Deian Petkov: Faccio ultrarunning come allenamento per l’alpinismo I do ultrarunning mostly as a training for the alpinism, but I really enjoy it- di Matteo SIMONE

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Si inizia a fare sport per caso, provando, essendo coinvolti da amici, parenti, insegnati e poi se c’è passione e motivazione si continua ad approfondire il mondo di uno o più sport e si cerca di fare sempre meglio possibilmente con l’aiuto di persone esperte che possano dare consigli, sostegni, direzioni, incoraggiamenti.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Deian Petkov (Begach Running Club) attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nello sport? “Ero ‘semi-professionista’ nel tiro sportivo fino all’età di 25 anni. Da 20 anni sono molto attivo e appassionato di alpinismo e arrampicata, soprattutto in inverno e su percorsi alpini duri. Faccio ultrarunning principalmente come allenamento per l’alpinismo, ma mi piace molto. Ora ho 42 anni, vivo a Sofia, in Bulgaria e sono più attivo che mai”.
Un messaggio rivolto ai giovani per avvicinarsi allo sport? “Noi come esseri umani siamo fatti per muoverci. Quando ci muoviamo – ci sentiamo naturali e in pace. Trova il tuo modo di muoverti e farlo”.

Sembra essere davvero una persona super sportivo e super attiva Deian, si muove orizzontalmente e verticalmente correndo e arrampicandosi approfittando delle diverse prospettive e punti di vista per conoscere meglio se stesso e il mondo che lo circonda, sia persone ma anche cose e soprattutto la natura che ci circonda, un grande regalo che abbiamo ricevuto e che bisognerebbe averne cura e tutelarla.
Nello sport cosa e chi contribuisce al tuo benessere e/o prestazioni? “Allenarsi con un allenatore e trovare motivazione”.
La gara della tua vita? “Ancora deve arrivare. Fino ad ora – ero più volte il campione nazionale nel tiro sportivo. In ultrarunning – 2° posto in 24h Campionato Italiano 2020. Nell’alpinismo – non ci sono gare. Ogni salita dura è la corsa della tua vita”.

Il 21 Settembre 2020 si è svolta a Bussolengo (Verona) una gara di 24 ore di corsa su strada la cui vittoria è andata allo spagnolo Nicolas de las Heras con 246,503 km che ha preceduto il bulgaro Deian Petkov con 226.637 km e Eleonora Rachele Corradini (#Faisenzadire) con km 221,177.
La gara era valida anche come campionato italiani 24 ore su strada e quindi il titolo italiano femminile è stato conquistato da Eleonora Rachele Corradini precedendo Elena Fabiani (Woman Triathon Italia) con 209,451 km, e Francesca Canepa (Atl. Sandro Calvesi) con 203,367. Il titolo maschile è stato conquistato da Stefano Romano (Torino Road Runners) con 200,565 km che ha preceduto Thomas Capponi (Runners Bergamo) con 193,724 km e Pietro De Marchi (Team Mud & Snow Marano sul Panaro) con km192,575.
Mi piace l’affermazione di Deian: “Ogni salita dura è la corsa della tua vita”. In effetti dalle salite si impara sempre che bisogna starci sul pezzo, bisogna insistere e non mollare al limite rallentare, quando finisce la salita si può godere, si può essere soddisfatti per quelo che si è riusciti a fare, si può guardare indietro come eravamo titubanti, insicuri, indecisi, ma poi con coraggio ci abbiamo creduto, abbiamo continuato, avanzato fino alla meta, e la prossima volta saremo più sicuri e fiduciosi.
Ma è vero anche che in montagna non si scherza, bisogna conoscersi bene, bisogna valutare tutto perché tutto può cambiare, il percorso può diventare più pericoloso, il clima può diventare più avverso, l’abbigliamento potrebbe essere non adeguato. La scorta di viveri potrebbe non bastare, quindi osare ma con accortezza, senza abbassare la guardia, per continuare a essere vivi e attivi e continuare a pratica sport con passione e attenzione.
La tua gara più difficile? “Gara di 100 km, quando non ero assolutamente preparato”.

Deian sembra avere la capacità di volersi mettere sempre in gioco sia in percorsi naturali in arrampicata e alpinismo, o sentieri di montagna con corse trail e ultratrail ma è disposto anche a sperimentarsi in prove indoor dove ci vuole molta forza mentale e interessante è una gara di 100km presso Växjö (Swe) a cui ha partecipato su un percorso di 373 metri di tartan in pista dove è arrivato terzo in 9h37’36”.
Un’esperienza passata che può darti la convinzione di poterlo fare? “Tutte le gare ben fatte e le sessioni di allenamento correttamente fatte”.

