Grandi sfide salto in alto: C. Johnson vs Albritton (1934-38) e Gusenbauer (67-73) vs Blagoeva (68-76) – di Giuseppe Baguzzi

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E veniamo a parlare di Cornelius Johnson, detto Corny, nato a Los Angeles il 21 agosto 1913, uno dei maggiori (e degli ultimi) interpreti dello stile inventato da Horine che diede vita a memorabili sfide con un altro grandissimo saltatore, David Albritton, nato il 13 aprile 1913 a Danville-Alabama, la stessa città natale di Jesse Owens, tra i primi interpreti del nuovo stile di salto, lo straddle o scavalcamento ventrale, che prevedeva il valicamento dell’asticella con la pancia e non con il fianco.

A tale proposito è il caso di ricordare che il vero inventore dello stile straddle, cosiddetto ventrale, è stato James Stewart, un texano di Barstow nato nel 1905, decathleta da 1.90 con lo stile Horine, quarto ai giochi di Amsterdam con 7.624 punti nel 1928. L’anno successivo mette a punto il nuovo stile di scavalcamento dell’asticella e il 17 maggio 1930 a Palo Alto stupisce gli addetti ai lavori saltando 1.988…. a pancia in giù. Poi salterà 1.969 nel 1931 ed infine si dedicherà alle prove multiple. Tanto gli era dovuto. Il suo allenatore era Dean Cromwell che poi negli anni 32-33 prende sotto le sue cure il giovane Albritton e gli insegna il nuovo stile inventato da Stewart.

Ma torniamo all’argomento iniziale. Abbiamo già visto Johnson vincere pressochè ìndisturbato i campionati statunitensi del 1932-33-34 e 35. Ha solo 22 anni ma già una carriera importante alle spalle: a 19 anni ha vinto i trials ed è stato quarto con 1.97 ai giochi di Los Angeles, poi ha sorvolato numerose volte i fatidici 2 metri, è stato per due anni il secondo al mondo, ha un record di 2.048 nel 34 e nel 35 è il primo assoluto nelle graduatorie stagionali con 2.032.

Albritton, dal canto suo, è ancora da svezzare: ha saltato 1.93 da junior nel 1932 poi ha lavorato duramente con Cromwell nel 33 e nel 34 ed infine nel 1935 arriva a saltare 1.981 a Cleveland-Ohio il 9 giugno piazzandosi al settimo posto nel mondo.

Il 1936 è l’anno della consacrazione: Johnson è al massimo della sua carriera e Albritton è pronto per affrontarlo. Chi prevarrà?

Johnson inizia la stagione indoor saltando 2.032 a New York il 15 febbraio, poi fa il WR indoor sorvolando 2.055 una settimana dopo, sempre al Madison Square Garden, ma il record non viene omologato. In marzo si conferma a New York con 2.032. Nella stagione outdoor salta 2.035 a Chicago il 7 giugno, poi 2.032 a Princeton il 13 giugno in preparazione ai Trials (previsti a Randall Island-NY per il 12 luglio) che serviranno a comporre la squadra per i giochi di Berlino. Infine vince i campionati nazionali con 2.032 a Princeton il 4 luglio, a ridosso dei trials.

Albritton pareggia Johnson a Chicago il 7 giugno (stessa misura di 2.035), poi si laurea campione Ncaa (pari merito con Melvin Walker) saltando 1.983 a Berkeley il 20 giugno, infine è solo terzo dopo spareggio ai campionati di Princeton con 2.032.

Il 12 luglio ai trials di Randall Island la lotta è accanita: a 1.93 sono in dieci a superare la misura. Il podio si decide a 1.98 con Delos Thurber sul terzo gradino. Già, perché Johnson e Albritton non si fermano più e arrivano a chiedere i 2.076 del nuovo WR. Entrambi sbagliano il primo tentativo, poi entrambi riescono al secondo. Non era mai accaduto che due saltatori in alto migliorassero il primato del mondo nella stessa gara !!! Finiscono insieme sul gradino più alto. Poi a Berlino sarà Johnson (con una gara perfetta, senza il minimo errore) ad aggiudicarsi l’oro olimpico con 2.03. Albritton si deve accontentare dell’argento saltando 2 metri, come Thurber, bronzo.

Donne

Due europee, entrambe “ventraliste” e coetanee, caratterizzano la fine dell’era del salto ventrale decretata dal Fosbury-flop dopo i giochi olimpici messicani.

Ilona Gusenbauer, austriaca, ma nata Majdan a Gummersbach nel nord Westfalia (Germania ovest) il 16 settembre del 1947, da junior saltava 1.62 ma nel giro di due anni, dopo aver sposato Gusenbauer, sale a 1.80 prima dei giochi di Mexico City dove però non fa meglio di 1.76 classificandosi ottava. L’anno successivo si migliora a 1.84 ma agli europei di Atene non va oltre 1.77, solo settima. Sembra una maledizione. All’inizio del 1970 finalmente rompe gli indugi e vince gli euroindoor di Vienna issandosi a 1.88, sia pure in sala. Poi in estate è terza alle Universiadi di Torino. Qualcosa è scattato in lei. E’ il prologo a quello che sarà l’apice della sua carriera. Il 4 settembre del 1971 sulla “amica” pedana di Vienna, ha l’onore di migliorare il WR saltando 1.92 e battendo l’1.91 stabilito quattro anni prima dalla grandissima romena Balas. Il suo record però non durerà molto perché il 24 settembre del 1972 la bulgara Blagoeva salterà 1.94. Un anno e 20 giorni per un primato tanto esaltato quanto inatteso. L’8 ottobre dello stesso anno, sempre a Vienna, la Gusenbauer sale a 1.93 (pb): non si ha notizia se poi abbia attaccato senza fortuna 1.95 del nuovo WR.

Yordanka Dimitrova nasce a Gorno il 19 gennaio 1947, si dedica al salto in alto da giovane senza grandi risultati. Si affaccia alla ribalta internazionale solo a 22 anni (dopo essere stata eliminata in qualificazione con 1.68 ai giochi del Messico…) piazzandosi seconda con 1.82 agli euroindoor di Belgrado. Si sposa e diventa Blagoeva. Nel ’71 sale a 1.90 e poi nel 1972, dopo aver vinto con 1.90 i Giochi dei Balcani a Izmir ed aver conquistato la medaglia d’argento ai giochi di Monaco con 1.88 (battuta dalla giovanissima Meyfarth con 1.92), trova la giornata buona per migliorare di 2 centimetri il WR della Gusenbauer dell’anno precedente con 1.94 saltato a Zagabria il 24 settembre. Non contenta, nel 1973 migliora due volte il WR indoor, prima con 1.91 a Sofia il 18 febbraio (eguagliando la Ackermann) e poi con 1.92 vincendo gli euroindoor di Rotterdam l’11 marzo. Poi salta ancora 1.92 in agosto a Varsavia. Dopo due stagioni senza grandi risultati ritorna sui suoi livelli nel 1976 vincendo i Giochi dei Balcani a Celje con 1.90 e aggiudicandosi la medaglia di bronzo con 1.91 ai giochi di Montreal. Nel 1980, a 33 anni compiuti, riesce ancora a saltare 1.89, si presenta alle olimpiadi di Mosca ma viene eliminata con 1.80 in qualificazione. Sarà l’occasione per chiudere la carriera.

Giuseppe Baguzzi

Grandi sfide salto in alto: C. Johnson vs Albritton (1934-38) e Gusenbauer (67-73) vs Blagoeva (68-76) – di Giuseppe Baguzziultima modifica: 2017-11-14T09:00:21+01:00da atleticanotizie
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