Matteo Papini: Quando corro stacco la mente e mi rilasso- di  Matteo SIMONE

Matteo Papini

 

 

Gare che tanti definiscono estreme e impossibili sono viaggi, sono esperienze di attraversamento di luoghi incantevoli sperimentando sensazioni ed emozioni uniche e irripetibili, si decide di prepararsi e iscriversi a tali gare da soli o con amici, si sperimenta l’attesa dell’avventura, la preparazione meticolosa relativamente all’abbigliamento tecnico da indossare e tutto l’occorrenza che può servire durante le tantissime ore di sport, di corsa in montagna, compresi integratori personalizzati.

Di seguito Matteo Papini racconta il suo percorso di atleta e le sue impressioni rispondendo a un mio questionario.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “No assolutamente. Corro solo per divertimento, i campioni sono fatti diversamente.”

Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Ho iniziato a correre nel 2011 per dimagrire cosi come tanti miei colleghi runner. Poi però è scoccata una scintilla e la distanza ha iniziato ad aumentare. Siamo così passati dalla mia prima mezza maratona, corsa nel 2013, al Tor de Chateaux, corso a maggio, di 170km in Valle d’Aosta.”

È un attimo, quando la corsa chiama è difficile resistere soprattutto quando oltre alla corsa sono le montagne a chiamare, ci si perde tra le montagne, boschi e prati, ci si dimentica di avere una vita ordinaria e si rischia di perdersi e non tornare più alla quotidianità, perché quello che si sperimenta è immenso, è difficile da descrivere, è più che terapeutico.

Quali fattori contribuiscono al tuo benessere o alla tua performance? “Quando corro stacco la mente e mi rilasso.”

Nello sport chi contribuisce al tuo benessere o alla tua performance? “Non ho nessun allenatore e nessun preparatore. Sono autodidatta ed infatti i limiti si vedono. Però corro per divertirmi e per adesso voglio che la corsa rimanga tale. Nel futuro probabilmente mi appoggerò ad un allenatore per effettuare allenamenti mirati.”

Qual è stata la gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Sono due le gare corse fino ad oggi che mi hanno dato molta soddisfazione. Nel 2016 la “50 Km di Romagna” corsa come allenamento e chiusa appena sopra le 4 ore, un crono veramente inaspettato. Quest’anno invece la gara che mi ha regalato più emozioni è stato il Tor de Chateaux corsa insieme all’amico Roberto. Un ‘viaggio’ di 170 km attraversando 34 castelli della Valle d’Aosta.”

Quale è stata la tua gara più difficile? “Senza ombra di dubbio il Tor de Chateaux, due notti passate senza fermarsi. È stata una gara durissima dal punto di vista mentale. Sono riuscito a prepararla bene dal punto di vista fisico ma ho sofferto tantissimo le tante ore passate “sulle gambe”. Sicuramente un’ottima esperienza per il futuro.”

 

Eh sì, gare durissime ma stimolanti, due notti fuori in montagna si sarebbe disposti a pagare grosse cifre per fare queste esperienze ma non è da tutti, ci vuole coraggio e impegno, tanta fiducia in se stessi, tanta capacità di andare avanti senza temere crisi o animali notturni, tanta voglia di continuare a vivere rischiando di perdersi in montagna, ma con la speranza e la sicurezza che ci si riesce sempre a cavarsela per raccontare a se stessi esperienze ricchissime dense e intense.

Qual è una tua esperienza che ti possa dare la convinzione che ce la puoi fare? “La mia prima maratona. Corsa nel 2014 con poca consapevolezza di cosa voleva dire affrontare 42 km.”

 

Quello che emerge approfondendo la conoscenza di atleti e soprattutto ultramaratoneti di strada e di trail è che i primi sono più meticolosi, più scientifici, più calcolatori mentre gli atleti di trail osano di più, sono più impulsivi, se la rischiano, vanno incontro al vuoto, al buio, piace fare esperienze e apprendere dalle esperienze dopo l’esperienza riescono poi a organizzarsi e far molto meglio successivamente con l’attenzione al minimo dettaglio.

Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “La cosa più divertente sono le espressioni in volto delle persone a cui racconto di aver corso per 170 km.” 

 

Questo è il bello dello sport di endurance, i racconti a familiari e amici, o fan, raccontare cose che neanche te stesso ci credi dopo averle fatte, cose incredibili, deliri e allucinazioni, resistenza a sonno e percorsi ostici e impervi, temperature estreme e poi nella vita tutto diventa semplice anche le code agli uffici postali non ti impensieriscono più, si acquisisce un approccio più meditativo, tutto passa, tutto scorre, non fa paura una salita ripida, non fa paura un temporale così come non fa paura la coda all’ufficio postale, questo è valido per tanti ultrarunner, non per tutti.