In effetti gare e allenamenti ben fatti e ben riusciti sono mattonelle per costruire l’autoefficacia, il sapere di saper fare, il credere in se stessi, l’essere fiduciosi.
Un episodio curioso, divertente, bizzarro, triste nel tuo sport? “Mi piacciono gli sport che sto facendo, non riesco a ricordare qualcosa di curioso, divertente, bizzarro o triste. Forse triste è quando qualcuno ‘colpisce il muro’”.

In effetti “colpire il muro” è un’esperienza a cui può andare incontro un atleta di sport di endurance dove c’è sempre bisogno di integrarsi, avere le scorte di glicogeno sufficienti per continuare ad andare avanti, se in maratona si può incontrare il “muro” e la performance viene a scadere negli sport di endurance ciò può essere molto più pericoloso perché ci si può trovare in luoghi sperduti dove rientrare diventa molto più difficile e pericoloso e quindi meglio prevenire, non improvvisare, essere attenti.
Quali sensazioni sperimenti durante lo sport (allenamento, pre-competizione, competizione, post-competizione? “Per lo più calmo, positività e guardarmi”.

In effetti per sport di endurance bisogna non essere tesi e cercare di risparmiare energie già prima della partenza perché serviranno nel corso della lunghissima gara da affrontare, la positività è essenziale per non saltare, per essere sempre fiduciosi che qualcosa migliorerà o cambierà e si potrà riuscire nel proprio intento di portare a termine la gara nel migliore dei modi ed è importantissimo sapersi osservare, prima se stessi, proprie sensazioni corporee, respiro, ascoltare il proprio corpo e osservare anche l’ambiente circostante sia naturale che al chiuso per capire se si ha bisogno di qualcosa da indossare o di svestirsi o di integrarsi e alimentarsi.
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi prestare attenzione nel tuo sport? “Nell’alpinismo – ci sono così tanti rischi e difficoltà. Nell’ultra-running – principalmente motivazione quando sei estremamente stanco. Nell’alpinismo quando sei estremamente stanco non puoi semplicemente fermarti e andare tranquillamente a casa. Ma nell’ultrarunning – puoi fermarti immediatamente – e questo è il problema più grande. La tua mente sa che in un secondo puoi ricevere un enorme sollievo dai tuoi dolori”.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni, COVID? “Sono molto motivato quando si tratta di alpinismo e ultrarunning”.

La prima cosa che ci mette in movimento è la motivazione, la passione, la voglia di mettersi in gioco, sfide, conoscere se stesso soprattutto nelle difficoltà per capire come si reagisce, come si affrontano e superano ma sempre con cautela ed estrema attenzione per poter decidere cosa fare con lucidità e basandosi sull’esperienza.
C’è stato il rischio di doping? Un messaggio per sconsigliarne l’uso? “Non c’è bisogno di rovinare la tua salute solo per essere 1-2 posti avanti in qualche classifica. Lo sport è solo per te, non c’è bisogno di dimostrare nulla a nessuno, ma a te. Se tradisci, penserai per te stesso come un imbroglione per tutta la vita”.
Cosa ti spinge a fare sport? “La passione per la montagna e quell’ultrarunning mi sta dando il tempo lontano da tutto e tempo per me stesso”.

In questi sport solitari si è a contatto con se stessi, si elabora e si riflette su se stesso, su cosa si vuol e si può fare, dove si vuol arrivare, è un tempo a propria disposizione.
Cosa dicono la famiglia, gli amici, i colleghi del tuo sport? “Pensano che io sia pazzo. Dalla mia famiglia alcuni sono di supporto, altri no, specialmente per l’alpinismo”.

D’ difficile comprendere il mondo degli ultrarunner e dello sport di endurance per chi non è del settore, Si tratta di uno sport che ha un costo da pagare sia in termini monetari che di tempo e di fatica. Bisogna avere un approccio centrato sulla voglia di sperimentarsi, sfidarsi, imparare, rialzarsi sempre, non mollare.
Cosa hai scoperto di te stesso nello sport? “Che posso essere estremamente coerente seguendo i miei obiettivi. Ho solo bisogno di un goal (non solo nello sport) e seguirò questo obiettivo con la massima precisione”.

Se si vuole ottenere qualcosa bisogna prima pensarla e fissarsela bene in mente e poi si può stilare un piano o programma di allenamento o di cose da fare per raggiungerlo.
Quali sono gli ingredienti del successo? “Seguire un piano (meglio da un allenatore) + trovare un modo per rimanere motivati e lontani dagli infortuni”.

È un grande equilibrio rio tra motivazione, allenamento duro e costante e prevenzione infortuni. Bisogna conoscersi bene e capire come e quanto si può osare senza strafare.
Una parola o una frase che ti aiuta nei momenti difficili? “Questo passerà dopo un po’”.

