Doping: positivo anche il campione B di Ujah, a rischio l’argento della staffetta 4×100 britannica di Tokyo

Le medaglie d’argento britanniche Chijindu Ujah (all’estrema sinistra), Zharnel Hughes, Richard Kilty e Nethaneel Mitchell-Blake posano sul podio dopo la vittoria nella staffetta 4 x 100 m. FOTO: REUTERS

 

Anche il campione B di Chijindu Ujah (primo a sinistra nella foto),  medaglia d’argento della staffetta olimpica 4x100m britannica, ha confermato un risultato analitico avverso (AAF) e il suo caso sarà deferito alla Corte di arbitrato per lo sport, ha detto oggi, martedì 14 settembre l’Agenzia internazionale di test (ITA).

Ujah è stato provvisoriamente sospeso il mese scorso per presunta violazione delle regole antidoping ai Giochi di Tokyo quando Ostarine e S-23 – entrambe sostanze proibite dall’organizzazione mondiale antidoping Wada – sono state rilevate nel suo campione.

Ujah e i suoi compagni di staffetta Zharnel Hughes, Richard Kilty e Nethaneel Mitchell-Blake rischiano di perdere le loro medaglie. Se il divieto fosse confermato, il Canada sarebbe promosso all’argento e la Cina avrebbe ricevuto il bronzo. In quella occasione fu l’Italia a vincere lo storico oro.

“La divisione antidoping del CAS esaminerà la questione dell’accertamento di una violazione delle regole antidoping (ADRV) e della squalifica dei risultati della staffetta 4×100 maschile della squadra della Gran Bretagna”, ha affermato l’ITA in una nota.

“A tal proposito, ai sensi dell’ADR del CIO e delle Regole Antidoping del Mondo di Atletica Leggera: ‘laddove l’atleta che ha commesso una violazione del Regolamento Antidoping abbia gareggiato come membro di una staffetta, la staffetta sarà automaticamente squalificata dall’  evento in questione».

“Il caso sarà quindi deferito all’Unità di integrità dell’atletica (World Athletics) per dare seguito alle sanzioni oltre i Giochi Olimpici di Tokyo 2020”.