Quali sensazioni sperimenti facendo sport? “La corsa mi regala tranquillità.”

 

La corsa diventa un mondo parallelo, dove ritrovi te stesso, dove rimetti le cose a posto, dove fai orine della tua vita, dove elabori e desensibilizzi problemi.

Quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione nel tuo sport? “Nel correre ultra maratone bisogna stare attenti a non andare in sovra allenamento, se la stanchezza prende piede è ora di fermarsi e riposarsi. Io cerco di ascoltare il mio corpo.”

 

Questo è importante, bisogna conoscersi bene, sviluppare elevata consapevolezza nei propri limite e nelle proprie capacità per non rischiare collassi e confusione mentale per mancanza di elettroliti per esempio, rispettare un’adeguata integrazione alimentare, ristabilire i serbatoi che si svuotano man mano che si consuma energia.

Quali condizioni fisiche o ambientali ti inducono a fare una prestazione non ottimale? “Sicuramente il gran caldo e la stanchezza non aiutano.”

Cosa ti fa continuare a fare sport? “La voglia di mettermi alla prova, superare quel limite che il più delle volte è solo un blocco mentale. E poi la soddisfazione quando tagli il traguardo di un ultra maratona è una sensazione impagabile, una scossa di adrenalina che ti ripaga di tutti gli sforzi fatti.”

 

Ti da sempre più sicurezza, puoi alzare sempre un po’ l’asticella, sai che sarà difficilissimo, ma che ce la farai, ti ritroverai al di là della linea del traguardo, soddisfatto e appagato.

Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Le crisi sono sempre possibili nelle ultra maratone, bisogna stare calmi e reagire. Le sconfitte servono per migliorarsi. Di infortuni ne ho avuto solo uno e mi è servito per allenarmi in maniera diversa.”

 

Si impara sempre, si porta a casa sempre qualcosa di utile per far meglio la prossima volta.

Quale può essere un messaggio per sconsigliare il doping? “Per divertirsi non serve il doping.”

Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport? “Passiamo alla domanda successiva.”

 

Rispondo io a questa, da una parte lamentano l’assenza dell’atleta, il suo pensiero fisso per gli allenamenti e le gare da organizzare e da partecipare, dall’altra parte sono contenti che si occupi della sua salute, che si fortifica come persona così riesce a risolvere anche problemi di casa o familiari, e anche loro sotto sotto fanno il tifo e raccontano in giro le sue pazzie di sport estremo.

Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare sport? “Ho scoperto un nuovo Matteo.”

 

È vero lo sport ti rimette al mondo, ti fa scoprire nuovi mondi, nuove capacità, nuovi orizzonti, dà un senso a una vita nuova ricca di sensazioni e mozioni attraverso lo sport, colori, sudore, fatica.

Riesci ad immaginare una vita senza lo sport? “Molte volte ci penso e spero che rimanga un pensiero per i prossimi anni.”

Hai mai pensato per infortuni o altro di smettere di essere atleta? “Ho avuto un infortunio a Settembre del 2016 ma mi è servito come stimolo ad allenarmi più seriamente, spero che il giorno in cui dovrò appendere le scarpe al chiodo sia il più tardi possibile.”

Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali fasi? “Nel mondo delle ultra maratone la tranquillità psicologica è fondamentale per affrontare gare ed allenamenti lunghi. Penso che la figura diventerà di valido supporto.”

Prossimi obiettivi? Sogni da realizzare? “Ho in programma ancora tante gare. Mi piacerebbe anche correre una 100km sotto le 9 ore. Il sogno nel cassetto di ogni ultra maratoneta è sicuramente la Spartathlon, vedremo nei prossimi anni.”

 

Bella storia, bei progetti e direzioni nuove per il futuro, chissà se ci incontreremo.

Un’intervista a Matteo Papini è riportata nei miei libri:

Cosa spinge le persone a fare sport? 

http://www.aracneeditrice.it/aracneweb/index.php/pubblicazione.html?item=9788825528275

“Correre con la mente. Perché correre? Come iniziare? Superare le avversità, raggiungere obiettivi, realizzare sogni”, Progetto Cultura, 2022

https://www.ibs.it/correre-con-mente-perche-correre-libro-matteo-simone/e/9788833563305

 

Matteo SIMONE

Psicologo clinico e dello sport, Psicoterapeuta

21163@tiscali.it

http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html 

 

Matteo Papini: Quando corro stacco la mente e mi rilasso- di  Matteo SIMONEultima modifica: 2023-01-13T19:40:10+01:00da atleticanotizie
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