STAFFETTA 4×400 MASCHILE: IL RECORD ITALIANO ARRIVERA’ PRIMA DI TOKYO- di Giuseppe Baguzzi

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A margine dell’eccellente sesto posto ottenuto nella finale dei campionati mondiali di Doha dalla staffetta maschile 4×400 sono necessarie alcune considerazioni. La prima è relativa alla composizione del quartetto che, oltre ai quattro moschettieri Re, Aceti, Galvan e Scotti (questo l’ordine della finale) può contare su ricambi decisamente all’altezza. A Doha erano convocati anche Corsa e Tricca, che non sono scesi in pista ma erano pronti a farlo, all’occorrenza, in caso di infortunio dei “titolari”, ma al gruppo potrebbero tranquillamente aggiungersi Lopez (già utilizzato a Bydgoszcz in agosto ai campionati europei a squadre), Sibilio e Leonardi in attesa di conferme da parte del giovanissimo (18 anni) Benati e magari di qualche altra faccia nuova. Un gruppo che (forse escluso Galvan per questioni anagrafiche…) offre garanzie ben oltre i giochi del 2020 a Tokyo, sicuramente fino a quelli del 2024 a Parigi o addirittura a quelli del 2028. La seconda è relativa al “miglior utilizzo” delle qualità dei singoli componenti per avere il massimo rendimento di squadra. Ed allora ci soccorrono gli “split times” di Doha, che non sarebbero altro che i tempi intermedi ottenuti dai quattro frazionisti. Partiamo dalla semifinale dei mondiali, che ha stampato il miglior tempo degli azzurri con la seguente successione (ricordando che il primo frazionista parte da fermo e invece gli altri tre sono “lanciati”, non come nella staffetta veloce 4×100, o quantomeno “in movimento” quando ricevono il testimone: Scotti 46”4 – Aceti 45”4- Galvan 45”5 – Re 44”3 Abbiamo tutti negli occhi la splendida cavalcata di Re, il cui tempo è stato il migliore in assoluto di tutti gli staffettisti della semifinale, americani, giamaicani, colombiani e belgi compresi, per un favoloso terzo posto in 3’01”60. Poi nella finale i tecnici hanno valutato che, avendo i ragazzi già conquistato la finale ed anche il pass per la qualificazione ai giochi olimpici di Tokyo del prossimo anno, forse si poteva rischiare qualcosa, con l’obiettivo di migliorare l’annoso record nazionale (stabilito il 31 agosto 1986 agli europei di Stoccarda con 3’01”37 dal quartetto Bongiorni-Petrella-Zuliani e Ribaud) e magari di avvicinare ulteriormente il podio. Da qui la decisione di rimescolare le carte mettendo il primatista nazionale Re in prima frazione con l’intento di lanciare al meglio la gara e responsabilizzare ulteriormente gli altri tre a dare il massimo possibile, trovandosi nel pieno della lotta con le altre squadre. Purtroppo, come spesso accade, i conti sono diventati… contesse perché Re (lo ha confessato lui stesso: “non ne avevo più” dopo due gare individuali e la splendida semifinale dei giorni precedenti) ha corso la sua frazione in 45”8 consegnando il testimone a Aceti in quinta posizione, dietro agli irraggiungibili Stati Uniti, Giamaica, Belgio e Colombia (e Gran Bretagna poi squalificata) ma davanti a Francia e Trinidad-Tobago. Poi Aceti ha fatto una egregia frazione in 45”5 (superato dal favoloso 44”1 del trinidegno Richards) cambiando sesto, Galvan si è ben comportato con 45”9 ma superato dal frazionista francese quindi settimo, ed infine in ultima frazione un irriducibile Scotti (più a suo agio nella lotta corpo a corpo che non in corsia) in 45”6 ha rimesso le cose a posto, infilando il francese come il gatto con il topo e finendo sesto. Tutti sotto i 46” ma il 3’02”8 conclusivo ha lasciato un pò di amaro in bocca, perché è convinzione diffusa che si poteva fare meglio. Se non addirittura il record. A proposito del record non siamo in possesso degli “split times” ottenuti nel 1986 però possiamo fornirvi i primati personali dei quattro primatisti di allora: Bongiorni (papà di Anna) 46”76 – Petrella 46”15 – Zuliani 45”26 e Ribaud 45”69 per un totale di 3’03”86 abbassato nella staffetta-record di ben 2”49 rispetto alla somma dei pb. Se applicassimo lo stesso miglioramento ai nostri quattro moschettieri di adesso ricaveremmo, considerando i pb: Re 44”77 – Galvan 45”12 – Scotti 45”84 – Aceti 45”92 per un totale di 3’01”65 che, decurtato di un identico 2”49, darebbe un favoloso 2’59”16. Bello, vero?, fare i conti con i numeri… Poi la realtà è ben diversa, perché bisognerebbe partire dal presupposto che tutti e quattro gli atleti facciano il proprio personal-best nello stesso momento. Il che è praticamente impossibile. Un’ultima considerazione sulla finale di Doha. Gli Stati Uniti hanno potuto permettersi il lusso di cambiare tre frazionisti rispetto alla semifinale, avendo quindi forze fresche al momento giusto. La Giamaica ha immesso solo l’ultimo frazionista. Il Belgio ha cambiato il secondo frazionista rimescolando le carte con i due Borlee nelle ultime due frazioni. Trinidad-Tobago ha immesso Cedeno in ultima. La Gran Bretagna ha cambiato Rooney con Harries ma ha fatto un patatrac. La Francia e la Colombia hanno lasciato inalterato il quartetto. Come l’Italia. Ma per noi la vera finale era…. la semifinale. Appuntamento alla prossima stagione per la realizzazione dei sogni.

di Giuseppe Baguzzi

 

STAFFETTA 4×400 MASCHILE: IL RECORD ITALIANO ARRIVERA’ PRIMA DI TOKYO- di Giuseppe Baguzziultima modifica: 2019-10-10T13:08:33+02:00da atleticanotizie
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