Questo aiuta perché è basato sull’esperienza di fatica che passa in condizioni estreme di montagna o gare di lunghe ore, passa la luce, passa il buio, passa la fame e la stanchezza e si arriva a destinazione, al traguardo con nuove scoperte e consapevolezze.
Consideri utile lo psicologo sportivo? Per quali aspetti e in quali fasi? “Per me dopo l’allenamento fisico, il successivo 50% è rimanere concentrato e motivato. Sì, penso che il lavoro psicologico possa essere molto utile”.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? “Diversi ottomila nell’alpinismo. Sotto le 29 ore alla ‘Spartathlon’ per l’ultrarunning”.

Obiettivi molto interessanti e sfidanti per Deian, gli 8.000 bisogna essere davvero motivati, centrati, preparati e la “Spartathlon” di 246 km dove il tempo massimo è di circa 35 ore è una b ella sfida portarla a termine meno di 30 ore, complimentissimi a Deian per il suo coraggio, impegno, fiducia, determinazione.
Cosa diresti a Deian 10 anni fa? “Sei sulla strada giusta”.
Come ti vedi tra 10 anni? “Spero che non sia cambiato molto sia mentalmente che fisicamente”.

Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta
Autore di libri di psicologia e sport
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html

Deian Petkov: I do ultrarunning mostly as a training for the alpinism
Faccio ultrarunning principalmente come allenamento per l’alpinismo
Matteo SIMONE
http://www.psicologiadellosport.net

What was your path in sport? “I was “semi-professional” in sport shooting till age of 25. For 20 years I’m a very active and passionate alpinist and mountaineer, mostly in the winter and on hard alpine routes. I do ultrarunning mostly as a training for the alpinism, but I really enjoy it. Now I’m 42 years old, I live in Sofia, Bulgaria and I’m more active than ever”.
In sport, what and who contributes to your well-being and/or performance? “Training with a coach and to find motivation”.
The race of your life? “Still in the future. Till now – I was several times the national champion in sport shooting. In ultrarunning – 2nd place in 24h Italian Championship 2020. In alpinism – there are no races. Every hard climb is the race of your life”.
Your most difficult race? “100km race, when I was totally not prepared”.
A past experience that can give you the conviction that you can do it? “All well-paced races and correctly done training sessions”.
A curious, funny, bizarre, sad episode in your sport? “I enjoy the sports that I’m doing, I cannot recall something curious, funny, bizarre or sad. Maybe sad is when someone ‘hits the wall’, but that’s from the other side is a good experience, so I’m not paying too much attention”.
What sensations do you experience while doing sports (training, pre-competition, competition, post-competition? “Mostly calm, positivism and ‘looking at myself’”.
What are the difficulties and risks? What do you need to watch out for in your sport? “In alpinism – there are so many risks and difficulties that I don’t have time to describe now. In ultra-running – mostly motivation when you are extremely tired. In alpinism when you are extremely tired you cannot just stop and go peacefully go home. But in ultrarunning – you can stop immediately – and that’s the biggest problem. Your mind knows that in one second you can receive a HUGE relief from your pains”.
What drives you to play sports? “The passion for mountains and that ultrarunning is giving me the time away from everything and time for myself”.
How did you overcome any crises, defeats, injuries, COVID? “I’m very motivated when it comes to alpinism and ultrarunning”.
A message aimed at young people to get closer to sport? “We as humans are made to move. When we move – we feel natural and in peace. Find your way to move and do it”.
Was there a risk of doping? A message to advise against its use? “There is no need to ruin your health just to be 1-2 places ahead in some classification. The sport is just for you, no need to prove anything to anyone, but to you. If you cheat – you will think for yourself as a cheater all your life”.
What do family, friends, colleagues say about your sport? “They think I’m crazy. From my family some are supportive, some not, especially for the alpinism”.
What have you discovered about yourself in playing sports? “That I can be extremely consistent following my goals. I just need a goal (not just in sports) and I’ll follow this goal with maximum precision”.
What are the ingredients of success? “To follow a plan (better from a coach) + to find a way to stay motivated and away from injuries”.
A word or phrase that helps you in difficult times? “That will pass after a while”.
Do you consider the sports psychologist useful? For what aspects and in what stages? “To me after the physical training, next 50% is to stay focused and motivated. Yes, I think psychological work can be very useful”.
Next goals? Dreams realized and to be realized? “Several eight-thousanders in alpinism. Under 29h in Spartathlon for ultrarunning”.
What would you say to Deian 10 years ago? “You are on the correct path”.
How do you see yourself in 10 years? “Hopefully, not much changed both mentally and physically”.

Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta
Autore di libri di psicologia e sport
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html

Deian Petkov: Faccio ultrarunning come allenamento per l’alpinismo I do ultrarunning mostly as a training for the alpinism, but I really enjoy it- di Matteo SIMONEultima modifica: 2021-04-09T19:48:44+02:00da atleticanotizie
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