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Grandi sfide del salto in alto: Zhu Yanhua vs Sereda (1981-84) est e Veneva (98-06) vs Palamar (01-08) – di Giuseppe Baguzzi

Immagine published on 12 dicembre 2017

 

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Prima metà degli anni Ottanta. All’Est del mondo la sfida indiretta è tra un cinese e un russo nativo dell’Azerbaijan.

Zhu Yanhua nasce a Shanghai nel 1963 e a 17 anni salta 2.25 in altura a Mexico City poi a 18 sale a 2.30 vincendo i campionati asiatici di Tokyo. Appare quindi avviato ad una carriera strepitosa. Ed infatti nel 1982 salta 2.33 agli Asian games di New Dehli, nel 1983 sorvola 2.37 del nuovo WR a Pechino l’11 giugno al termine di una “gara perfetta” nel corso della quale supera sempre al primo tentativo 2.08-2.12-2.20-2.26-2.34 e 2.37!!! Eccezionale il divario di 8 centimetri da 2.26 a 2.34… Ai mondiali di Helsinki del 13 agosto si presenta come super favorito ma deve accontentarsi del bronzo con 2.29 preceduto dal semisconosciuto diciannovenne sovietico Avdeyenko e dallo statunitense Peacock, che superano l’asticella a 2.32. Scornato per la sconfitta il jumper cinese si rifà il 22 settembre ai campionati nazionali di Shanghai migliorando il WR con un salto a 2.38, ottenuto stavolta alla seconda prova. Nel 1984 effettua una tournèe in Europa e il 10 giugno a Eberstadt sale di un altro centimetro portando il WR a 2.39. Nell’ occasione trascina i due tedeschi occidentali Tranhardt (2°) e Mogenburg (3°) al nuovo record europeo con 2.36. Ai giochi olimpici di Los Angeles è ancora bronzo con 2.31.

Valeri Sereda nasce nel 1959 in un paesino dell’Azerbaijan e da giovane non è un fenomeno: a 20 anni ha un pb di 2.20 indoor. Solo a 22 anni sale alla ribalta internazionale saltando 2.30 in due occasioni. Nel 1983 arriva a 2.35 vincendo le Spartachiadi ed i campionati sovietici, poi il 13 agosto partecipa ai mondiali di Helsinki (dove incontra per la prima ed unica volta Zhu Yanhua…) ma si classifica solo ottavo con uno sconsolato 2.26. Il 1984 è il suo anno migliore. Non potendo partecipare ai giochi di Los Angeles (per l’assenza degli atleti sovietici in risposta allo sgarbo degli Usa di quattro anni prima a Mosca…) il culmine della sua carriera lo ottiene sul suolo italiano, al meeting di Rieti del 2 settembre, quando salta 2.37 (pb, record europeo e record azero) al termine di un fantastico duello con il tedesco occidentale Tranhardt (pari misura e pari record europeo) conclusosi alla luce dei… fari di alcune automobili, dato che il custode del campo aveva spento i riflettori dell’illuminazione dello stadio per… l’ora tarda !!! Cose d’altri tempi.

DONNE

Nella prima metà del nuovo millennio due atlete dell’Est europeo hanno caratterizzato le graduatorie mondiali stagionali stabilizzandosi sempre ai primi posti. Parliamo dell’ennesima bulgara, la Veneva, più grande di tre anni, e dell’ennesima ucraina, la Palamar.

Venelina Veneva nasce a Ruse il 13 giugno 1974 e si rivela un talento molto precoce: a quattordici anni salta già 1.80 e a meno di sedici arriva a 1.93 indoor. Nessuna mai come lei. A diciassette anni è seconda con 1.84 ai primi EYOF di Bruxelles e pure seconda con 1.91 agli eurojunior di Salonicco ma non si qualifica (salta 1.79…) per la finale dei mondiali di Tokyo. Dai 18 ai 22 anni si stabilizza attorno all’1.90 senza eccellere. Nel 1996 si sposa, resta incinta e nel 97 nasce la figlia Neapola che le fa perdere un anno di attività sportiva. Riprende nel 98, salta 1.96 a Sofia il 16 maggio ed una settimana dopo vola a 2.03, miglior misura stagionale mondiale, a Kalamata. Ma nella stagione non rispetta le attese e non si migliora.

Intanto l’ucraina Viktorya Palamar, della Vita, nata a Kiev il 12 ottobre 1977, percorre il suo iter giovanile saltando 1.91 a Odessa a soli 17 anni ma senza troppo brillare nelle stagioni successive, fino ad un 1.98 saltato a Kiev nel 1999.

Ed è nel Duemila che le due atlete iniziano a confrontarsi sulle pedane europee. All’inizio sembra prevalere la maggiore di età, poi la più giovane si riprende e pareggia la situazione. Questa la tabella dei loro scontri diretti.

Euroindoor di Gent 27-2-00 4° Veneva 1.92 5° Palamar 1.92 olimpiadi di Sydney 30-9-00 9° Veneva 1.93 7° Palamar 1.96 mondiali ind. di Lisbona 9-3-01 3° Veneva 1.96 5° Palamar 1.93 mondiali di Edmonton 12-8-01 4° Veneva 1.97 5° Palamar 1.94 GP di Melbourne 9-9-01 6° Veneva 1.85 5° Palamar 1.90 mondiali di Parigi 31-8-03 4° Veneva 1.98 5° Palamar 1.95 mondiali ind. Budapest 7-3-04 7° Veneva 1.94 4° Palamar 1.97 mondiali di Helsinki 8-8-05 10° Veneva 1.85 5° Palamar 1.93

Anche qui un salomonico pareggio 4-4. Cosa succede dopo? Non senza ricordare che nel frattempo Veneva si porta al pb di 2.04 sempre a Kalamata nel 2001 (risultato eguagliato a Zurigo nel 2006) mentre Palamar ha stabilito il suo pb di 2.01 a Zurigo nel 2003 ed ancora, ma indoor, ai mondiali di Valencia del 2008.

Ma, dopo varie traversie per entrambe ormai trentenni, nel 2007 Veneva viene trovata positiva ad un controllo antidoping del 24 gennaio e quindi viene sospesa per due anni, fino a gennaio 2009. Lei non molla e per rifarsi una… verginità riprende ad allenarsi e a gareggiare a 35 anni, un’età in cui le altre avevano già smesso da tempo. Nel 2011, a 37 anni, avvicina ancora i 2 metri saltando 1.98 a Spalato il 24 giugno !!!

Anche Palamar, dopo il quinto posto con 1.99 ai giochi olimpici di Pechino 2008, non molla e continua a frequentare le pedane del salto in alto.

Sono state due saltatrici tra le più longeve: basti ricordare che Palamar nel 2014 a 37 anni ha saltato ancora 1.93 a Kiev il 3 giugno mentre Veneva ha saltato 1.95 a Izmir nel 2012 a trentotto anni e che nel 2015 a quarantuno anni si è qualificata per la finale degli euroindoor di Praga superando ancora 1.94. Chapeau.

Giuseppe Baguzzi

Grandi sfide del salto in alto: Zhu Yanhua vs Sereda (1981-84) est e Veneva (98-06) vs Palamar (01-08) – di Giuseppe Baguzziultima modifica: 2017-12-12T10:32:40+01:00da atleticanotizie
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