maggiore rispetto. Rinunciate ai vizi, alle vostre cattedrali invalicabili».

Il responsabile Ghizzi punta invece il dito contro il Comune: «La cosa che fa più male è il loro silenzio assoluto, la mancanza di confronto, che dura ormai da quattro anni». Seduta tra i presenti, la Assessora allo Sport di Desenzano, Francesca Cerini, si difende: «Nessuno di loro ha mai contattato l’Ufficio Sport. I problemi si risolvono solo se vengono posti. La comunità stia tranquilla: l’atletica desenzanese non morirà. Siamo già al lavoro col presidente della Pro Desenzano Francesco Pampani per trovare una soluzione in extremis per i tanti bambini che non vogliono rinunciare a questo sport». Ecco il tanto auspicato confronto. Ma la sensazione è che sia troppo tardi.

 

Chiude la scuola d’atletica nel paese di Marcell Jacobs, scambio di accuse tra comune e societàultima modifica: 2021-10-03T15:49:11+02:00da atleticanotizie
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